CAPITOLO 33: Giuralo.

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Dedico questo capitolo a @BebaLily77 perché "Parrish è una Winx,e le Winx non muoiono mai" e a @cacciatricedistelle perché ci ha azzeccato: JORDAN PARRISH USA LA CANDEGGINA COME DENTIFRICIO.

Malia osservava curiosa la ragazza dal piccolo vetro che si affacciava sulla sua stanza. Osservò i lunghi capelli rossi sparsi attorno a lei,mentre dormiva sul pavimento o forse era svenuta perché Isaac faceva schifo come cameriere per i prigionieri.

-Ti stai chiedendo come fa ad essere così pericolosa,non è vero?- la voce di Peter alle sue spalle la fece rabbrividire.

-È solo una ragazzina.- soffiò via la lingua di Malia.

-Anche tu eri solo una ragazzina,prima di uccidere tua sorella.-

La schiettezza di quelle parole paralizzò il corpo della ragazza,Peter percepì il suo odore cambiare e il suo corpo tendersi,quindi un sorriso storto comparve sul suo volto.

I ricordi le tornarono davanti al volto. Nessuno le aveva insegnato come gestire la rabbia,nessuno le aveva insegnato come trasformarsi a comando e come distinguere i buoni dai cattivi: Peter era scappato dopo aver messo incinta una donna di trent'anni con già una figlia a carico,e Malia era stata abbandonata alla sua natura.

I ricordi di quel giorno erano ancora vivi nella sua testa: le urla della piccola mentre il suo corpo veniva aperto,le sue zampe che affondavano nel terriccio del bosco poco lontano da casa,il ruggito di Peter,le zanne di suo padre attorno al collo di sua madre,urla e ancora urla.

-Se non ti avessi protetto facendo fuori tua madre....- iniziò Peter.

-Se avessi voluto proteggermi,non mi avresti lasciata da sola con una madre che non sapeva nemmeno cosa fossi.- la voce di Malia suonava sempre più animalesca,controllarsi non era comunque diventata la sua specialità nonostante gli anni. -Lo hai fatto perché ti serviva il tuo stupido branco,per questa stupida fobia di Scott McCall.- si voltò per incrociare quegli occhi così simili ai suoi,azzurri e freddi e spietati. Il suo volto era ormai quello di un coyote,la bocca schiusa prendeva abbondanti porzioni di aria,il naso accartocciato e le sopracciglia tese. -Ma sai che ti dico? Non può ucciderti lui,se lo faccio prima io.-
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Qualche ora più tardi.

La porta della stanza di Stiles si aprì con un cigolare rumoroso,il ragazzo scattò aprendo immediatamente gli occhi. Non vide nessuno entrare,cosa che lo fece rimanere decisamente perplesso. Fu necessario più di qualche secondo affinché riuscisse a recuperare abbastanza energia per alzarsi in piedi,il suo corpo era ricoperto di lividi e ferite ancora aperte,era debole e sofferente.

-C'è qualcuno?- la sua voce fece eco,come segno del vuoto che lo circondava.

Fece il percorso più lungo per raggiungere la porta dall'angolo remoto in cui si trovava,infatti non essendo pienamente in grado di camminare dovette appoggiarsi al muro e percorrere tutto il perimetro dell'enorme stanza.

Quando uscì fuori,in un lungo corridoio vuoto,si guardò attorno più volte prima di proseguire. Probabilmente Isaac lo avrebbe preso,probabilmente il suo prossimo pugno l'avrebbe ucciso,ma se c'era una possibilità di trovare Lydia ed uscire da lì,lui l'avrebbe barattata anche con la morte.

Le gambe gli tremavano,e la sua mano cercava sempre più spesso l'appoggio del muro ruvido. Non si muoveva più da giorni,i suoi muscoli erano indolenziti dai segni di licantropo. Cadde in ginocchio per terra,è una lacrima gli rigò il volto.

Non sapeva dove e come stava Lydia,non poteva salvarla,era debole e ridicolo,era uno stupido e non poteva salvare nemmeno se stesso. Aveva perso troppo negli ultimi mesi,ed ora era esausto e prosciugato di ogni cosa.

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