"Non sai come mi sento in questo momento.. nessuno sa quello che ti sto per dire, apparte la mia migliore amica Silvia" mia sorella si é voltata a sinistra, e ora sta guardandomi negli occhi.
C'era da preoccuparsi allora? I suoi occhi blu chiaro erano divenuti improvvisamente di un colore scuro, cupo, quasi grigio.
"Lo sai che ti voglio bene e puoi dirmi tutto.. anche se forse spesso non te lo dimostro" le dico per tentare di rassicurarla.
Maledizione a me e al mio carattere scontroso e impulsivo. Spesso mi maledicevo per come mi comportavo con gli altri. Non era nelle mie intenzioni forse. O forse si.
Ero un tale casino.
Ero una persona insicura. Tutto mi sembrava difficile. Tutto per me doveva essere sempre complicato.
La mia vita era una scala ripida. E io ci scivolavo sopra, puntualmente."Io non sono da meno però" continua lei.
Quel lato del carattere ci accomunava. Scontrose, diffidenti, poco inclini a dimostrare i nostri sentimenti.Dopo aver sospirato due o tre volte la ragazza bionda vicino a me comincia il suo discorso.
"Cominciò tutto circa 5 anni fa.. stavo finendo la terza media.. e sai il mio gruppetto di allora.. andavamo al paese, al bar a chiacchierare e mangiare il gelato. E be poi andavamo a guardare i ragazzi giocare a calcio nel campetto lì accanto" si ferma. "Si Azzurra lo so, mi ricordo. Alcune volte ci hai portato pure me. Stavate lì e davate i voti ai ragazzi. Quello c'ha un bel culo, quello i muscoli, quell'altro é figo... mi ricordo eccome" sorrido al pensiero dei pomeriggi al campetto.
"Esatto.. e c'era Jessica, te la ricordi? Lei era già in prima superiore e faceva la troietta. Si era fatta mezza squadra senza problemi" dice. "Si me la ricordo" annuisco al ricordo di quella ragazza che per fortuna non era capitata in classe con me.
"Aveva adocchiato Mattia quella troia. Lui aveva 16 anni ed era perfetto per lei. Più grande e attraente. Dio quanto era bello" mia sorella e i suoi occhi sognanti. "Mmm si.. con quella faccia da schiaffi. Possibile che più sono stronzi e più a voi ragazze piacciono?" le chiedo.
Bastava comportarsi da stronzi e fare i coglioni e le ragazze erano ai tuoi piedi. Mattia era proprio così. Tutte le ragazze del paese almeno una volta avevano fatto dei pensieri su di lui. Sicuramente. Bastava vedere come lo guardavano. Ovviamente anche mia sorella. Forse ero l'unica esclusa dalla lista. Non mi piaceva il suo comportamento da spaccone, che aveva assunto appena diventato ragazzino.
"Vabbe Anita tu non fai testo. C'hai dei gusti strani. Comunque quella voleva farselo. Se lo era messo in testa. E a me non andava giù. Prima di tutto perché lo consocevo da tanto. Poi perché in quel periodo avevo cominciato a vederlo con altri occhi. Mi piaceva. Mi piaceva sempre di più. E poi perché quella mi stava sul culo. Così avevo cominciato a fare un po la scema con lui. Gli capitavo sempre tra i piedi, cosa che mi riusciva facile visto che abitiamo vicino. E l'anno dopo finalmente lui si era accorto di me. Ci baciammo, e poi cominciammo a frequentarci. Non puoi capire la faccia di Jessica quando lo scoprì. Era morta di invidia. Poi qualche mese dopo lui era partito per la Spagna, e io ci ero rimasta davvero male".
Spalanco gli occhi. Anche se mi aspettavo qualcosa di simile. "Tu e.. lui. Si può sapere perché non me lo hai detto? Dopo quattro anni!" le chiedo. Non mi aveva mai accennato nulla. "Perché ti è sempre stato antipatico. E poi non mi andava di dirtelo.. era una cosa strana per me. Lo ho sempre visto come quello irraggiungibile e quasi non ci credevo quando successe tutto. Stasera volevo ricominciare tutto, nonostante Nick.. e lui prima mi ha assecondato, e poi invece mi ha detto che era meglio evitare. Evitare perché erano passati anni, e forse le cose erano cambiate. Eravamo cambiati noi. Lui vuole divertirsi, non vuole legami, e volendomi bene non vuole farmi del male e preferisce finirla qui" si alza, sedendosi sul letto con le gambe incrociate.
"Dopo questi anni tu cosa provi per lui?" le chiedo, senza troppi giri di parole. "Non lo so.. non ti nego che ci ho pensato molto a lui mentre era distante, per un po ci siamo anche sentiti a volte.. poi é arrivato Nick e be diciamo che sono cambiata io. Però vedi ora che l'ho rivisto se lui avesse voluto io avrei ripreso tutto da come lo avevamo lasciato. Ma non perché io sia innamorata di lui perché non é così. Semplicemente perché ha un certo effetto su di me, che mi piace" dice attorcigliandosi una ciocca di capelli.
"Provi attrazione ecco. É questo alla fine. Certo che non pensavo che tu e lui... ma prima che se andasse avete...?" Azzurra mi interrompe ancora prima che io potessi finire la frase.
"No! Purtroppo no" mi dice con aria maliziosa. "Non ti nego che io lo abbia desiderato, ma avevo 15 anni e preferii aspettare. Stasera era l'occasione giusta.. però purtroppo mi sa che non se ne farà nulla". "Azzurra ma sentiti!!" alzo gli occhi al cielo. "Ahahah e dai Anita! Non so se lo vedi tu.. ti posso assicurare che ci sa fare..." si passa la lingua tra le labbra.
"Ti prego smettila! Non voglio sapere nulla.. scusa ma Nick? Lo sai che avresti potuto tradirlo? Cioè farei meglio a dire che avresti voluto proprio viste le tue esternazioni" mi alzo dal pavimento rivolgendole uno sguardo di rimprovero.
Annuisce, volgendo lo sguardo a terra. "Si lo so. Ma la nostra storia é complicata. Ci lasciamo e ci riprendiamo.. siamo strani lo sai. Comunque ora che é tornato Mattia sarà tutto come prima. Noi che andiamo da lui, lui che viene da noi. Dovrò farmi una ragione di essere una sua amica come quando eravamo ragazzini" sospira.
"Già.. purtroppo si dovrò riabituarmi a vederlo praticamente sempre. Comunque ste novità mi hanno scombussolato..devo dormirci sopra. Notte Azzurra" dico alzandomi e andando verso la porta. "Ciao Ani, notte!".
Tornata nella mia camera prendo dalla libreria il mio diario. Scrivo poche righe, per ricordarmi della serata prima di mettermi a dormire.
30 agosto 2010
C'è aria di cambiamento. Anzi di ritorno alle origini. Oggi é tornato Mattia. Spero che non sia capace di scombussolare la mia tranquilla routine con la sua arroganza.
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"Li lavo io i piatti stasera" esordisce Azzurra alzandosi dal tavolo, dopo aver finito la cena. "Scusa?" domanda mia zia sorpresa.
Era malata forse? Azzurra che volesse lavare i piatti era strano. Molto strano. "Sicura di stare bene?" le domando io.
"Smettetela, non siete simpatiche. Per una volta che voglio aiutare" sorride. Mia zia fa un cenno, e alza le mani come per acconsentire alla sua idea.
Azzurra si mette a lavare i piatti, mentre io infilo una felpa. Oggi aveva piovuto e faceva freddo. Dovevo portare Whisky a fare il suo giretto. "Torno subito" dico mettendo al mio piccolo il guinzaglio rosso e premendo il bottone per aprire il cancello.
Cammino per la stradina, mentre Whisky cerca un posto adatto per fare i suoi bisogni. Vado verso la valle, in paese ci sarebbe stata troppa gente e non avevo voglia di incontrarla.
Arrivati vicino al piccolo prato il cane si convince che quello fosse il posto giusto.
Dopo si accuccia. É già stanco? Che pigro il mio cucciolo. Lo accarezzo sulla testa e ne approfitto per gustarmi il panorama in pace. Le colline intorno a me, le luci delle case, il silenzio del luogo nella penombra. Il mio posto nel mondo. Era qui, era questo.
Sento dei passi dietro di me. E qualcuno che si schiarisce la voce.
La figura incappucciata con gli occhiali da sole mi affianca da destra.
Il mio presentimento é che fosse proprio lui. "E tu chi sei?" chiedo lo stesso, per vedere la sua reazione.
"Chiunque tu vuoi che io sia" risponde, accendendosi la sigaretta.
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||Alcune Sere|| ~ Briga
RomansaEra questo l'inconveniente di vivere in un piccolo paese. Anche se non lo vuoi, tutti sanno tutto di te. Io invece cercavo di farmi i fatti miei, immersa nel mio mondo. E le sere passate in quel giardinetto me le ricordo come fosse ieri. Persa nei m...