Fisso il soffitto mentre sono sdraiata sul mio letto. Batto nervosamente l'indice e il medio della mia mano destra sul comodino, provocando un rumore piacevole con le mie unghie lunghe, a cui avevo fatto da due giorni una bella french.
La sveglia segna che sono le 19. A breve dovevamo andare dal vicino. La mamma aveva preparato una specie di festa per il ritorno del figlio. Ci sarebbero state un sacco di persone, presumo. Non avevo voglia di andarci, ma più che altro lo facevo per Patri. Lei era sempre stata così gentile con me. Quando ero piccola mi invitava spesso di là, passavamo i pomeriggi insieme.
Mi riempiva di attenzioni, mi parlava, mi teneva compagnia. Mi cucinava un sacco di cose buone. Lei si divertiva a stare con me. Avendo un figlio maschio forse in me rivedeva la bambina che non aveva, e così poteva passare del tempo con me.
In effetti mi sono sempre chiesta come fosse possibile che una donna così dolce e amorevole avesse un figlio così antipatico.
Mentre mi tolgo la canottiera e mi infilo una maglietta a maniche corte sui pantaloncini poiché le serate non erano più troppo calde, la mia attenzione é catturata dal diario appoggiato in mezzo ai miei vecchi quaderni sulla libreria. Quel diario con la copertina grigia su cui non scrivevo da tempo.
Mi era stato regalato da mia zia Marina per il mio compleanno. Quando compì 10 anni, ed uno uguale identico lo prese poi anche a mia sorella. Lo prendo in mano. É scritto fino a metà. Una metà é completamente ancora bianca.
La prima pagina parlava dei miei genitori; e in quella accanto vi era una foto di loro con me e mia sorella. Tutti e quattro sorridenti. Era la mia preferita. La più bella per me. 4 dicembre 2000. La prima pagina che scrissi non poteva che essere per loro. I pensieri di una bambina di 10 anni erano lì, nero su bianco.
Mentre sfogliavo velocemente le pagine, con foto e bigliettini che spuntavano dai bordi, notavo come la mia calligrafia fosse cambiata negli anni. L'ultima pagina che scrissi portava la data 3 luglio 2009, quando finì la maturità. Da un anno non ci avevo scritto più nulla. Era un mio modo per esternare i pensieri, ma ultimamente nella mia vita non era successo niente di che. Forse stasera potrei annotarci le mie impressioni su quanto sarà stata noiosa la festa per me.
"Siete pronte?" la voce di mia zia proveniente dalla sala risuona per le scale. "Si arrivo" rispondo, riponendo il diario. Scendo velocemente, notando che mia sorella era ancora in bagno. Chissà come si sarebbe vestita. Ci impiegava sempre secoli per prepararsi.
"Andiamo allora? Ma...Anita vieni così tu?" mi domanda mia zia. Annuisco. "Perché?" le chiedo. Cosa si aspettava che mi mettessi un abito lungo?! "No nulla..cioè lo so che andiamo solo da Patri però..vabbe dai lo so che tu stai comoda così". Ecco appunto. Meno male che lo sapeva. "
"Eccomi" la voce di Azzurra. Truccata e pettinata con i suoi lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle. Una minigonna e una camicetta scollata. "Ma 'ndo vai?" le chiedo sorridendo. Forse pensava di andare in una discoteca. "Be guardati tu come sei conciata" ride. Già. Così diverse all'apparenza, così simili nel carattere, anche se nessuno lo avrebbe mai detto."Ciao ragazze" Patrizia ci apre la porta. Nel loro salone c'era un sacco di gente. Riconosco subito quasi tutti i ragazzi del paese. C'erano anche i figlioletti della coppia che stava giù alla valle. Quanto li adoravo, Francesco e Alessio. Un gruppo di ragazze era seduto sul divano intento a parlare. E poi i genitori di alcune di loro, e tre persone che non conoscevo.
"Matti vieni a vedere chi c'é" sua mamma lo chiama. Lo vedo spuntare dalla cucina con in mano una birra. Posa subito la bottiglia sul mobile nell'entrata e mia sorella gli corre incontro. "Eila bellezza" dice il ragazzo, mentre Azzurra le salta in braccio stampandogli un bacio sulla guancia. "Sei ancora più bella dell'ultima volta" le dice mentre le fa fare un giro su sé stessa. "Mi sei mancato troppo" le dice mia sorella abbracciandolo ancora.
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||Alcune Sere|| ~ Briga
RomanceEra questo l'inconveniente di vivere in un piccolo paese. Anche se non lo vuoi, tutti sanno tutto di te. Io invece cercavo di farmi i fatti miei, immersa nel mio mondo. E le sere passate in quel giardinetto me le ricordo come fosse ieri. Persa nei m...