15. Sarà diverso

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"Domani sarà tardi per rimpiangere la realtà, é meglio viverla. É meglio viverla"
-Gabri, Vasco Rossi-

Fisso quella scritta sul muretto.
La fisso per alcuni, interminabili, incessabili secondi.
La fisso per rendermi conto davvero di cosa ci fosse scritto.
Anche io
Lo vedo guardarmi a sua volta, incuriosito.
Finalmente riesco a spiaccicare delle parole.
"Cosa...?" domando.
Con due passi mi si avvicina, arrivando quasi a sfiorare la sua fronte con la mia.
"Si é opera mia. Adesso dimmi che quella in nero la hai scritta tu, altrimenti mi sono fatto una bella figura di merda" ride.
Indietreggio sul muretto, facendo forza sui palmi della mani e sedendomici sopra.
Annuisco. "Si..l'ho scritto in un momento di debolezza" sorrido.
La tensione si era sciolta, e mi sentivo inaspettatamente sollevata.
"Ok allora ho risposto alla persona giusta" sulle sue labbra si forma un altro piccolo sorriso.
"Ma come facevi a sapere che lo avevo scritto io?" domando incuriosita.
"Intuizione" sorriso beffardo. "O forse speranza. Speravo fossi tu perché ti ho visto diversa nei comportamenti ultimamente. Da quando ci siamo baciati. Ecco da quel momento qualcosa in me e successo, ma non sapevo e non immaginavo che la stessa cosa fosse successa a te; ed é per quello che mi sono allontanato" si avvicina ancora di più, posando le mani sulle mie gambe. Di quanto era alto me ne accorgevo ancora di più adesso. Nonostante fossi sul muretto dovevo tenere la testa inclinata indietro per poterlo guardare negli occhi.
"Io pensavo la stessa cosa. Mi sono spaventata perché era una cosa che non mi aspettavo, e mai mi sarei immaginata. Insomma sei...sei tu" distolgo lo sguardo dai suoi occhi, puntando i miei in basso verso la strada.
"Gia, immagino sia stato un duro colpo per te" la presa delle sua mani sulle mie gambe si fece più intensa.
"Esatto. Mi sono tormentata spesso. Troppo spesso. Ed ero arrivata alla conclusione che tu non avessi provato nulla. Poi ti ho visto con Serena e li tutte le mie domande hanno trovato risposta.." torno a guardarlo negli occhi vedendolo, per la prima volta forse da quando era tornato, abbastanza in imbarazzo.
"Una cosa senza importanza.. ma ora é diverso. Sei la prima per cui provo queste cose" dai suoi occhi traspare una dolcezza inedita per me. Che scorgo per la prima volta.
"Per me é un casino.. Emily, Serena.. ma soprattutto Sandra e Azzurra...per mia sorella sei stato importante.. tutto questo mi frena. Mi sento a disagio.. dammi un motivo per crederci davvero" lo guardo dritto nelle pupille.
Mi rendo conto di aver fatto una domanda difficile. Però in me la paura era tanta.
"Non pensare al passato Ninni. Pensa ad adesso, vivi la realtà. Guardami negli occhi". Il suo viso é troppo vicino al mio, e già solo questa vicinanza mi provoca dei brividi. "Ti chiedo di fidarti" mi sussurra.

Sento il suo respiro fondersi quasi con il mio.
Non riesco più a riconoscere e distinguere il suo battito dal mio.
In quell'istante mi passano molte immagini nella mente. Non ero mai stata davvero felice con qualcuno. Non mi ero mai sentita così. Mi ero spesso chiesta il perché. Se fossi io a sbagliare qualcosa. Se fossero gli altri. Se fosse il destino ad odiarmi, e a mettermi sempre i bastoni tra le ruote. Se fosse semplicemente questione di tempo.
Se, se, se.
Eppure adesso davanti a me avevo il suo viso. E non riuscivo a pensare ad altro se non a lui.

Scendo dal muretto.
"Baciami" gli chiedo sorridendo.
Non se lo fa ripetere due volte, e prendendomi per i fianchi poggia le sue labbra sulle mie.
Porto le braccia intorno al suo collo e la mia mano tra i suoi capelli, nel suo ciuffo biondissimo.

Il secondo bacio. Dopo quel giorno lo avevo aspettato così tanto. E le sensazioni che mi trovavo a provare in questo momento erano ancora più belle di quelle che avevo provato nel primo.
Ho sempre pensato che un bacio non si potesse descrivere.
E infatti quell'istante non lo potevo descrivere.
Mi sembrava di stare sulle montagne russe: come quando il vagone dopo aver percorso il tratto di salita si ferma in alto, prima di percorrere la discesa a tutta velocità. Ecco, quel millesimo di secondo passato sospesa, con il cuore fermo. Mi sentivo così. Posso sentire il suo cuore battere velocemente e armoniosamente. I suoi battiti avevano un ritmo regolare ma accelerato. Era una sinfonia perfetta, che si fondeva con il soffio del vento d'autunno.
Ok, il battito del suo cuore era ufficialmente diventato la mia canzone preferita.

Non so per quanto tempo le nostre labbra rimangono l'una a contatto dell'altra, ma posso affermare con certezza che furono i minuti più emozionanti della mia vita.

"Lo senti il cuore come batte forte?" mi sussurra all'orecchio, mentre appogia la mia mano sul suo petto, scostando il giubbotto con l'altra mano. A contatto con la maglietta lo potevo sentire.
Il battito del suo cuore. E batteva per me. Soltanto per me.
Ero la causa di questo battito.

"Sai cosa penso? Che ho fatto bene ad aspettare" sussurro in un sorriso, ripensando ai momenti al mare in cui voleva baciarmi, e nei quali io lo respingevo.
"Perché i bei momenti é meglio aspettarli?" mi chiede.
"No, perché secondo me non sarebbe stato lo stesso.."
"É vero. Però dobbiamo recuperare qualcosa.." mi prende per mano baciandomi di nuovo.

Ci incammiamo verso casa. Mano nella mano.
Sembravo camminare sulle nuvole, talmente ero persa nei suoi occhi e nel suo tocco.

Rientrando in punta di piedi trovo Whisky nella cuccia in salotto dormire beatamente. Lo accarezzo per poi avviarmi in camera.
Ritrovo tutto come lo avevo lasciato. Ero uscita immediatamente e i regali erano ancora sparsi sul letto e sul pavimento.
Nonostante fossero le tre di notte non avevo sonno. Dopo la festa e questa cosa inaspettata ero euforica, ma dovevo contenermi per non svegliare mia sorella che probabilmente dormiva nella stanza accanto alla mia.
Comincio a raccogliere i regali, sistemandoli alcuni nell'armadio e altri nel cassetto del comodino.
Il ventesimo regalo, il vestito bianco lo provo.
Ero curiosa di vedere come mi stava.
Guardandomi allo specchio rimango sorpresa.
Era corto, molto corto, lasciava quasi tutte le gambe scoperte. E inoltre era scollato. A vederlo non sembrava, ed era molto stretto. Probabilmente aveva sbagliato taglia. Una in più mi sarebbe forse stato meglio.
O forse la aveva sbagliata di proposito. Mi scappa un sorriso mentre lo appendo nell'armadio.

Finalmente mi infilo sotto le coperte e ascolto il cd, il regalo numero 19.
E mi addormento con il sorriso, un enorme sorriso, quando il cellulare posato sul comodino emette una vibrazione.
'Questa volta sarà diverso. Fidati'.
Era il suo messaggio.
Il primo messaggio che mi mandava.
'Mi fido, faccio bene?'
Sapevo di provocargli sorrisetti a questa mia domanda. E forse un po di fastidio. Ma dovevo esserne sicura.
Però non faccio in tempo a vedere la sua risposta che sono addormentata, cullata nelle mie coperte, con il suo sorriso stampato in mente.

||Alcune Sere|| ~ BrigaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora