CAPITOLO 14: L'appuntamento perfetto,o quasi.

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La macchina di Allison ha un odore di lavanda troppo forte,nonostante Stiles abbia staccato via l'alberello profumato più di qualche minuto fa.

Frena bruscamente,arrivato davanti al vialetto di Lydia e si costringe a smetterla di picchiettare sul volante.

Lei è ancora in camera sua,quando l'orologio segna le otto.

«Non è ora che tu vada?» dice Allison uscendo dal bagno,per trovare la sua amica davanti allo specchio intenta a levarsi via il rossetto.

«Nah,un po' di elegante ritardo ci vuole.» risponde lei.
«Perché stai togliendo via il rossetto?»
«Stiles mi ha detto che non gli piaceva una volta...» inizia,ma poi si blocca subito. Quando si volta verso Allison lei è impegnata a frugarle nello zaino.
«Gli appunti di matematica sono sulla scrivania.» dice,sapendo benissimo che li sta cercando. Lei le sorride appena.

«Allora come sto?» chiede infine.

Indossa una vestitino nero,stresso sul seno ma che scende morbido dall'ombelico fino a meta coscia. I tacchi sono piuttosto alti,il trucco sembra quello di tutti i giorni solo che gli zigomi sono più rossi del solito. I lunghi capelli rossi le scendono sciolti lungo la schiena,come Stiles aveva detto gli piacevano.

«Lo stenderai.» ammicca la sua amica con un sorriso
«Ovviamente!» esclama lei,cercando di nascondere il nervosismo. Anche se sa che con Allison potrebbe lasciarsi andare,sente comunque il dovere di mascherarsi. Solo con lui riesce ad essere pienamente quella che è. 

Quando arriva nel vialetto inizia a distinguere Stiles. Indossa una camicia bianca,e dei pantaloni neri eleganti. I capelli sono meno arruffati del solito,ed ha un aspetto davvero meraviglioso mentre è appoggiato alla macchina nera lucida con le mani cacciate in tasca a scrutare la casa.

«Sei... meravigliosa.» balbetta con gli occhi spalancati,e Lydia è soddisfatta del suo look semplice messo in pratica appositamente per lui.

Le apre la portiera,e l'odore fortissimo di lavanda la investe quando si sistema sul sedile. Da una parte avrebbe adorato essere nella sua jeep,avrebbe reso tutto più naturale. Sa che glielo ha consigliato Allison,e quanto fosse nervoso all'idea,per cui si limita a stare in silenzio ed apprezzare lo sforzo che sta facendo per darle una perfetta serata.

Quando entrano nel ristorante,dopo una viaggio in macchina stranamente silenzioso,si ritrovano a ridacchiare imbarazzati per i nomi francesi dei piatti che Stiles non riesce a pronunciare. Ovviamente Lydia sa alla perfezione il francese,e lui inizia ad adorare il suono melodico che la sua voce rauca assume in quella lingua.

Le porzioni sono minuscole,e finita la cena entrambe cercano di non ammettere di avere una fame tremenda. Durante il pasto,hanno parlato un po' delle loro famiglie e si sono trovati ad imbarazzarsi ogni volta che i loro sguardi si incrociavano. Saldato il conto,Lydia guida Stiles verso il parco.

«Che college vorresti frequentare?» domanda Lydia,mentre passeggiano alla luce dei pochi lampioncini che illuminano un piccolo sentiero.
«Non lo so.» fa spallucce Stiles,in realtà ha sempre voluto frequentare Standford ma solo perché sa che è ciò che Lydia sceglierà. E sembrerebbe da pazzi dirglielo. 
«Io Standford.»

Appunto.

Lui sorride imbarazzato. Perché diavolo deve esserci tutto questo silenzio?

«Ho una fame tremenda.» sbotta lei,e quasi vorrebbe ritirarlo per non offendere gli sforzi di Stiles per trovare un tavolo in quel ristorante. Ma non aveva idea facessero porzioni così piccole.

«Era proprio ora che uno dei due lo dicesse!» dice lui divertito,e lei si sente immediatamente sollevata. Poi Lydia si guarda un po' attorno,finendo per indicare una specie di stand dall'altro lato della strada.

«Madame.» dice lui,porgendogli ironicamente il gomito a cui lei si appende ridendo.

Mentre attraversano la strada,entrambe ridono e Stiles si trova deliziato dalla vera risata della ragazza accanto a lui. È quel genere di suono che ti cambia la giornata.

«Per me un gigantesco Hot Dog.» dice lei al tizio barbuto dall'altra parte della stand/chiosco,picchiettando le dita sul bancone per l'impazienza.
«Mh,due.» afferma Stiles dopo aver dato una squadrata alla vetrina.

Ritirato il cibo,ritornano nel parco e si siedono sull'erba nonostante la presenza di panchine. Lydia leva i tacchi.

«Non dovevi metterli,guarda ora i tuoi piedi.»
«Non dovresti fare commenti sui miei piedi,sono meravigliosi.» dice lei ironicamente,spostandoli come per nasconderli.
«Lydia Martin,adoro tutto di te,ma non i tuoi piedi.»

Lydia mette una mano sul cuore e apre la bocca in una 'o',fingendosi profondamente offesa. Scoppiano insieme in una risata e alla fine cadono completamente sdraiati sull'erba del parco.

«Sembriamo dei barboni.» dice lei,alzando gli occhi al cielo.
«Nahh,sembriamo più due innamorati che guardano le stelle presumo.»
«Tu riesci a vedere una stella? È completamente nuvoloso!» ridacchia lei.
«Quella!» indica di scatto Stiles,Lydia prova a vederla e dopo qualche secondo ci riesce.
«Stilinski,odio dirtelo,davvero,ma si muove.»
«Intendi dire che è tipo un UFO?» sbuffa lui in una risata.
«No intendo dire che è tipo un aereo» risponde lei,enfatizzando la parola "tipo". Lui scoppia a ridere,e lei lo segue.
«Con tutte le cose strane che succedono in questa città,potrebbe essere benissimo un UFO.» mentre lo dice,Lydia si sposta poggiando la testa sul petto di Stiles e la sua mano inizia a muoversi dolcemente lungo la sua schiena.

«Deja-vu.» mormora lui dopo alcuni secondi. Lydia lo guarda confusa e accigliata prima di ricordarsi di quando ha dormito nel suo stesso letto,e scoppiare a ridere.

«Grazie di esserci sempre per me.» dice alla fine,tornando subito seria.
«Non immagini quanto lo faccia volentieri.» mormora lui.

Lei si alza su un gomito,con i capelli che le pendono da una parte squadra Stiles. I suoi occhi nocciola la guardano incuriositi.

«Dicevi davvero quando hai detto di amarmi?» domanda improvvisamente,lui usa entrambe i gomiti per alzarsi.

«Certo.»
«Dimmelo ancora.»
«Ti amo.»

In un secondo le loro labbra furono a contatto. Stiles trova pace su quelle morbide di Lydia,ed ha tempo per perdersi nei suoi occhi fra un contatto e l'altro.

«Dio se ti amo.» mormora,prima di riportare di nuovo le labbra su quelle della ragazza dai capelli biondo fragola che ha sempre sognato di poter tenere tra le sue braccia.

Pochi secondi dopo,si avviano verso l'auto. L'erba è morbida,così lei continua a tenere i tacchi nella mano mentre sente il rilassante contatto col terreno. Lui si diverte a vederla,con un espressione rilassata e divertita per la prima volta da giorni. Non gli ha ricambiato il 'ti amo',ma lo capisce,capisce che gli ci vorrà del tempo. Già l'appuntamento è stato molto da parte sua. Giusto pochi secondi dopo,arrivano al bordo della strada. Lydia piagnucola per dover rinfilarsi i tacchi,lui alza gli occhi al cielo prima di prenderla tra le braccia. La ragazza rimane piacevolmente sorpresa da quel gesto,mentre attraversano la strada sotto gli sguardi dei passanti e degli automobilisti. Alcuni guardano la scena come se stessero girando un film romantico sotto i loro occhi,altri gli rivolgono sguardi scocciati per aver rallentato il traffico,ed altri ancora ridono della loro pazzia. Entrati in macchina,entrambe si lasciano andare alle risate. Ed è così bello per la prima volta,dopo così tanto tempo,trovarsi finalmente a ridere davvero. Il peso sul petto sembra un po' più leggero,e i disastri meno contorti. Ma solo per un attimo,prima che la macchina non venga fermata nel cuore della notte. 

Un lupo cammina a quattro zampe verso di loro,poi si alza su due,lentamente i peli spariscono e lasciano spazio alla pelle nuda. Il lupo riassume una forma umana. Ci vogliono pochi istanti per riconoscere la mascella perfetta,il ghigno sul suo volto,i muscoli tesi in ogni parte del suo corpo. 

Jackson. 


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