19. Tre giorni

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'Ti brucerai piccola stella senza cielo
Ti mostrerai, ci incanteremo mentre scoppi in volo
Ti scioglierai dietro a una scia, un soffio, un velo
Ti staccherai, perché ti tiene su soltanto un filo, sai'
-Piccola stella senza cielo, Luciano Ligabue-

"Valli" il dottor Bruni mi chiama.
Entro nuovamente nel suo studio.

Era accogliente, le pareti erano di verde chiaro molto rilassante, ricoperte di diplomi, lauree ed attestati. Sulla scrivania oltre a fogli, foglietti, ricette mediche e penne vi erano alcune fotografie della sua famiglia. Due bambine bionde la facevano da padrone.
Erano proprio belle.
E anche lui sembrava una persona molto alla mano. E sbilanciandomi potevo addirittura affermare che pareva simpatico.

Il giorno prima io e Mattia eravamo stati al cinema e accidentalmente lui aveva rovesciato i pop-corn addosso ad una signora che non la aveva presa assolutamente bene.
Anzi dire così era quasi un eufenismo.
Si era incazzata come una iena.
Ed io davanti a quella scena non avevo potuto far altro che ridere come una matta.
Anche perché lo stesso Mattia non era uno che le mandava a dire, e mettendosi a rispondere per le rime alla signora che effettivamente lo aveva insultato un po troppo pesantemente, aveva generato una scenetta simpaticissima e degna di una rappresentazione teatrale.

Per questo motivo sono così allegra, e mentre mi accomodo sulla poltrona rossa di fronte al dottore e mi si formano quelle immagini in mente non posso fare altro se non sorridere.

"Buongiorno signorina" dice il dottore, scrivendo qualcosa su un foglio che teneva davanti a sé. "Buongiorno!" rispondo posando la borsa per terra e cercando di smetterla di fare quei risolini assurdi memori della serata precedente.
"Dunque..ho gli esiti di lunedi" dice mentre tira fuori da una busta bianca una lastra.
Il mio sguardo si posiziona sulle sue mani, intente ad estrarre la lastra nera.
Sorrido mentre la lastra compare sulla scrivania, e noto i suoi occhi farsi cupi.
"Si dottore mi dica" mi sporgo verso la scrivania, posando le braccia sul tavolo.
"Dunque..posso darle del tu?" mi domanda.
Non capivo il perché di quella domanda e della tanta suspance che stava venendo a crearsi in quella stanza.
Annuisco, mentre torno a fissare le sue mani che passano sulla lastra.
"Bene..allora rivolgiti anche tu così a me"

"Si va bene.. ma c'è qualcosa che non va?" chiedo, vedendo il signore di fronte a me abbastanza in imbarazzo. Il motivo di questa cosa non la capivo.

"Sei qui da sola?" continua.

"Si.. scusa ma ora mi sto preoccupando.. c'è qualche problema?"

"Vuoi chiamare i tuoi genitori?"

"I miei genitori sono morti dottore. Vivo con mia zia ma lei adesso è al lavoro. Scusi ma così facendo davvero non sto capendo..."

"Ah.. mi, mi dispiace. Io devo dirti una cosa e potrebbe essere meglio avere qualcuno vicino" lo vedo alzarsi e venire ad accomodarsi sulla sedia accanto alla mia.

"Dica quello che deve dire.. ho vent'anni non dieci, così non fa altro che mettermi ansia" un brivido di paura in quell'istante mi percorse tutta la colonna vertebrale. Mi alzai di scatto sistemandomi dietro la mia poltrona, ed appoggiando le mani sullo schienale.

Il dottor Bruni mi guardava con un viso preoccupato ma allo stesso tempo dolce. E comprensivo. I suoi occhi si erano riempiti di compassione.
"Non é facile per me.. l'esito della tac non è andato come speravo" pronuncia queste parole a bassa voce, tanto che faccio una gran fatica a sentirle.
Un nodo mi si forma all'altezza della gola.
"Cioè cosa quindi..." riesco ad emettere pochi suoni mentre fisso i miei occhi in quelli del dottore.
"Dobbiamo operare. I tuoi dolori sono dovuti ad una malformazione.. se non interveniamo potrebbero esserci seri problemi"
"Che problemi?" deglutisco a fatica.
"Problemi per te..complicazioni. L'operazione infatti é consigliata, anche se..." si ferma un attimo.
"Anche se..." lo esorto a continuare.
"É rischiosa e be.. c'é una possibilità che la cosa non possa andare come vogliamo"
"Ovvero? Dottore la prego.." il mio tono di voce si fa più elevato.
"Dobbiamo mettere il paziente in condizione di sapere tutto. Se va male tu potresti.."
Lo interrompo immediatamente "Potrei morire??" domando con un filo di voce.
Il suo viso, diventato ormai cupo da tempo, rivela una certa paura. Annuisce abbassando gli occhi.

||Alcune Sere|| ~ BrigaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora