7. La sua voce

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"Ma scherzi vero?" dico in preda al panico.
"Eh no. Siamo fermi..si é bloccata l'ascensore" continua il ragazzo davanti a me. Lui era tranquillo, rilassato. A differenza mia che andavo su e giù nervosamente per l'ascensore, e continuavo a fissare quel display che indicava che stavamo al 3 piano.

"Ho pure lasciato il cellulare in stanza cazzo. Tu lo hai?" gli chiedo.
Scuote la testa. "No pure io lo ho lasciato lì. Comunque stai tranquilla dai" cerca di rassicurarmi, ma era un tentativo vano.
"É colpa tua Mattia. Se io avessi premuto il pulsante 0 a quest'ora sarei già arrivata. Invece siamo qui intrappolati, chiusi in un quadrato di 3 metri per 3, senza aria" dico tutto d'un fiato.
"Oh dai. Non sai cosa farebbero le ragazze per rimanere chiuse in un'ascensore con me. E tu che c'hai questa opportunità dovresti sfruttarla bellezza" mi si avvicina, posizionando le mani sui miei fianchi e chinando il viso verso il mio.
Ancora..ci risiamo.
Rimango immobile scuotendo la testa e guardandolo male.
"Ok, ok.. ho capito" punta i suoi occhi nei miei, e molla la presa, scostandosi da me.
"Qualcuno si accorgerà che l'ascensore non funziona e verrà ad aiutarci" dice scrutando i vari pulsanti. Ne preme uno rosso. "Segnalato.. ora arrivano dai tranquilla" mi dice.

Annuisco e mi siedo per terra, poggiando la schiena al muro.
Comincio a sudare freddo. Ho dei brividi e immediatamente sento il mio viso caldo, e la testa girare.
Probabilmente divento pallida in volto tanto che vedo Mattia sedersi accanto a me. "Oi ma che hai?" chiede preoccupato mettendomi una mano in fronte.
"Sto male.. io.. mi agito quando sto in luoghi chiusi. Soffro di claustrofobia" dico a stento, mentre il mio cuore continua ad accelerare i suoi battiti, a causa dell'ansia e dell'affanno che si impossessano di me.

"Non lo sapevo" dice guardando per terra. "Cosa posso fare?" mi domanda. "Nulla Mattia, nulla. Fa solo che arrivi qualcuno" ansimo.
"Aspetta, vieni qui" mi prende per un braccio e fa adagiare la mia testa sulle sue gambe incrociate. "Devi rilassarti" dice a bassa voce.
Allungo le gambe in avanti, ero praticamente sdraiata sul pavimento dell'ascensore con la testa poggiate sulle sue gambe, un poco rialzata dalla posizione completamente distesa.
Con la mano destra comincia ad accarezzarmi i capelli.
"Rilassati, c'hai il cuore che te esce dal petto tra poco" sorride.
Mi volto leggermente a destra, per vedere allo specchio quell'immagine stranissima.
Io e il mio vicino di casa assieme. Sembravamo una di quelle coppiette stese sull'erba al parco.
Eravamo simpatici però. 
Sul mio volto si forma un piccolo sorriso spontaneo, che lui subito coglie.

"Senti dimmi qualcosa, raccontami qualcosa di bello" gli chiedo, mentre ancora l'ansia é viva dentro di me.
"Chiudi gli occhi" dice quasi sussurrando.
Faccio come mi dice.
"Dimmi na canzone che ti piace" mi chiede.
Ci rifletto un attimo. Ce ne sono tante effettivamente.
"Mmm non so.. destinazione paradiso di grignani?" dico.
"Bella quella" sento approvazione nel suo tono.
"Ma perché m'hai chiesto sta cosa?" domando, tenendo sempre gli occhi chiusi e cercando il suo braccio.

"Un viaggio ha senso solo senza ritorno se non in volo, senza fermate nei confini, solo orizzonti neanche troppo lontani" comincia a canticchiare, a bassa voce.
La sua voce é molto particolare. Calda e rilassante. Mi perdo nel suono, ascoltando come scandisce ogni singola parola.
Piano piano riacquisto una giusta temperatura corporea, e non sento più brividi di freddo.
La mia ansia si placa a poco a poco.
"Io mi prenderò il mio posto e tu seduta lì al mio fianco mi dirai, destinazione paradiso Paradiso città"  mentre pronuncia le parole di questa canzone continua a passare le sue dita tra i miei capelli, e sembra davvero funzionare. Mi sto calmando.

"Va meglio?" mi domanda.
Soltanto in quell'istante riapro gli occhi e guardo verso lo specchio. "Si, non so come ma si" sorrido. Il mio cuore si é calmato, l'agitazione si è attenuata. "Stai qui non ti preoccupare" mi dice, vedendo che stavo cercando di alzarmi. "Hai una bella voce. Sei riuscito a rilassarmi. Grazie" gli dico e scorgo sullo specchio il suo viso sorridente. "Vedi che qualcosa de buono la sò fare?" il suo viso diventa estremamente dolce. Un'espressione nuova che scorgo soltanto adesso in lui.
"Certo che potremmo morire qui dentro eh" sbuffo mentre ripenso che saranno passati molti minuti da quando Mattia aveva premuto quel pulsante, almeno 15 forse, e nessuno si era presentato in soccorso.
"Ora me metto ad urlare che dici?" mi alza leggermente sulla schiena per potersi alzare in piedi. "No vabbe dai non mi pare il caso.. potremmo restare qui tutta la notte, a me non dispiacerebbe" dico ridendo, cercando di imitare le sue battutine maliziose.
"Ninni, io ce resterei volentieri qua dentro, abbracciato a te" sorride.
Mi alzo e vado verso le porte scorrevoli che stavo aspettando si aprissero da un momento all'altro per poter finalmente uscire da qui. "Non fare il dolce che non te riesce bene" rido girandomi verso di lui. "Ah no eh?" continua. Scuoto la testa.

"Ma dov'è che stavamo andando?" gli domando. Chissà cosa c'era al quarto piano.
"Sul terrazzo. C'é una bella vista del mare, e si sta tranquilli".
Annuisco. Era un pensiero carino.

Qualche minuto dopo, sentiamo un rumore. "Ao era ora!" urla Mattia.
Finalmente era arrivato qualcuno. Tre persone della sicurezza aprono le porte, e mi precipito subito fuori. "Scusate, la segnalazione é arrivata poco fa" dice uno di loro. "State bene?" chiede l'altro. "Si" dico mentre Mattia mi raggiunge. Respiro a fondo, e finalmente sono del tutto calma. "Vi serve qualcosa?" continua l'uomo. "No grazie.. é tutto apposto" dice Mattia.
"Scendiamo a piedi direi no?" scherzo. "Prendiamo un'altra ascensore se vuoi eh" ride Mattia. Mi avvio alle scale e lui mi segue.
Raggiungiamo gli altri, si saranno anche preoccupati perché era passato parecchio tempo da quando me ne ero andata. "Comunque non mi hai ancora detto cosa ci facevi qui in corridoio" gli chiedo mentre scendo piano le scale.
"Nulla, volevo prendere l'accendino dalla stanza" mi risponde, mostrandomelo.

Torniamo in spiaggia e troviamo i tre preoccupati. "Dove cavolo eri finita??" mi urla Sandra avvicinandosi. "So rimasta chiusa in ascensore..non sai che ansia" dico mentre anche Marco si avvicina e mi abbraccia. "Come stai? Ti sei spaventata?" mi chiede il ragazzo. "Un po si.. però ora é tutto apposto per fortuna" lo rassicuro.
"Tranquilli sto bene pure io" alza le mani Mattia, vedendo che nessuno gli stava dando retta.
"Ah ma pure tu stavi in ascensore?" chiede Sandra. Lui annuisce. Racconto cosa fosse successo, mentre per fortuna nessuno fa strane allusioni al fatto che fossimo assieme.

"Comunque mi sono divertito. Quando vi va possiamo replicare ragazze che dite?" Marco ci propone di rivederci, mentre scendiamo dall'auto. "Quando volete io ci sono" Sandra sorride, e poi fa un occhiolino a Mattia, che ricambia mandandole un bacio a distanza. "Io e te ci vediamo domani allora" Sandra si rivolge a me. Dovevamo andare da sua madre in ufficio per sbrigare delle pratiche.
"Si certo, ciao" lei e Silvia vanno verso le loro abitazioni. Mattia le saluta e poi prende il suo borsone dal bagagliaio. "Marco te fermi a pranzo?" chiede al suo amico che annuisce.
"Io vado ragazzi" dico facendo loro un cenno e suonando al mio portone. Mattia mi saluta con la mano. "Ci sentiamo" mi sorride Marco.

"Ei Anita" mia zia mi saluta. "Allora come é andata?" mi domanda. Poso la borsa nella sala, e Azzurra arriva scendendo le scale. "Oh! Mi racconti tutto adesso!" dice.
Alzo le spalle. "Tutto bene. Mi sono divertita. Non pensavo, invece siamo stati bene" sorrido.

5 settembre 2010

Per una volta sono contenta della  scelta fatta. Il week-end al mare é andato meglio del previsto. Apparte qualche incomprensione, il mio vicino di casa si é dimostrato simpatico. Abbastanza.

||Alcune Sere|| ~ BrigaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora