Capitolo 20

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Daniel

Mentre salivamo le scale per raggiungere la sala, sentivo che dopo il mio gesto Amanda con ogni passo prendeva sempre di più le distanze da me.
In fondo lo stavo facendo perché non volevo ferirla, ma capisco che lei deve essersi sentita rifiutata. Probabilmente mi sarei comportata al suo stesso modo.
Se solo sapesse invece, quanto la desidero.

Prendemmo posto a tavola e Gillian, la mia domestica, ci serví la cena.
Di ogni pietanza che le era stata servita, Amanda aveva assaggiato poco, e mangiato ancor meno.
Il suo malumore era palpabile, ed io ne ero la causa.
La osservavo nel completo che indossava e non potevo non apprezzare ogni curva del suo corpo che pareva volesse mandarmi dritto fuori strada. La sua giacca lasciava intravedere un pó dei suoi seni, era bellissima, sensuale e femminile e dovevo togliermela dalla testa.
Chissà se anche lei ricordava quel pomeriggio di giochi di tanti anni fa.

« almeno il dolce dovresti assaggiarlo» le dissi fingendomi sereno
«la torta al cioccolato di Gillian è un capolavoro di pasticceria» ci guardammo per un breve istante, poi lei tornò a posare il suo sguardo sul pezzo di torta che stava riducendo a brandelli.
Pensai che quasi sicuramente stesse immaginando me al posto della glassa e deglutii.
Dovevo provare a scusarmi, ma di solito non lo facevo mai. Non ne sapevo niente di scuse.
Già prima avevo combinato un casino, adesso non potevo che peggiorare le cose.

Amanda

Continuavo a tagliare piccoli pezzettini della torta. Mi dispiaceva per Gillian, che sicuramente aveva messo tanto impegno per farla, ma non avevo fame.
Non avevo mangiato quasi nulla, il mio stomaco si era serrato e l'unica cosa che desideravo fortemente in questo momento era tornare al 5 di Riverside Drive, nel mio appartamento.
Mi sentivo il suo sguardo addosso, ma per tutto il tempo non aveva accennato a ciò che era successo di sotto, ne aveva provato a mettere in fila un paio di parole per scusarsi.
Ero nervosa e frustata a livelli fuori dal normale, ma volevo fingermi superiore e menefreghista.

« ti ringrazio per l'invito e ringrazia Gillian da parte mia per la cena, ma adesso devo proprio andare. Si è fatto tardi» spostando la sedia mi alzai dal tavolo e lui imitó i mie gesti.
« non credo sarà felice di vedere i tuoi piatti ancora pieni »
«già, mi dispiace di essere stata scortese nel non finire ciò che lei aveva preparato, ma quello che ho assaggiato era delizioso»
«ti prendo la borsa» mi disse allontanandosi.
Mi fermai ancora una volta davanti le sue enormi vetrate. Le luci della città, coloravano di rosso le nuvole. Vedevo le macchine come piccole scie luminose, sfrecciare per la strada.
Se mi fossi affacciata dalla finestra del mio appartamento, avrei potuto vedere persone che camminavano, altre che facevamo jogging.
Dall'attico di Daniel, 120 piani da terra, sembrava che sulla terra non ci fosse rimasto più nessuno, e che noi due in questa stanza fossimo come Adamo ed Eva nel ventunesimo secolo, nell'attico dell'Even,  circondati da peccati e tentazioni.
Persa nel mio fantasticare, non mi accorsi di Daniel accanto a me, con la mia borsa in mano.
Non appena fossi uscita da questa casa, avrei rimosso tutto, avrei lasciato tutto alle mie spalle e sarei andata avanti, ignorando l'attrazione e il desiderio fisico per quest'uomo.
Strappai la borsetta di mano a Daniel e mi avviai verso l'ascensore

«grazie per la cena, ci vediamo domani in ufficio »
«Amanda aspetta..» mi fermai alle sue parole. Stava forse per chiedermi scusa?
« cosa Daniel?» domandai
« avviso Ray di accompagnarti al tuo appartamento». Ma certo. Mr ho il comando del mondo è tornato.
« non disturbare i tuoi scagnozzi Daniel, preferisco tornare a casa in taxi» non riuscì a trattenere il mio tono acido
«non sono i miei scagnozzi Amanda, lavorano per me, e mi piacerebbe sapere che torni a casa con il mio autista e non con un tassista che per quanto ne so, potrebbe essere un serial killer e farti a pezzettini nel suo cofano »
« Wow... Impressionante la tua immaginazione»
«questo è il mondo Amanda..»
« si bhe, mondo o no, guarda i notiziari domattina così saprai se sono finita a cubetti dentro un sacco della spazzatura. Buonanotte Daniel» non aspettai un secondo di più, entrai nell'ascensore e mi preparai per la discesa all'inferno.

Il taxi mi lasció sotto casa. Il tassista, un ragazzo indonesiano sulla trentina, era tutto fuorché un serial killer, si era mostrato addirittura simpatico facendo battute di tanto in tanto.
Fredd non era a casa, scalciai le mie scarpe in un angolo e tirai una bottiglia di birra fuori dal frigo.
Mi serviva alcool per non far girare gli ingranaggi nella mia testa.
Presi il cellulare dalla borsa e trovai un messaggio

Amica ho trovato una tua telefonata.
Spero tu stia bene lì nella grande mela.
A presto, Colin.

Sorrisi e risposi al messaggio del mio amico.

La grande mela è fantastica, ma tu e Brooke mi mancate un casino. Kiss

Mi mancavano veramente tanto i miei amici, così come la mia famiglia.
Magari uno di questi fine settimana sarei andata a trovarli .
Quella sera mi addormentai sognando uva, vigneti e occhi di ghiaccio.

Il suono della sveglia è un rumore con il quale non mi piace proprio svegliarmi.
Il lunedì mattina poi, è il giorno della settimana che odio di più. Il mondo riprende a girare .
Alla Helton Holdings, il lunedì è quasi sempre una giornata sovraccarica di impegni.
I telefoni suonano a centralino, e nelle pause pranzo la fila ai distributori di acqua e merendine, sembra quella del primo giorno di saldi a New York. Una volta mi è quasi parso di vedere una del diciottesimo piano tirare i capelli a una del quattordicesimo per una barretta ai cereali. Forse per l'ultimo trancio di pizza ai peperoni, l'avrei fatto anche io.

Controllo velocemente le email e intanto lavoro al BRIEF per il progetto Jensen.
Verso le dieci Daniel mi aveva chiamato nel suo ufficio e chiesto di occuparmi della cosa.
All'apparenza sembrava tranquillo, per niente turbato dal nostro bacio. Se l'aveva archiviato lui, l'avrei fatto anche io.
Per il BRIEF mi servivano tutte le informazioni necessarie per avviare il progetto comunicativo del prodotto.
Radunai diapositive, layout e tutta la documentazione e le immagini che l'Art Director mi aveva fornito qualche ora prima.
Soddisfatta del lavoro lo girai in copia conoscenza all'account di posta elettronica di Daniel e mi dedicai alla programmazione della sua agenda settimanale.
Per quanto preferissi svolgere di più il lavoro di Account, e curare i rapporti tra l'agenzia e il cliente, ero pagata per essere l'assistente personale del CEO dell'azienda, per cui mi trovavo a mettere in fila appuntamenti, pranzi, cene e riunioni.
Segnato a matita in un angolino dalla calligrafia di Daniel, notai il nome di una donna. Sara Cross.
Per lei e Daniel avrei dovuto prenotare un tavolo al Maze per cena, questo martedì.
Vale a dire domani. Quindi Daniel sarebbe uscito a cena con una donna, mentre solo il giorno prima aveva baciato me.
Strinsi la matita in una morsa fino a farne due metà. 
Sentì vibrare il cassetto della mia scrivania.
Lo aprii e presi il cellulare che aveva sul display la notifica di un nuovo sms.
Era di Brooke. Se la regina delle feste era a New York, avrebbe trovato uno o più locali dove farmi distrarre un pó.

Destinati ad Amarsi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora