Capitolo 1

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Fa caldo a Brickell oggi. Dovrei dire forse che fa più caldo del solito visto che, nonostante sia solo la fine di aprile, in Florida c'è parvenza di estate tutto l'anno. Il sole picchia forte sulla mia testa, ma amo crogiolarmi sotto quel calore. Apro un occhio e osservo la mia casa sdraiata sull'erba nel mio giardino. Adoro la sensazione dei fili umidi tra le dita dei piedi.Mi ricorda la spensieratezza della mia infanzia, quando insieme a Brooke e Colin, ci divertivamo a giocare nelle pozze d'acqua, dopo che mio padre aveva finito di innaffiare il giardino. Annotai mentalmente di chiamare i miei due migliori amici più tardi per sapere come stavano. Da quando entrambi si erano trasferiti per seguire le proprie passioni, non ci vedevamo più tanto spesso. Brook era super concentrata sul suo praticantato in uno studio legale di Seattle, mentre Colin specializzando in medicina, aveva seguito un gruppo di medici senza frontiere in Tanzania. Ci sentivamo telefonicamente, ogni tanto qualche video chiamata su skype, ma nulla di più. Avevo voglia di stringerli in un abbraccio fortissimo, soprattutto ora che la mia vita pareva di nuovo trovarsi davanti un bivio.
Tutta la notte ero rimasta sveglia a scandagliare pezzi della conversazione avuta a cena con papà. Come spesso accadeva ultimamente, arrivati al dolce aveva ricominciato a propinarmi l'idea di lavorare nella società di famiglia, ripetendomi quanto fosse importante per lui e per la nonna che le redini della Red Wines, restassero in mano ai Castle. Riconoscevo tutti gli sforzi, i sacrifici, le rinunce fatte per portare l'azienda dal nulla a ciò che era diventata ora, un'azienda vinicola di successo in tutta Miami, eppure non mi sentivo pronta per calpestare delle orme già impresse. Volevo provare a muovere i miei passi in una direzione diversa, e volevo lasciare lì le mie impronte, anche se la prima volta non era andata bene come speravo a causa di Jack. Solo al pensiero sentì esplodere qualcosa nel petto. Dolore.  Mio padre e mia madre non erano stati per niente contenti quando, dopo un grande entusiasmo iniziale, una sera ero tornata a casa con la valigia in mano, in un mare di lacrime. La mia esperienza lavorativa era stata un disastro a causa di quell'uomo, che si era avvicinato a me con scopi ben precisi. Mi aveva conquistata, ammaliata, illusa e distrutta. In un solo anno, era stato capace di prendere il mio cuore e la fiducia in me stessa, e ridurli a brandelli. Capisco adesso le perplessità dei miei genitori quando mi sentono parlare di lanciarmi in nuove esperienze lavorative. Mi hanno rimessa insieme come si fa con i cocci rotti di un vaso, e temono che possa accadere ancora. Fu quello il momento in cui mi sentii determinata come non mai a dimostrargli una cosa. Nulla avrebbe scalfito la corazza di ferro che mi ero costruita intorno. Nessun rimprovero. Nessuna offesa e soprattutto nessun uomo sarebbe mai riuscito ad arrivare di nuovo al mio cuore. Era arrivato il momento di dimostrare a tutti, e a me stessa, che ero tornata intera, e che avevo ancora grinta e voglia di combattere per raggiungere i miei obiettivi.

Con una nuova consapevolezza, mi riscuoto dai miei pensieri e mi dirigo dentro casa, a quest'ora del giorno seduto sulla poltrona del suo ufficio c'è solo mio padre, sempre con la faccia in mezzo a pile di scartoffie. Mi trema leggermente la mano prima di bussare, inspiro a fondo facendomi coraggio e apro la porta davanti a me.
Catturo subito la sua attenzione, e mi fissa inarcando un sopracciglio.
« Amanda?», raggiungo la poltroncina e mi siedo portandomi le ginocchia al petto.
« Dammi almeno la possibilità di riprovare a fare le cose da sola. Se non dovessi riuscirci questa volta, allora ti prometto che lavorerò per la Red Wines, ma ti prego ho bisogno di rimettermi in gioco» non mi ero nemmeno accorta di trattenere il fiato, mentre alzo gli occhi per guardare la reazione di mio padre, lascio svuotare i polmoni. Mi studia per un po', e già mi preparo a sentire la sfilza di motivazioni per cui pensa che il mio sia solo un bel discorso è nulla di più, e invece quando finalmente annuisce quasi cado giù dalla poltrona per la sorpresa  « D'accordo. Non sono molto entusiasta di questa tua scelta, ma ti credo quando mi dici che ne hai bisogno»,
«sei mia figlia e avrai sempre il mio sostegno Amanda. Io e tua madre siamo solo un po' preoccupati, ma lei stessa dopo cena mi ha dato una grande idea che spero possa andarti bene » continuo ad ascoltarlo meravigliata ed in silenzio. Di quale idea stava parlando mio padre? « Ho un amico a New York a capo di una grossa azienda di telecomunicazioni, mi deve un favore, potrei chiedergli di trovarti un qualche impiego nella Helton Holding, ma non sarà clemente e paziente con te solo perché sei mia figlia. John è un dannato stronzo, potrebbe prendere la tua autostima e accartocciarla come una pallina di carta, ma se sei brava e coraggiosa a seguirlo, potrebbe portarti in alto e fare carriera. » Mio padre stava cercando di sondare la mia espressione, non so se si aspettasse di trovarvi paura o preoccupazione, ma le sue parole non avevano sortito questo effetto su di me, al contrario avevano acceso una piccola fiammella di speranza, che presto sarebbe diventato un vero fuoco da domare.
« Chiama John, chiedigli quando posso partire».

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