6. Benvenuta

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Quel foglio pieno di scritte, di cancellature e di frasi riscritte inevitabilmente attira la mia attenzione. Ero sempre stata una che si faceva i fatti suoi, però davanti a dei fogli scritti non potevo resistere.
Prima di tutto perché adoravo leggere, e poi perché volevo proprio vedere qualcosa che riguardasse lui.
Aveva detto di volermi fare cambiare idea.
Mi avvicino, avvolta nel mio accappatoio ed ormai quasi del tutto asciutta, e prima di poter prendere quel foglio Mattia era già sdraiato sul letto, e lo aveva preso in mano dall'altra parte del comodino.

Lo guardo perplessa. "É solo uno schizzo, non é nulla" si affretta a dire, mentre con un abile mossa si rimette in piedi.
"E famme vedé dai" dico, cercando di prendergli il foglio dalle mani. "Non questa, se vuoi te ne faccio leggere altri".
Se voleva scoraggiarmi con tutto questo mistero aveva sbagliato di brutto. Anzi aveva alimentato in me la curiosità.
"Ma io voglio leggere questo" dico. "Eh no dai. Quando torniamo te faccio leggere quella che ho scritto in Spagna" dice, piegando il foglio in quattro.

Va bene. Non aveva capito con chi aveva a che fare.
"Ok va bene" dico avvicinandomi a lui pericolosamente, con una voce da oca che non ero solita fare mai.
Non mi sembrava poi tanto una grande idea, però era l'unico suo punto debole che potevo sfruttare e di cui ero certa.
Sfilo la cintura di spugna e faccio scivolare il mio accappatoio per terra, sui miei piedi.
Lui é davanti al letto, metto le mani sul suo petto fino a farlo indietreggiare e sedere sul materasso. Posso vedere il suo sorriso compiaciuto sul volto.
Pensava davvero che gli avrei dato questa soddisfazione? Che in pochi minuti avessi cambiato idea sulle sue intenzioni?
Mi attira a sé per i fianchi, e mentre era impegnato ad adagiarmi sulle sue gambe posso vedere che la presa sul foglio era diminuita. Mi abbasso sul suo petto, gli lascio un piccolo bacio sul collo e in un secondo sfilo il foglio dalle sue mani, mi alzo di scatto e mi dirigo in bagno quasi inciampando, chiudendomi la porta a chiave.

1-0 per Anita, palla al centro. Anzi direi che il punteggio avrebbe potuto benissimo essere 2-0. Avevo resistito alle sue insistenze, e ora lo avevo fregato.
Mi sentivo soddisfatta. Un enorme sorriso mi spunta sul viso, mentre apro il foglio.

"Che stronza!" lo sento urlare, e bussare alla porta. Posso vederlo con una faccia incazzata. Me lo immagino e immediatamente un altro sorriso di soddisfazione appare spontaneo sulle mie labbra.

Mi sente ridere e questo aumenta in lui la sua rabbia. "Questa me la paghi Anita! Preparati" dice attraverso la porta. "Eddaje non la fare tanto lunga! Ormai sto leggendo" dico mentre con gli occhi scorro le frasi scritte da lui.

La camera d'albergo é buia
Un altro tiro e svengo, l'accendo halleluia
Con calma recupero dal trauma
Tè con lo zucchero credo che mi butterò in sauna

Questa prima parte era ricca di cancellature.

Scendo e trovo te nella vasca, ricoperta di bolle blu e monegasca ma l'acqua bolle e basta
Sto cò un piede sul pavimento ed un altro dentro
Un brivido che mi percorre lento, entro

"Oddio" esclamo alla lettura di questa seconda parte. E lo dico ad alta voce, infatti sento la sua voce dall'altra parte della porta.
"Dai apri che te spiego" dice.
Che voleva spiegarmi?
"Devo leggere tutto ancora" dico.
Era più o meno la descrizione del momento che avevo passato prima con lui, ma non poteva parlare di me perché non aveva avuto il tempo materiale per scrivere.

Se vuoi farmi eccitare smetti di recitare che poi ci resti male ti posso addomesticare
Mi fa una smorfia il mio ego che si gonfia ti aspetto sopra asciugati stronza

Mmm che carino. E ormai sono convinto che, che nel mio raggio d'azione non c'é limite
Già. Cosa più giusta non poteva scriverla. Lui e la sua egocentrica convinzione.
Passo alla seconda strofa. "Oh apri dai" continua a dirmi. "Damme tempo" ribatto.

||Alcune Sere|| ~ BrigaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora