"Ecco a lei" porgo il caffè con la brioche al cliente.
Ormai erano tre settimane che lavoravo al bar.
Le cose andavano bene, avevo capito come funzionava.
Arrivare in orario era la prima cosa. E io la rispettavo. Essere cortese anche. Avevo anche preso confidenza con le macchinette del caffè, e preparavo piatti anche abbastanza velocemente.
Si, mi trovavo molto bene.
La signora era gentile nei miei confronti, e anche suo fratello Beppe, un uomo sulla quarantina molto bravo a cucinare. Avrei potuto imparare molte cose da lui, quando nei piccoli ritagli di tempo tra un'ordinazione e l'altra riuscivo a vederlo mentre impastava o preparava torte.
E con Mattia avevo cominciato a parlare, o meglio a riparlare, e devo ammettere che alcuni suoi lati del carattere non li conoscevo. E non erano poi così male."Levate che devo fà er caffè" la voce di Mattia mi rimprovera.
Dietro al bancone lo spazio non era eccessivamente grande, e se passavamo in due rischiavamo di intralciarci.
"Stai calmo eh" gli lancio un'occhiataccia.
"Dai Ninni" mette una mano sul mio fianco destro per spostarmi.
Quel piccolo contatto quasi mi fa sobbalzare. Non ero abituata a stargli così vicino. E non so perché mi facesse questo strano effetto. Come se mi facesse quasi piacere.
"Mi prepari la decorazione per questo?" Mattia mi indica il piatto appena preparato da lui.
"Sto facendo un marocchino come vedi" gli rispondo, mentre metto la nutella nel bicchiere.
"Lo finisco io dai, che quello é per una bona" mi fa l'occhiolino.
"Ah... quindi io dovrei farti un bel piatto affinché tu possa fare colpo sulla cliente?" dico buttando l'occhio al di là del bancone per scorgere la ragazza in questione. "Esatto! Sei intelligente" abbozza un piccolo sorriso. "Vabbe, poi ti sdebiterai in qualche modo però" dico scherzando, mentre decoro il piatto spolverandolo con dello zucchero a velo e sistemandoci sopra dei lamponi.
Glielo porgo sorridendo. "Ammazza che bello!" lo prende andando al tavolino. Sorrido mentre lo vedo parlare con la ragazza. Si starà vantando del piatto spacciandolo per suo.Alle 17 stacchiamo. Mi tolgo il grembiule e mi avvio sul retro per uscire.
"Aspettami fuori" mi dice Mattia. Annuisco. Lo vedo andare verso la cucina.
Mentre mi sciolgo la coda passando una mano tra i miei capelli per smuoverli sento il mio cellulare vibrare. Un messaggio da Marco. 'Domani sera notte bianca in paese. Vi aspetto tutti'. Sicuramente aveva inoltrato il messaggio ai soliti. Mentre leggo vedo il ragazzo spuntare dal bar.
"Domani sera" mi dice, vedendomi intenta a leggere il messaggio sul cellulare. "Si.. ci vai?" chiedo riponendo il mio telefono nella borsetta. Annuisce. "Si andiamo dai. Ci ubriachiamo un po" ride. "Mmm si, ottima idea". Da quando lavoravo in quel bar effettivamente avevo cominciato a bere più del solito. Un pò per assaggiare i cocktail che preparava Simone, uno dei due ragazzi che avevano il turno serale dopo di noi, e un pò perché mi sentivo bene, più leggera. Riuscivo ad essere più libera, e per esempio a non pensare che tra meno di venti giorni, il 24 ottobre fosse il mio compleanno. Compleanno che avevo quasi dimenticato di festeggiare. Che non amavo festeggiare. Eppure sarebbe stato un traguardo importante. 20 anni. Già. 20 anni si compiono una volta sola.
I miei compleanni precedenti erano stati sempre in famiglia, con mia sorella e mia zia. Non so perché ma era una mia avversione. Una mia strana mania. Soltanto il diciottesimo era stata una vera festa, a sorpresa, organizzata da mia sorella."Senti te va di vedere un film? Mi sdebito per prima" sorride. "Almeno te l'ha dato il numero?" gli chiedo. "No..mi sa che é fidanzata".
"Oppure non gli interessi" rido, salendo sulla mia bicicletta.
"Naa, impossibile. Allora vado a preparare, scelgo io il film ok? Tu mi raggiungi tanto sai dove abito" sale sul suo motorino, posizionando il casco rosso in testa.
"Ok. Non mettere film pallosi però".
Lo vedo scomparire sulla strada, mentre comincio a pedalare verso casa.Suono al numero 6 del suo citofono. Metto la bici in cortile.
La porta d'ingresso é aperta, allora ne approfitto per entrare. Appendo la mia borsetta all'attaccapanni e lo vedo spuntare dalla cucina con in mano un pacchetto di patatine e una bottiglia di coca cola con due bicchieri di plastica. Aveva avuto anche il tempo di cambiarsi, era scalzo con dei pantaloncini e una maglietta blu.
"Me so messo comodo" si indica. Annuisco. "Sei a casa tua" dico, come per dire che era giusto si mettesse come gli andava meglio.Si siede sul divano posando cibo e bevande sul tavolino di vetro davanti a noi.
Afferra il telecomando.
Mi siedo accanto a lui e prendo in mano la scatola del film che presumo abbia inserito nel lettore dvd per vederlo.
The last song. Film con Miley Cyrus. Rigiro la custodia tra le mani, per vedere le immagini e leggere la trama.
"Ne ho sentito parlare, volevo andare a vederlo al cinema" dico. Era uscito qualche mese fa.
"Mia mamma ne va pazza. Ha letto il libro perché Nicholas Sparks le piace molto. E poi si é presa questo. Dovrebbe piacere alle ragazze. Poi la protagonista é abbastanza figa dai, lo possiamo vedere" sorride accendendo la tv. "Ah be allora.. comunque lui mi sembra molto interessante piuttosto" dico commentando il protagonista maschile. "N'altro biondo. Se ti piace il genere" fa una smorfia.
Il genere. Scoppio in una risata.
Non so dove avesse preso quella frase ma mi aveva fatto ridere davvero molto.
"Sono simpatico lo so" mi sorride.
Mi verso della coca cola e comincio a mangiare un po di patatine.Verso la metà del film faccio una cosa strana. Che mai mi sarei aspettata di fare.
Ronnie, così si chiamava la protagonista, litigava con il padre. "Mi sta sul culo questa" commento. Sapevo bene perché stessi dicendo quelle parole. Perché si comportava così mentre io avrei dato tutto per riavere qui il mio papà almeno un giorno. Il ragazzo accanto a me abbassa gli occhi, deve aver capito il mio stato d'animo. "Se non ti va non lo guardiamo più" propone. Scuoto la testa.
Mi sposto verso di lui, e appoggio la mia schiena contro il suo petto. Avevo bisogno di sentirmi protetta, di sentirmi al sicuro. E lui stranamente mi trasmetteva questa sensazione. Colmava il mio strano desiderio di affetto.
Lui mi circonda con le sue braccia.
Ero al sicuro. Si. Stavo bene.
Passo le mie dita sul suo braccio, andando dal gomito al polso e viceversa. Sposta il viso, posso sentire il suo respiro sul collo.
É una bella sensazione. Strana. Nuova. Mi sussurra all'orecchio "Questa dolcezza improvvisa?".
Alzo le spalle, e mi volto un poco verso sinistra per poter incrociare il suo sguardo.
Sinceramente non so cosa dire. Perché non c'era un vero e proprio motivo, non c'era una ragione vera e propria per il mio comportamento.
"Mi andava così" dico, attribuendo una sorta di motivo illogico al mio gesto.
"Non che mi dispiace eh" sorride mentre con la mano destra comincia ad accarezzarmi i capelli ed il viso. É estremamente piacevole. Mi stupisco di me stessa e dei miei pensieri, eppure i pensieri erano quelli e non li potevo controllare.La fine é triste. Il padre di Ronnie muore, lei resta con il ragazzo, e insieme al padre scrivono un'ultima canzone. La loro canzone. Quella che li unirà per sempre. Trattengo le lacrime perché ero sempre stata forte, e non mi commuovevo certo per un film. "Tutto sommato bello dai..apparte qualche pezzo" commenta il ragazzo vicino a me, mentre mi scosto da lui. "Già" annuisco, rimanendo rapita dalla canzone finale.
Everybody needs inspiration
Everybody needs a song
A beautiful melody, when the night's so long
Cause there's no guarantee, that this life is easyChe frasi. Stupende. Azzeccate. La verità condensata in poche parole. Tutti hanno bisogno di una canzone. Una canzone per affrontare la notte, la malinconia, la vita, che non é semplice. Non lo é mai.
When I look at you
I see forgiveness, I see the truth
You love for who I am like the stars hold the moonQuando ti guardo. Già. Trovare qualcuno da guardare con occhi speciali, qualcuno che ti rispecchia, e che ti ama per ciò che sei.
Però quando lo guardo... sto bene."Everybody needs a song" ripeto questa frase. "Nessuno meglio di me può dire che é vero" sorride.
"É proprio così eh.. comunque bel film dai" dico alzandomi dal divano. "Abbastanza. In buona compagnia però" mi sorride seguendomi, accompagnandomi alla porta. "Quando vuoi sono qui" sorrido, prendendo la borsetta. Mi alzo in punta di piedi, e gli lascio un bacio sulla guancia. "Sto cambiamento mi stupisce Ninni lo sai?" abbozza un sorriso, passandosi una mano tra i capelli. "Pure a me effettivamente" mi scappa una risata.
Mi stampa un bacio sulla guancia anche lui, prendendomi per i fianchi.7 ottobre 2010
Mi sento strana. Troppo. Mi sto comportando in modo strano. Eppure é quello che desidero. Che casino.
When I look at you.Scrivo i miei pensieri sul diario dopo questa serata. Mi aiuta. Una sorta di rito per mettermi in pace con me stessa.

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||Alcune Sere|| ~ Briga
Roman d'amourEra questo l'inconveniente di vivere in un piccolo paese. Anche se non lo vuoi, tutti sanno tutto di te. Io invece cercavo di farmi i fatti miei, immersa nel mio mondo. E le sere passate in quel giardinetto me le ricordo come fosse ieri. Persa nei m...