Capitolo 4

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Il viaggio in auto proseguì silenzioso, ogni tanto mi giravo ad osservare Jack alla guida e non potei fare a meno di notare quanto fosse ancora più affascinate concentrato e perso nei suoi pensieri.
Non capisco dove mi stia portando, ma a giudicare dal traffico e da tutte queste luci che illuminano persino il cielo, credo non molto lontano dal centro della città .
Dopo poco tempo ci fermiamo e mi rendo conto che siamo in prossimità di Central Park.
Guardo sempre più curiosa fuori dal finestrino
«siamo arrivati»dice allontanandomi dai mie pensieri e intanto scendiamo dall'auto e ci incamminiamo verso la parte nord del parco.
«da quanto tempo vivi a New York?» mi chiede non appena arriviamo sulle rive di un lago che, onestamente non riconosco
«chi ti dice che io non sia nata qui?» cerco di stuzzicarlo per fargli perdere un po di quella sua sicurezza, anche se a quanto pare, per lui sono troppo facile da comprendere.
«non ci vuole molto per capire che ti sei trasferita da poco .
Nelle pause pranzo mangi un sandwich che ti porti da casa, bevi il caffè ristretto e quando siamo arrivati qui guardavi Central Park come una bambina curiosa che vede per la prima volta qualcosa»
non mi venne in mente nulla che potesse smentire tanta ovvietà, ma non potevo certo rimanere in silenzio per il resto della serata, così automaticamente spostai l'argomento su altro che mi interessava sapere
«come fai a sapere tutte queste cose di me?»
Si voltò a guardarmi e arricciò in un modo così sensuale un angolino delle labbra
«sono un osservatore attento mia dolce Amanda, ed esserlo aiuta sia negli affari che con le donne» mi strizzò l'occhio e io arrossii all'istante
«Allora ? Da quanto tempo vivi qui?» chiede
«due settimane, sono nata e cresciuta a Miami, mi sono trasferita a New York per lavoro ed onestamente, da quando sono arrivata, mi sono concentrata solo su quello» risposi e iniziavo a sentirmi sempre meno a disagio accanto a lui
«quindi mi stai dicendo che non hai ancora visitato nessun posto qui ??? » mi domanda
«esatto, riconosco Central Park, ma non ho la più pallida idea di dove ci troviamo» lo sentii sospirare
«permettimi di farti da cicerone allora, ti mostrerò il lato della mela più buono, che vale la pena di vedere»
Annuii e lo seguii incamminarsi sulle rive ghiacciate di un lago
«questo alla tua destra è il lago di Harlem Meer . In inverno e anche in serate fredde come questa, le anatre pattinano sul lago ghiacciato, è uno spettacolo bellissimo »
Lo ascoltavo incantata dai suoi modi, dalla sua voce e da quello che mi raccontava
« Vieni »e mi prese la mano tra le sue
«se ci nascondiamo e abbiamo un po' di fortuna, vediamo se riusciamo a beccarne qualcuna stasera»
«ok» risposi entusiasta.

Camminavamo cercando di fare il meno rumore possibile ma non era facile quando sotto i piedi, avevamo un fitto tappeto di foglie secche .
Dovevo prestare il doppio dell'attenzione a dove mettevo i piedi se non volevo rischiare di spezzarmi l'osso del collo.
Sono consapevole di essere stata avvisata nel vestirmi comoda, ma accidenti, era pur sempre un appuntamento.
Mai mi sarei sognata di lasciare a casa le mie décolleté per far sgranchire un po le mie scarpe da tennis.
Questa sera però, mi sarebbero servite .

Finalmente ci fermammo dietro alcuni rami secchi di un cespuglio, Jack mi aiutò a sistemarmi accanto a lui e in silenzio insieme, aspettavamo che accadesse qualcosa.

Passarono 10 minuti e non accadde nulla. Iniziavo a sentirmi le gambe pesanti per la posizione e Jack se ne accorse, con una mossa si sfilò il giubbotto dalle spalle e lo posò a terra
«vieni qui, altrimenti dopo non riuscirai a camminare se continui a stare in questa posizione»
non esitai, stavo davvero scomoda così, e andai a sedermi accanto a lui.
Iniziammo a parlare del più e del meno, e in quegli istanti mi accorsi che Jack dietro la sua corazza era un uomo diverso.
Ad un tratto mi zittì posando un dito sulle mie labbra e a quel contatto immediatamente senti milioni di scosse percorrere il mio corpo
«Shhhh eccole»
e con l'altra mano indicava un punto non molto lontano da noi e ciò che vidi mi emozionó e rese ancora più speciale quel momento , piccole anatre che danzavano sul giacchio.
«sono bellissime, grazie Jack» mi girai verso di lui sorridendogli e notai con stupore che la sua attenzione era tutta su di me
« Tu sei bellissima Amanda» e senza potermi rendere conto in tempo di quello che stava accadendo mi baciò .

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