Capitolo 23

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Mi svegliai con un tremendo mal di testa.
Ci impiegai un pó a capire che ora fosse, era quasi una sensazione dolorosa decifrare i numeri dalla sveglia.
Mi tolsi il lenzuolo scoprendomi indosso una delle magliette che al liceo indossavo nell'ora di educazione fisica. Le usavo di tanto intanto in casa per fare le pulizie, ma  mai per dormire, quindi era strano vedermela addosso.
Più in là sulla poltrona, era ripiegato con cura il mio vestito rosso ed adagiati i miei sandali.
Mi sforzai di ricordare cosa fosse successo la sera precedente, ma qualcosa che mi si mosse nello stomaco mi impedì di farlo.
Iniziai ad avere brividi di freddo e a sentirmi debole e affaticata. Tremavo.
Un'altro brontolio mi fece alzare di scatto dal letto e correre verso il bagno a vomitare.
Stavo malissimo. A fatica riuscì a raggiungere la cucina per prendere dell'acqua e dell'ibuprofene.  La luce che entrava dalle finestre mi costringeva a ridurre gli occhi a fessura. Mi guardai intorno perlustrando gli spazi, tutto era ordinato e al suo posto. Un rumore secco mi fece girare di scatto in direzione della camera di Fredd.
Da quando Brooke era venuta a farmi visita da Seattle era lei ad occupare la sua stanza ed il mio coinquilino ad avere la scusa perfetta per passare le notti fuori casa.
Preoccupata mi avvicinai alla porta e la aprì.
Un uomo nudo, raccoglieva da terra ciò che rimaneva della lampada sul comodino  di Fredd, mentre la mia amica se lo mangiava con gli occhi sdraiata beatamente sul letto.
Non si accorse neppure della mia presenza, così mi schiarì la voce per annunciarmi.
Il volto di Brooke mi sembrò impallidire e poi prendere violentemente colore.
Il ragazzo biondino e mezzo nudo, rimase impassibile e a suo agio.

«Gesù Brooke, Fredd ti ucciderà» sospirai
« tu » dissi puntando il dito contro il ragazzo
« hai un minuto per prendere le tue cose e sparire » mi beccai un' occhiataccia da parte della mia amica ma la ignorai volutamente lasciando la stanza e chiudendomi la porta alle spalle.

Ero sdraiata sul divano quando all'orecchio mi arrivarono dei saluti e lo scricchiolio  della porta che si chiudeva.
Un tonfo sul divano mi fece aprire un occhio

«hai appena sbattuto fuori dal mio letto la miglior scopata della mia vita» il tono accusatorio non mi sfuggì

« ah !ah !ah ! Ti sbagli » dissi agitandole un dito in faccia
« quello non è il tuo letto, ma di Fredd. E tu non avresti dovuto profanarlo in quel modo»

« hai ragione» ammise sconfitta
«pensi che si arrabbierà ?»
« darà di matto non appena scoprirà che un uomo come quello si è esibito  tra le sue lenzuola » scoppiammo a ridere.

«che è successo ieri sera?» domandai
«mi hai portato tu a casa? Mi hai messo tu questa maglietta  e poi a letto?» sparai a raffica una serie di domande e la mia amica mi frenò
« Ehi respira. Da ubriaca sei divertente ma da sobria sei una vera rompiballe» ammise
« oh mio dio. Quanto ubriaca? Ho fatto qualcosa di stupido?» chiesi allarmata
« Smettila. Di. Fare. Domande» scandì bene ogni singola parola e io mi zittì all'istante.
«adesso vado a farmi una doccia e quando ti sarai calmata ti dirò quello che c'è da sapere» feci per chiedere di cosa si trattasse e lei mi ammonì
« ok, vai. Ma sappi che ti odio» dissi
« forse mi odierai di più dopo» detto questo sparì dietro la porta del bagno senza darmi il tempo di replicare.

Sembrò passare un tempo infinito prima di vedere Brooke uscire dal bagno.
A braccia incrociate l'aspettai poggiata all'isola della cucina « vuota il sacco», la intimai.
La sentì sospirare mentre armeggiava con la macchinetta del caffè

« che fine ha fatto la macchinetta già pronta sui fornelli?»

«quella è solo per le brave amiche» le dissi

«ed io non lo sono?» domandò

«Non oggi. Non finché non mi spieghi che cosa è successo ieri sera».

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