Infilo il costume nella piccola borsa bianca e nera. Il mio costume color pesca, il mio preferito. Il tempo non era dei migliori, anzi forse questi due giorni avrebbe piovuto. Bella previsione proprio.
Un altro motivo che mi avrebbe potuto frenare dall'andare al mare.
Prendo una felpa nera con il cappuccio, e dei pantaloncini.
"Ani muoviti! Sono le 10 quasi, guarda che quello non aspetta!" La voce di Azzurra mi mette ancora più ansia, ed aumenta in me la non voglia di recarmi a questo weekend.
"Ci sono ci sono" lego le scarpe da ginnastica ai miei piedi. "Certo che potevi venire però eh" le dico mentre entrambe ci alziamo dal letto, scendendo le scale che portavano in sala.
Scuote la testa, sprofondando nel divano di pelle nera e accendendo la televisione.
"No te l'avevo detto che non mi andava. Comunque divertiti dai" mi fa un cenno di saluto con la mano, ed é già incollata alla tele a guardarsi una di quelle serie tv che le piacevano tanto.
"Ciao" le dico uscendo in giardino a cercare mia zia. "Zia allora io vado.." mi avvicino a lei. "Si tesoro, dimmi quando arrivi mi raccomando. Divertiti!" mi lascia un bacio sulla guancia. Annuisco non molto convinta. "Farò il possibile" le sorrido. "Daje Ani! Nun fa così, vedrai che sarai contenta quando tornerai" mi dice. Saluto Whisky con una carezza.
Si, forse. Il motivo che mi aveva spinto ad andare anche senza mia sorella era Sandra. La mia amica che stava sei case più in là della mia. Avrei parlato con lei, almeno una cosa positiva. Aveva due anni più di me, era una bella ragazza con i capelli rossi ricci, e le lentiggini. Le davano un aspetto particolare secondo me. I suoi occhi erano di un verde scuro, tendende al marrone.
Lego in una coda i mei lunghi capelli lisci rosso scuro, molto diversi dal rosso di Sandra; i suoi erano chiari, quasi arancioni. I miei erano tinti.
Arrivo al numero 6 e suono il campanello. Qualcuno mi apre il cancello allora entro in cortile.
"Ciao" Patrizia sbuca dal retro e mi si avvicina. Parliamo un attimo, del più e del meno. Era sempre bello chiacchierare con lei.
"Matti ci teneva che ci fossi oggi. Sono contenta così potete passare un po di tempo assieme dopo tanti anni" mi sorride. Il suo modo di fare mi metteva a mio agio. Era così dolce e comprensiva. Annuisco. "Spero si comporti bene" rido. "Se fa qualcosa me lo dici e lo sistemo" e mentre mi dice queste parole il ragazzo esce dalla porta principale, con in mano un borsone poco più piccolo della mia. "Parlate de me vero?" si indica con la mano destra ed accenna un sorriso. Il solito egocentrico. Eppure questa volta aveva ragione.
Saluta sua mamma ed usciamo. "Le ragazze le passiamo a prendere a casa tanto sono sulla strada. Ecco Marco" dice recuperando dal borsone le chiavi della macchina. "Ciao Matti" saluta l'amico dandogli la mano e con un colpo sulla spalla. Tipico saluto dei ragazzi del posto.
"Anita ciao" si avvicina e ci scambiamo due baci sulle guance. "Ciao Marco. Come va?" gli chiedo. Quel ragazzo era davvero bello. Da quando aveva compiuto 17 anni lo era diventato ancora di più. Adesso ne aveva 19. Alto, biondo, occhi azzurri. I suoi capelli erano corti, raccolti in un ciuffo sulla testa. L'unico suo difetto era essere amico del ragazzo dai capelli scuri e gli occhi verdi accanto a me.
"Tutto bene grazie. Dammi" mi prende la borsa mettendola nel bagagliaio e sorridendomi.
"Annamo va che te sta a magnà con gli occhi sta regazzina" Mattia scoppia in una risata mentre prende il posto del guidatore. "Sei proprio scemo" lo rimprovero salendo dietro mentre Marco si sistema accanto a lui sorridendo, mentre il mio viso probabilmente era diventato rosso. Di un rosso simile ai miei capelli forse, da quanto sentivo le guance calde.
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||Alcune Sere|| ~ Briga
RomantiekEra questo l'inconveniente di vivere in un piccolo paese. Anche se non lo vuoi, tutti sanno tutto di te. Io invece cercavo di farmi i fatti miei, immersa nel mio mondo. E le sere passate in quel giardinetto me le ricordo come fosse ieri. Persa nei m...