Capitolo 38

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Amanda

Mi guardo intorno e la sensazione di nostalgia che si fa strada dentro di me mi sorprende.
Tornare a Brickell dopo tutto questo tempo avrebbe dovuto rendermi felice perché significava essere tornata a casa dalla mia famiglia, invece sentivo che la mia casa era lontana chilometri da qui e si trovava tra le braccia dell'uomo che amavo con tutta me stessa.
Sono passate due settimane da quella sera nel mio appartamento, ma Jack e Sara si sono attivati tempestivamente per portare a termine il loro losco piano.
Stamattina sono uscita di casa all'alba, correre mi è sembrato il modo migliore per smaltire un po' di tensione ma adesso non riesco a muovere più un passo.
Il chiosco dei giornali che ho davanti mi sbatte in faccia la realtà, ed arriva con la forza di cento pugni in faccia. Daniel e Sara abbracciati che annunciano le loro nozze per la fine del mese.
Lei è radiosa, lo sguardo di lui un pò assente ma molto lontano dalla tristezza che invece sta gelando la mia anima.

Mi chino in avanti ed inizio a respirare affannosamente, riesco a pensare solo a quella serpe di Sara.
Lei si è presa con la forza tutto ciò che mi apparteneva e a cui tenevo di più.
Lo scorso fine settimana mio padre ha ricevuto cattive notizie dall'avvocato di famiglia, la Red Wines non naviga in buone acque da un pò a quanto pare, e l'unica soluzione per evitare il pignoramento della casa di famiglia è vendere le quote ad un super interessato ed anonimo acquirente. Ho fatto le mie ricerche ovviamente e se non è stata una sorpresa scoprire che l'anonimo acquirente è Jack , sono rimasta pietrificata nello scoprire che quello che per anni mio padre ha considerato il suo fidato avvocato ed un caro amico, è in combutta da tempo con Jack per trarne i suoi interessi.
E' proprio vero, il mondo non cade mai un pezzo alla volta ma viene giù tutto insieme, e ti travolge.
Mi incammino nuovamente verso casa, ormai neanche la corsa riesce a distrarmi dai miei pensieri, la pietra che mi preme sul cuore è un peso che non svanirà mai.

Varco la soglia di quella che ormai non sento più come casa mia e mi dirigo direttamente in bagno, mi spoglio dei vestiti che indosso e mi butto sotto il getto di acqua bollente.
Sussulto non appena l'acqua entra in contatto con la mia pelle, delle chiazze rosse iniziano a formarsi sulle braccia e sui palmi delle mani ma non mi sposto, è come se quel dolore fosse una punizione che non merito ma di cui sento di aver bisogno.
Per essermi fidata ancora di Jack, per aver permesso a lui e a Sara di manovrarmi per i loro squallidi piani, per aver spinto l' uomo che amo nelle braccia di una donna spietata e meschina.
Mi lascio scivolare sulle piastrelle calde accovacciandomi a terra con le mani nei capelli, lascio che le mie lacrime si mischino all' acqua.

Non so quanto tempo sia passato, alzo la testa di scatto non appena avverto il cellulare squillare. Sono giorni che non rispondo a nessuno, neppure a mio padre, evito il telefono come la peste, evito i tremila messaggi in cui mi si chiede come sto e a cui non saprei cosa rispondere. Evito di andare su internet, di accendere la TV, di leggere i giornali, per non rivedere i suoi occhi, per cercare di scacciare dalla mia mente il momento in cui con le mie parole, sono riuscita a spegnere la luce che li faceva brillare.

Prendo il telefono in mano, chiunque sia all'altro capo non si arrende nel farlo squillare, mi sporgo e leggo sul display il nome di mio padre. Iniziano a tremarmi le mani quando premo il pulsante per rispondere alla chiamata e mi porto il telefono all'orecchio.
Un sospiro, è tutto quello che riesco a tirare fuori
« Amanda » il tono preoccupato e sollevato al tempo stesso di mio padre non mi sfugge, forse nemmeno lui si aspettava che alla fine rispondessi

«Come stai piccola mia? Sono giorni che non rispondi al telefono»

« Sto.. bene papà » sperai di riuscire a  sembrare convincente

« Con la mamma pensavamo di venirti a trovare questo fine settimana »

Per quanto amassi i miei genitori e la loro compagnia non avevo proprio voglia di vedere nessuno
« in realtà avrei degli impegni » improvvisai sentendomi subito in colpa

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