'I'm so tired being here
Suppressed by all of my childfish tears
And if you have to leave
I wish that you would just leave
Because your presence still lingers here
And it won't leave me alone'
-My immortal, Evanescence-Narratore esterno
Quella ragazza esile, dai capelli rossi raccolti da un lato, aveva un grande cerotto sulla nuca, a coprire i punti che le erano stati messi per ricucire la ferita.
Era sdraiata in quel letto ormai da due settimane. In quella stanza fredda e piccola. Con le pareti bianche. Una di quelle stanze che lei tanto detestava.
Quella stanza così spoglia che sembrava vuota. Eppure quella stanza vuota non lo era mai.
Sulla sedia accanto al suo letto c'era quasi sempre qualcuno.
Le persone venivano nella sua stanza e restavano molto tempo. E le parlavano.
Era l'unica cosa da fare in questi casi. Far sentire le voci delle persone care, ricordare, e parlare.
Così si era raccomandato il dottore che la aveva seguita fin dalle analisi e dalla scoperta di quella malformazione. Lo stesso dottore che la aveva assistita durante tutta l'operazione.Dall'operazione la ragazza era entrata in coma. La malformazione era stata asportata, che era quello che tutti si auguravano. E ogni cosa sembrava andare per il verso giusto, quando ci fu una complicanza cardiaca.
La ragazza pareva dormire. Si trovava in quel letto, coperta da quel lenzuolo bianco, con le braccia fuori da esso, così leggere. Era attaccata ad una macchina che monitorava il suo cuore, e segnava le linee compiute dal suo battito cardiaco. Erano regolari. Si erano stabilizzati dopo la grande paura iniziale.
Però lei non era sveglia. Il suo viso mostrava un'espressione dolce, quasi angelica. Ed era un peccato che le palpebre chiuse non facessero vedere la luce trasparente dei suoi occhi grandi.Da una settimana su quella sedia si erano alternate parecchie persone. Tutte per lei. Esclusivamente per lei. Non ci avrebbe creduto quella ragazza di nome Anita. Non avrebbe potuto credere che tutti erano lì per lei, ad aspettare soltanto che i suoi occhi si riaprissero al mondo.
E non ci avrebbe creduto perché lei non si sentiva mai abbastanza, pensava sempre di essere un peso per le altre persone.
Invece non era affatto così.Per esempio c'era quella donna che le prendeva la mano e la stringeva nella sua. Le parlava per ore, le raccontava aneddoti e cose del passato. Sorrideva, e fissava gli occhi chiusi di quella ragazza con un amore smisurato. Un amore ed un'intensità rara. Quella donna che la aveva cresciuta.
C'era anche una ragazza; lei arrivava quasi sempre al pomeriggio e restava tutto il tempo che le era concesso.
Si sistemava accanto al letto, con la sua chioma bionda. Sorrideva spesso, le parlava di quello che aveva fatto la mattina a scuola, quando il suo unico pensiero continuava ad essere lei.
Le aveva portato il lettore cd, e quando stava con lei metteva una cuffia nel suo orecchio e l'altra in quello della ragazza dai capelli rossi. Sceglieva le canzoni con molta cura, e si metteva a sussurrare le parole, come per canticchiare. Era stonata, e si prendeva in giro per questa sua pecca, eppure non smetteva di cantare e di sussurrare le parole che negli anni avevano urlato assieme, magari davanti alla radio.Ogni tanto sembrava muovere qualche dito della mano. Era successo un paio di volte. Sempre mentre c'era la ragazza bionda. Lei entrambe le volte si era messa a correre e a chiamare il solito dottore, Bruni si chiamava, che ormai aveva preso il suo caso a cuore. Del resto fare il medico non é un lavoro come un altro. Ti ci affezzioni ai pazienti, é quasi inevitabile.
Lui si precipitava quasi subito se non era impegnato con altri pazienti. Toccava la mano alla ragazza, le tirava su una palpebra puntando la lucetta nell'occhio, che però continuava a restare fisso.
Erano stati dei falsi allarmi, purtroppo. Eppure aveva ripetuto a tutti di chiamarlo senza problemi immediatamente, se la ragazza avesse fatto qualsiasi movimento, anche il più impercettibile. Tutto poteva essere. Non si sapeva come si sarebbe risvegliata.Voleva essere avvisato subito, in qualunque caso. Era davvero una grande persona.

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||Alcune Sere|| ~ Briga
Roman d'amourEra questo l'inconveniente di vivere in un piccolo paese. Anche se non lo vuoi, tutti sanno tutto di te. Io invece cercavo di farmi i fatti miei, immersa nel mio mondo. E le sere passate in quel giardinetto me le ricordo come fosse ieri. Persa nei m...