Chiunque tu vuoi che io sia.
Che razza di risposta idiota.Mi volto verso di lui, mentre fumava e aveva il cappuccio della felpa sulla testa.
"Mmm vediamo un pò.. non so nemmeno io chi vorrei che tu fossi" gli rispondo tirando Whisky per il guinzaglio.
"C'abbiamo le idee confuse allora piccoletta" sorride mentre aspira il fumo e si siede sul ciglio della stradina, verso il prato.
Piccoletta?? Come gli era venuto in mente di chiamarmi così.
"Già..comunque ora vado" dico girandomi verso il lato dove c'era la mia casa.
"Guarda che nun te magno eh. É la mia seconda sera qui a casa, potresti essé così gentile da raccontarme qualcosa no?" dice.
Ci mancava anche questo. Chiacchierare con lui come se fossimo vecchi amici. A dire il vero eravamo amici. Cioè amici era una parola grossa forse. Conoscenti era più adatta. Vicini di casa, amici di amici. Non sapevo nemmeno io come descrivere il nostro rapporto. Non che ci fosse un rapporto. Eravamo e basta. Non so cosa.
"Guarda" dico sedendomi su un tronco d'albero tagliato, situato accanto a dove c'era lui, "non so che vuoi sapere. Forse quello che ha da raccontare qualcosa qui sei tu. Sei tu quello che ha visto posti nuovi, mica sò io" finisco la mia frase, mettendo Whisky sulle mie gambe per accarezzarlo.
"Si io ho visto tante belle cose. Madrid é bellissima, come tutta la Spagna. Ho avuto modo de imparà la lingua e ho continuato con la scrittura dei miei testi. Ho trovato proprio l'ispirazione giusta. Sicuramente presto ce tornerò, mi sono trovato davvero benissimo. Qui invece? Raccontame qualche gossip daje".
Già, i suoi testi. Fin da ragazzino scriveva i suoi pensieri e le sue frasi su un piccolo quaderno.
E le cose che scriveva erano belle. Erano testi significativi, aveva tecnica e rime. Si discostavano dalla sua personalità irritante. Sembravano appartenere ad un'altra persona quei testi."Dev'essere bella davvero. Qui nulla, tutto uguale. Io sono una che se fa i fatti suoi. Sento ma non mi interesso più di tanto. Più che altro mi da fastidio quando le persone parlano di me e mi giudicano senza sapere" il mio sguardo é fisso davanti a me, mentre con la mano destra mi tormento l'orecchio, girando il mio piccolo orecchino d'oro. Lo facevo spesso quando ero nervosa, quando parlavo con qualcuno ed attendevo la sua risposta. E quando ero in imbarazzo.
"Te da fastidio essere etichettata. T'ho capito. Te dà fastidio che per il paese sei quella cresciuta senza genitori, quella poverina. Quella per cui provare pena" getta a terra la sigaretta, spegnendola con un movimento del piedo destro sul ciglio della stradina; incrocia le sue gambe, togliendosi il cappuccio della felpa.
Aveva centrato il punto. "Si. Ognuno deve essere apostrofato in qualche modo, anche se magari quella persona non ti conosce. Del resto io che ne posso sapere di quella persona? Ok, conosco tutti, ci parlo, ma conoscere davvero a fondo é un'altra cosa. Comunque nessuno se ne é andato. Sono tutti ancora qui, quindi se ti vuoi informare comincia pure" indico con la mia mano sinistra le case in lontananza, dove abitavano quelli per cui ero la 'povera bambina senza genitori', nonostante fossero passati 13 anni.
"So che Alessio e Francesco te vogliono bene. So belli quei pischelli eh. E poi so che tu non vuoi essere catalogata ma fai lo stesso cò il tuo vicino" mi lancia uno sguardo di rimprovero; lo posso vedere con la coda dell'occhio anche se sto fissando un punto davanti a me.
Mi volto verso di lui, per incrociare i suoi occhi.
"Mmm non é proprio corretto. Io te conosco per poter dire delle cose su di te" sorrido amaramente.
"Tua sorella nun é come te. Lei la pensa diversamente" continua. Cosa c'entra ora Azzurra?
"Ah si giusto. Abbiamo visto a cosa la ha portata pensarla diversamente.." alzo le mani.
Ride. "Eddaje che pure lei é d'accordo. Ci siamo divertiti tutto qui. E proprio perché le voglio bene non voglio fa lò stronzo" si alza in piedi rimettendosi il cappuccio in testa."Si ma comunque non sono fatti miei. Basta che lei stia bene" rispondo.
Comincia a passeggiare nervosamente su e giù di fronte a me. "Ma te ricordi quando da piccoli eri sempre da me? E io da voi? Ammetti che me volevi bene" mentre parla si guarda in giro, evitando il mio sguardo.
Annuisco. "Eravamo bambini Mattia, ragazzini". "Lo so, lo so. Però te stavo simpatico" se la ride sotto i baffi.
Preferisco non rispondere a queste sue reminiscenze. Però mentre parla dei vecchi tempi nella mia mente si formano alcuni ricordi di noi tre assieme. Delle merende che ci preparava sua mamma, di quando mia zia ci portava tutti e tre in paese, al parco, al campetto a giocare. E di tutti i pomeriggi passati assieme.
Era successo tutto tantissimi anni fa. Così tanto tempo fa."Appunto. Me stavi simpatico" sorrido, mentre con la mano destra continuo ad accarezzare la testa del mio cagnolino.
"Certo che deve essé proprio fortunato quel cane. Guarda come lo accarezzi con quelle mani, sei molto sexy ò sai" mi dice piegandosi sulle ginocchia ed avvicinandosi pericolosamente al mio viso.
Scuoto la testa. Te pareva che non dicesse qualcosa di simile. Era un pensiero fisso per lui. "Dai per favore non comincià".
Mi alzo e mi dirigo verso la stradina, con Whisky al mio fianco.
Sento i suoi passi dietro di me, ma non mi preoccupo, continuando a camminare verso casa, anche andando più veloce.
Mi raggiunge con un piccolo saltello, affiancandomi da sinistra. "Comunque.. venerdi, sabato e domenica andiamo al mare. Io e Marco. Poi ho chiesto a Silvia e all'amica tua Sandra. Se vuoi venire. Chiedi pure a tua sorella. Ci passiamo dei giorni come ai vecchi tempi".
Un weekend al mare tutti insieme. I vecchi tempi erano lontani, ma per lui sembrava che gli anni non fossero passati. Marco era il suo migliore amico. Stavano sempre assieme, giocavano a calcio assieme, ero andati a scuola assieme. Due fratelli praticamente. Di più forse.
Vedendo che la mia risposta tarda ad arrivare riprende il discorso. "Ce stanno due camere in albergo prenotate. Amici di mia mamma hanno dovuto andarsene prima del tempo così gli abbiamo dato la differenza e ho pensato de farci un salto. Ci divertiremo daje" mi da un colpetto sul braccio con il gomito.
Mentre cammino penso a quello che potrebbero portare questi giorni in gruppo. Divertimento, spero. Spensieratezza. Chiacchiere con gli amici. E battutine, comportamenti sciocchi e un pizzico di maliziosità da parte del ragazzo accanto a me. Questo era compreso nel pacchetto Mattia direi.
Annuisco. "Si va bene dai ci sto. Ne parlo con Azzurra allora e ti dico". "Perfetto. Te aspetto eh. Buonanotte Ninni" mi dice passando davanti al mio cancello e prendendo le chiavi dalla tasca.
"Scusa??" dico ad alta voce mentre suono il campanello del cancello al numero 4. "Ninni" ride mentre entra nel suo cortile.
Ninni? Dio che razza di idiota. Mi chiamava così da piccolo. Poco dopo che ci eravamo trasferiti qui e avevamo cominciato a vederci per via di sua mamma e mia zia che erano amiche. Ninni perché ad otto anni Anita era difficile da dire. Io lo chiamavo Ia. Rido a quel pensiero. Se lo era ricordato. Quanto era scemo. Eppure non era stato così male farci due chiacchiere. Magari il viaggio e la permanenza all'estero lo avevano fatto maturare. Ma meglio non illudersi troppo. La spocchiosità e l'egocentrismo non li aveva persi, anzi.
"No dai. Non mi va proprio. Cioè non per niente..ma non c'ho voglia" Azzurra rifiuta la proposta del mare. "Vabbe allora non ci vado nemmeno io" dico. "Ma no scusa perché. Vai no? Tanto c'é Sandra. Io sarei venuta ma non mi va che succeda nulla. Sarebbe inevitabile e se abbiamo deciso di chiuderla li deve essere così" Azzurra non cambia idea. Quando si mette in testa una cosa é quella e basta. Testarda e orgoliosa. Come me.
"Vabbe dai.. Ci penserò. Notte" dico andando in camera mia.
Scrivo sul diario le mie impressioni.31 agosto 2010
Chiacchierata con il vicino.. Ci vado o non ci vado al mare? No dai. Chi ne ha voglia. Senza mia sorella poi. Penso di non andarci.
STAI LEGGENDO
||Alcune Sere|| ~ Briga
RomansaEra questo l'inconveniente di vivere in un piccolo paese. Anche se non lo vuoi, tutti sanno tutto di te. Io invece cercavo di farmi i fatti miei, immersa nel mio mondo. E le sere passate in quel giardinetto me le ricordo come fosse ieri. Persa nei m...