CAPITOLO 21: Lacrime.

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Aveva gli occhi chiusi,ma riusciva a sentire. I suoni erano confusi e sovrapposti e gli fu necessaria un po' di concentrazione per distinguerli dandogli un senso compiuto. Il suono della macchina che contava i suoi battiti,e una voce. No,due voci. Una maschile e una femminile. Una delle due voci era bassa e profonda,capì che si trattava di suo padre. L'altra era calma e tranquillizzante,come quella di Melissa Mccall. Parlavano,e Stiles non riusciva ben a capire cosa dicessero. Si sforzò di aprire gli occhi e gli sembrò di impiegare una vita per tirare su le palpebre. Probabilmente furono necessari solo alcuni minuti,che a lui sembrarono ore. Non riusciva tuttavia a mettere bene a fuoco le immagini dei due. Vedeva due corpi sfocati discutere davanti al suo letto,uno di fronte all'altro. Si alzò sui gomiti,e si rese conto di quanto fosse difficile sostenere il suo peso. Si sentiva come se fosse ubriaco,molto ubriaco. Talmente ubriaco da non essere in grado di controllare bene il suo corpo,o i suoi sensi. Sentì la conversazione interrompersi immediatamente e delle mani che lo costringevano a sdraiarsi lentamente sul letto,probabilmente erano le mani di Melissa. Quelle di suo padre erano grandi e ruvide,un po' come le sue. Dopo qualche secondo riuscì a dare un senso alla sua voce,anche se ancora non riusciva a vedere chiaramente il suo viso. Chiese cosa gli era successo,e sentì la gola bruciare ad ogni suono che usciva dalle sue labbra.

«Sei svenuto,o almeno crediamo. La notizia buona,o meglio che pensiamo sia buona,è che il liquido nero ha smesso di uscire. Scott ha spiegato tutto a tuo padre...» iniziò a dire,mentre era seduta sul bordo del suo letto e gli massaggiava amorevolmente la spalla

«Lydia. Voglio vedere Lydia.» il tono era passato da debole a deciso. Aveva bisogno solo di lei ora.

Il tocco di Melissa iniziò a rallentare,fino a che la sua mano si spostò via dalla spalla. Avrebbe voluto che lei continuasse con quel gesto. Da quando sua madre ere morta,Stiles aveva fatto affidamento su Melissa per molte cose. Non la considerava un rimpiazzo di sua madre,ma sapeva che senza il suo aiuto lui e suo padre non ce l'avrebbero fatta. La mamma di Scott infatti,non solo aveva insegnato allo sceriffo come fare il bucato o come preparare una cena senza mandare a fuoco la casa,ma aveva anche abbracciato quel bimbo dagli occhi nocciola quando lo vedeva rifugiarsi tra i cuscini del letto di sua madre a piangere. Lo aveva semplicemente abbracciato,senza spingerlo troppo a parlarne. Lo aveva aiutato,e lui non gli era mai riuscito a dire grazie. Ma d'altra parte,nessun grazie sarebbe stato sufficiente per ricompensarla di ciò che aveva fatto. Melissa McCall l'aveva salvato,senza pretendere nulla in cambio.

Sentì suo padre sospirare,e anche se non riusciva a vederlo con chiarezza sapeva perfettamente che si stava grattando goffamente la testa.

«Purtroppo questo non è possibile.» disse Melissa.

Stiles teneva lo sguardo sulle lenzuola bianche,i volti e i corpi sfocati gli stavano dando mal di testa.

«Cosa le è successo?» disse,accigliandosi.

Iniziava a preoccuparsi.

«Ti chiamo Scott.» fu la risposta di melissa.

«No,io voglio sapere cosa è successo a Lydia.» la bloccò per il polso,per impedirle di alzarsi dal letto.

«Stiles.» lo ammonì suo padre,e sentì il rumore dei suoi stivali da sceriffo che si avvicinavano.

«E' tutto okay...» mormorò la voce di melissa,mentre Stiles lasciava la presa.

Sentì attraverso il letto che si era alzata,poi capì che gli stivali di suo padre la stavano seguendo. Poi la porta sbattere. Lui tenne lo sguardo sulle lenzuola,finché non sentì la porta riaprirsi e riconobbe lo sguardo attendo degli occhi marroni di Scott.

«Come stai?» lo sentì dire.

Scott teneva le mani nelle tasche di jeans,mentre ondeggiava sui talloni incerto. Il semplice giubetto di pelle non era abbastanza caldo per quella stanza. All'ospedale si erano rotti i riscaldamenti quello stesso pomeriggio e si gelava. Melissa si era preoccupata di far indossare a Stiles una felpa appena le volanti lo avevano portato lì.

Era stato trovato dal vice sceriffo davanti casa Martin a terra e svenuto. Probabilmente voleva andare da Lydia,ma avendo sempre meno forze non ce l'aveva fatta.

«Starei meglio se qualcuno mi dicesse cosa è successo a Lydia.» scattò,cercando inutilmente un contatto visivo con Scott. Non riusciva a mettere a fuoco il suo volto. Non riusciva a mettere a fuoco niente e la cosa diventava irritante.

«Forse staresti meglio se non ti preoccupassi di Lydia né di nient'altro.» la sua voce era calma e rassicurante.

«Non posso evitare di preoccuparmi,specialmente se so che non sta bene e nessuno mi dice cosa le è successo.»

Sentì il suo migliore amico sospirare.

«E' in una specie di trance,non lo sappiamo esattamente. Lei... è stata portata ad Eichen House.»

«Cosa?» urlò Stiles.

Non poteva essere possibile.

Non poteva.

E infatti non lo era.

Era di sicuro tutto uno scherzo.

Un fottuto scherzo di merda.

Uno scherzo non divertente.

«Vedi? Non dovevo dirtelo!»

Avrebbe voluto urlare contro Scott,dirgli che leader di merda era stato,dargli la colpa di tutto. Di ogni cosa. Ma sapeva che non lo era. Sapeva che tutta questa situazione di merda,non era colpa sua. Lydia ad Eichen House,Allison chissà dove,lui in un letto di ospedale sempre più vicino alla morte,Derek scomparso da ore. Tutto era uno schifo. E sembrava non esserci nessun lieto fine.

Avrebbe voluto arrabbiarsi,rompere qualunque oggetto fosse in quella stupida stanza. Lo avrebbe davvero voluto,ma l'unica cosa che riuscì a fare fu appoggiare la schiena al muro e lasciare andare le lacrime.

Le lacrime silenziose di chi sta per morire,senza nemmeno poter vedere la donna che ama per l'ultima volta.

Le lacrime silenziose di chi ha toccato la felicità,quella vera,e ora la vede sgretolarsi davanti a lui.

La lacrime silenziose di chi ha perso,ha perso ogni cosa.

Le lacrime silenziose,di chi è arrivato al limite di tutto.

Le lacrime silenziose di chi non ce la fa più.

Nella sua mente,sente la voce roca di Lydia citare una frase.

"Come bicchieri pieni fino all'orlo di tristezza."

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CAPITOLO 21!

Fatemi sapere cosa ne pensate,nei commenti. So che non è un granché,ma la trama è tutta intrecciata nella mia mente e devo collegare il tutto capitolo dopo capitolo.

Lo scorso capitolo non era chiaro,e so che questo non ha risolto tutti i vostri dubbi ma vi prometto che alla fine sarete tipo "Ahh ho capito".

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Se vi fa schifo,cliccateci comunque ahahah. No scherzo,se vi fa schifo ditemelo nei commenti sono aperta a qualunque critica.

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