Heilá guys! Eccomi di ritorno con un nuovo capitolo. Scusate se non aggiorno spesso. Sono molto contenta che nonostante io non ci sono voi continuate a sostenermi e ad aspettare ansiosi i miei capitoli. Quindi.. buona lettura! :3
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Probabilmente la mia decisione di rimanere a Ferbestick non era stata delle migliori. Mia madre e mio padre era rimasti letteralmente scioccati. A quanto pare pensavano fossi ancora la piccola bambina che poteva essere convinta con una di quelle caramelle alla ciliegia con la carta bianca che di solito Douglas mi regalava insieme ai cioccolatini. Mio padre aveva detto semplicemente 'Ah'. Mentre la mamma non aveva proprio risposto. L'unico lato positivo dell'essere in una camera con i tuoi genitori sconvolti e increduli è il silenzio più che imbarazzante che si crea fra loro e che tu non riesci nemmeno ad immaginare perché nella tua fascia di età adolescenziale l'imbarazzo non rientra nei tuoi piani. Sorrisi ad entrambi spingendoli poi verso la porta (era quasi come spostare pietre, non che pesassero sul serio, per i lupi e i vampiri era così.) che poi chiusi dopo averli salutati con una mano. Mi buttai sul letto e faci segno a Douglas e Ideo di uscire dall'armadio. Mi sorrisero innocenti quando invece era più di un'ora che li vedevo spiarmi attraverso la fessura nell'anta del mobile. Sospirai pesantemente e lanciai un'occhiata al mio ragazzo che a quanto pare nei successivi weekend mi avrebbe ospitato a casa sua data l'imminente assenza dei miei genitori, che più che genitori sembravano due bambini appena usciti dallo studio di un dentista. -Quindi non te ne vai.- ammise Douglas quasi come se dirlo ad alta voce rendesse la situazione più vera di quanto già fosse. -Wow, Dag. Senza di te non ci sarei arrivata.- alzai gli occhi al cielo prima di alzarmi per stringere Ideo. Sembrava ancora preoccupato e stanco. Probabilmente per Peter. Il ragazzo era ancora scosso per aver assistito alla morte del Preside che era stato sostituito da un altro signore, ancora più vecchio, che sembrava dormire ad occhi aperti. Gli accarezzai un braccio e gli baciai una guancia prima di separarmi da lui per prendere sottobraccio Douglas. -Prendiamo una cioccolata? - proposi ad entrambi e sorrisi felice quando acconsentirono. Scendere le scale mi sembrò più difficile del solito. Ideo non voleva darsi una mossa troppo impegnato a guardare il telefono dell'amico. Li lasciai perdere e mi avviai da sola lasciandoli nel bel mezzo di una conversazione sulle auto. Entrai in mensa e con mio piacere trovai Crystal che tentava invano di mettersi dello smalto. La ragazza aveva il vizio di mangiarsi le unghie che in realtà non potevano essere chiamate tali per le loro dimensioni ridotte. Mi accomodai accanto a lei e le sorrisi quando mi lanciò un'occhiata -Bel colore. Dovresti aiutarmi a metterlo.- dissi riferendomi allo smalto che Crystal aveva ormai chiuso, rinunciando alla sua impresa di "decorazione unghie". Annuì poco convinta, poi si passò una mano tra i capelli più rossi del solito -Allora? Non dovevi andare con i tuoi?- domandò dopo aver infilato tutti gli oggetti che aveva sul tavolo nel suo zaino viola e nero. Scocci la testa e ridacchiai divertita -Se volevi sbarazzarti di me, mi dispiace, ma non ci sei riuscita.- spostai lo sguardo su i due ragazzi che finalmente ci avevano raggiunti e sentii lo stomaco brontolare. Crystal si alzò ed uscì senza dire nulla. Rimasi un po' confusa mentre la vedevo andarsene, ma lasciai correre. Mi misi più composta ed in quello stesso momento vidi entrare un ragazzo, lo trovavo stranamente familiare, o almeno era quello che credevo fino a quando vidi i suoi occhi. Erano di un azzurro intenso che con la luce proiettata dai neon si facevano di un verde smeraldo che sembrava quasi liquido. Sorrise avvicinandosi e si sedette al posto di Crystal come se ci conoscesse. Passò la lingua sulle labbra, un movimento istintivo,pensai. Mi guardò e poi guardò Ideo e Douglas. - In questo posto di solito si mangia, ma.. potremmo fare uno strappo alla regola e utilizzare la mensa come luogo di presentazione.- disse e fece un respiro profondo,quasi come se parlare gli portasse via tutta l'aria nei polmoni -Sono Nathan. Nathan Gris di New York.-. Lo guardai confusa e annuii mentre afferravo la mano che il ragazzo aveva alzato come ad invitarmi ad afferrarla. -Magica Però.- mi presentai a mia volta e appena aumentai la presa sulla mano, due volte più grande della mia, sentii una scossa trapassarmi il corpo. L'aria mancava nei miei polmoni e per un attimo desiderai così tanto di chiudere gli occhi e di non risvegliarmi più. Quando riuscii a sentirmi meglio guardai Ideo e Douglas che mi lanciavano sguardi interrogativi. Mi alzai dalla sedia spostandola di poco ed uscii dalla mensa a passo svelto mentre Nathan mi salutava sorridendo come nulla fosse. Non riuscivo a capire cosa fosse quella strana scossa, ed inoltre mi stavo ancora chiedendo cos'era quella strana sensazione di violenza contro me stessa che avevo avvertito, quando vidi passare Peter. Sembrava un'altra persona. Aveva i capelli scompigliati e camminava a passo lento mentre masticava una gomma. Aggrottai la fronte e lo fermai afferrandolo per un braccio -Peter ma che ti è successo?-. Si girò facendo strofinare i piedi a terra e sorrise furbo -Peter? Da oggi chiamami PJ.-
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I ragazzi di Ferbestick (in sospeso)
WerewolfMagica è una ragazza-lupo di 15 anni pronta ad iniziare una nuova vita con il suo amico Douglas,entrando nella grande scuola di Ferbestick. Incontrerá nuovi amici e vecchie conoscenze. Si troverá in guai seri,ma anche in situazioni piacevoli. Con il...