Capitolo 17

1.9K 102 2
                                    

Amanda

Riprendere sonno non fu facile. Mi infilai sotto le coperte , appuntandomi mentalmente di trovare il tempo l'indomani per comprare un pigiama nuovo.
Non avevo più parlato con Daniel. Si era fatto una doccia, cambiato ed era stato assorbito dal suo pc, quando chiusi gli occhi le sue dita stavano ancora picchiettando ritmicamente sulla tastiera.

Un buon profumo di caffè mi avvisò che era giorno.
Aprì un occhio, poi l'altro . La sveglia sul comodino segnava le otto. Sarei potuta rimanere nel letto ancora per un po, invece decisi di alzarmi.
Fuori dalle coperte la mia pelle si raffreddò. Un piccolo brivido mi attraversò la schiena rendendo i miei capezzoli turgidi e visibili da sotto la seta.
Non ho sentito rumori nella stanza , probabilmente Daniel sarà in giro a sbrigare chissà quale impegno. Lancio quasi un urlo per lo spavento, quando invece lo trovo seduto al tavolo della colazione, ordinato e vestito con uno dei suoi soliti completi di buona manifattura

«buongiorno Amanda»

«buongiorno Daniel» ricambio il saluto portandomi istintivamente le mani al petto a coprire il motivo del mio imbarazzo.
Non posso rimanere seduta davanti a Daniel con i miei capezzoli tesi e duri, devo trovare qualcosa, che non siano le mie braccia, per coprirmi. Lancio il mio sguardo verso la porta del bagno e in un balzo entro dentro per afferrare un accappatoio. Lo indosso e quando torno al tavolo per fare colazione, Daniel mi guarda perplesso.

« non sapevo cosa avresti preferito mangiare per colazione, così ho ordinato una porzione di tutto quello che c'era sul menù»

«vedo» dico studiando con lo sguardo tutto il cibo che si trova sul tavolo

«spero solo che tu non abbia a cuore gli sprechi. Temo che non riuscirò a finire tutto da sola» ammetto

« mangia quello che ti va, io prendo solo un caffè »

Alzo lo sguardo su di lui, che è impegnato nella lettura di un quotidiano sportivo

«solo un caffè? » domando incredula
«Non dirmi che prendi le tue energie solo dalla caffeina e non da brioche e croissant» dico addentando un invitante e gustoso cornetto al cioccolato
«dalla caffeina e dalla corsa. L'attività fisica non mi sfianca, al contrario mi ricarica. Rimarresti sorpresa nel vedere cosa sono in grado di fare dopo 10 km di corsa mattutina» dice con un ghigno, alzandosi e venendomi sempre più vicino.
Non mi sfugge il messaggio che mi lancia tra le righe. So benissimo a cosa si riferisce e il calore che sento crescere tra le mie gambe mi dice che un simile inizio di giornata non mi dispiacerebbe affatto.
Con un gesto della mano estrae un fazzoletto di stoffa dalla tasca del pantalone e lo avvicina al lato della mia bocca.
Quasi mi viene voglia di socchiudere gli occhi quando sento il calore delle sue dita irradiarsi verso la mia pelle .
« avevi un pó di cioccolato qui» dice sorridendomi, e sentendo una morsa che mi stringe il petto, ricordo a me stessa di tornare a respirare.
« Gr..grazie » farfuglio, sicura di aver preso colore in viso per l'imbarazzo.
La sua mano non si sposta , indugia vicino al mio viso ma senza toccarlo.
Lo sfiora eppure mi sembra una connessione così intima e profonda .
Mi schiarisco la voce e decido di allontanarmi con una scusa, non vorrei spingermi verso il rischio di una scelta sbagliata
« vado a cambiarmi. Prendo qualcosa prima di lasciare la stanza»
Del suo viso torna a prendere possesso l'indifferenza e la freddezza « dobbiamo essere in aereoporto per le 11. Vai pure a sistemare le tue cose, io ho da sentire alcuni clienti, se non mi trovi in stanza cercami nella sala conferenze dell'hotel appena sei pronta». Annuisco e mi allontano più in fretta che posso .

Metto tutto in valigia. Sono solo le dieci e ho ancora un po di tempo prima di dover raggiungere Daniel di sotto per andare all'aeroporto.
Prendo il cellulare dalla borsa e digito il numero di Colin. Non mi preoccupo del fuso orario che può  esserci da qui alla Tanzania, ma do per scontato che il mio amico d'infanzia sia sveglio.
Dopo cinque squilli scatta la segreteria, e non provo a telefonarlo una seconda volta. Decido però di lasciargli un messaggio in segreteria, chiedendogli di richiamarmi appena possibile.

Bussano alla porta e mi affretto ad aprire. Davanti a me il fattorino si offre di sistemare il mio bagaglio nel taxi, che evidentemente sta già aspettando di sotto.
Non fu necessario cercare Daniel nella sala riunione dell'hotel, poiché lo trovai davanti le scale ad aspettarmi
« eccoti» esclama vedendomi arrivare
«scusa, spero di non essere in ritardo. Il fattorino è passato a ritirare il bagaglio in tempo, però mi sono intrattenuta  più del dovuto con una telefonata» non dovrei giustificarmi eppure lo faccio. So che a Daniel non piace aspettare, e me ne ricordo costantemente.
« tranquilla Amanda, siamo perfettamente in orario» mi dice
« vieni, il taxi ci sta aspettando» non me lo faccio ripetere due volte.

•••

Il volo di ritorno mi crea qualche fastidio, costringendomi ad agitarmi sul sedile.
«tutto bene Amanda? Sei pallida» dice Daniel con un tono preoccupato
«solo un pó di nausea, non avrò digerito bene la colazione. Credo che mi rinfrescherò un po il viso alla toilette non appena il segnale delle cinture si spegne » dico a fatica contorcendomi a causa delle fitte allo stomaco
«sicura che sia colpa della colazione o c'è altro che ti preoccupa? Non mi sorprenderebbe sapere che hai paura di volare» mi dice scrutandomi in volto
«cosa?? Non ho paura di volare. Ho preso questa scatola di ferro già un paio di volte» asserisco convinta
«mmmh.. E le altre volte com'e andata?» mi domanda con una punta d'ironia nella voce
«ammetto che viaggiare in un metro quadrato con la testa china su quella specie di toilette non è stato il massimo come prima esperienza» cerco di ricambiare il sorriso divertito che mi sta rivolgendo . Sussulto però quando la sua mano afferra la mia e con il pollice inizia a disegnare dei piccoli cerchi sul palmo .
Mi concentro su quella sensazione e un po alla volta mi rilasso
« brava respira, ci sono io con te» mi rassicura
« ti confesso una cosa, i miei primi voli sono indimenticabili anche per me. E non in senso buono» apro un secondo gli occhi e vedo che mi strizza un occhio. È riuscito a calmarmi.
«grazie Daniel» dico e sento la sua stretta sulla mia mano diventare più forte.

Destinati ad Amarsi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora