Capitolo 3

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Finito di fare colazione raggiungiamo a piedi l'ufficio che si trova dall'altra parte della strada.
Ci dirigiamo direttamente nell'ufficio di Wes, per preparare le cartelle per la riunione .
Lavoriamo concentrati senza sosta e dopo un'ora abbiamo già terminato .
Entro nella sala riunioni per sistemare il materiale sul tavolo al posto di ogni socio, quando sento la porta della sala richiudersi alle mie spalle .
Mi giro di scatto e mi trovo davanti l'uomo del caffè, ormai l'ho soprannominato così .

Mi studia con attenzione guardandomi dall'alto verso il basso per poi sorridere compiaciuto
«volevo conoscere il nome della ragazza che ha rovinato la mia camicia preferita»
dice sicuro di se, e per la prima volta posso sentire la sua voce , dura e decisa.
Sento subito le mie guance imporporarsi per l'imbarazzo e a causa di quest'ultimo, non riesco ancora a rispondergli.
Intanto continua ad avvicinarsi fino ad intrappolarmi contro la scrivania
«allora? Non c'è l'hai un nome??» chiede severo. Cerco di darmi un tono e rispondo alla sua domanda
«mi chiamo Amanda Payne e mi dispiace molto per l'incidente di ieri con il caffè .
Accetti le mie scuse per favore » riuscì a dire d'un fiato
«mmm .. Non posso»
A quel punto sgranai gli occhi per la sorpresa. Perché non poteva?
«le ho appena porto le mie scuse più sincere, mi sembra sufficiente per passare sopra l'accaduto non crede ?» mi sorprendo anche io del tono risoluto che assumo
«no, affatto. Non mi bastano delle semplici scuse» ribadisce
A quel punto inizio a stancarmi della sua saccenza e sbotto irritata
«se le farà bastare allora. Una macchia di caffè sulla sua preziosa camicia non è impossibile da levare, magari uno come lei non saprà fare una lavatrice, ma ha abbastanza soldi da permettersi di pagare qualcuno che faccia il bucato al posto suo»
Sorpreso dalla mia risposta il suo sguardo diventò truce e notai la sua mascella irrigidirsi
«su una cosa non si sbaglia signorina Payne, ho molti soldi e posso comprarmi tutte le camicie che voglio, ma visto che lei ha rovinato proprio la mia preferita e non posso certo farmi bastare le sue scuse, la invito a cena questa sera così troverà un modo più garbato per farsi perdonare da me»concluse
«e chi le dice che accetterei il suo invito ? Non conosco neppure il suo nome, non vado a cena con gli sconosciuti» replicai
«il mio nome è Jack, Jack Sallivan .
Adesso conosce il mio nome e cognome, quindi non ha scuse per non venire a cena con me»
Rimasi senza parole e Jack ne approfittó per portare la situazione a suo favore
«chi tace acconsente. Lo prendo come un si .
Le darò istruzioni più tardi sul posto e l'ora .
A presto Amanda» detto questo scomparve dietro la porta e io ripresi a respirare regolarmente.

Wes rimase occupato in sala riunioni fino alle tre del pomeriggio, per quanto ne sapevo si stava discutendo di un affare importante per la nostra azienda.
Continuai a svolgere i miei soliti compiti e visto che non ebbi interruzioni per tutta la mattinata , mi ero già portata avanti sulle cose da fare.
Iniziai così a ripensare a Jack ed al suo strano invito a cena, sorrisi istintivamente al pensiero perché, se pure trovassi prepotenti i suoi modi di fare, mi intrigava e mi incuriosiva conoscerlo di più.

Nella mia pausa andai per la prima volta sulla terrazza agli ultimi piani, giusto per evitare qualche altro incontro ma soprattutto qualche altro disastro.
La vista di New York in una splendida giornata di primavera mi riempiva il cuore, da qui riuscivo persino a scorgere uno spruzzo di verde di Central Park e mi appuntai mentalmente di doverlo visitare al più presto e magari fare qualche foto.

Tornai alla mia scrivania e notai che anche Wes era nel suo ufficio.
Mi affrettai a preparare i documenti da fargli visionare e mi accorsi che qualcuno aveva lasciato un biglietto per me .
Lessi immediatamente il contenuto, la calligrafia era abbastanza chiara e ordinata, l'occhio mi cadde subito sulla firma e piacevolmente sorpresa notai che era di Jack.
- Passo a prenderti al tuo appartamento per le otto e se per caso te lo stessi chiedendo oltre ai soldi, ho anche i mezzi per scoprire ciò che mi interessa sapere, Amanda.
Vestiti comoda, rinuncio alla camicia per questa sera, non ho trovato nessuno disposto a fare il bucato per me ;)

Sorrisi e conservai il biglietto nella mia borsa, avevo appena scoperto che quell'uomo, aveva anche un accenno di simpatia.

Finita la giornata lavorativa tornai a casa con una punta di emozione, non mi capitava di avere un appuntamento dai tempi del liceo, per di più questa sera non era un adolescente ribelle ma un uomo parecchio sicuro del fatto suo.
Seguii il suo consiglio di vestirmi comoda e dopo aver fatto un rilassante bagno caldo, indossai un paio di jeans blu e una casacca nera e rossa.
Le otto arrivarono volando e non appena udii il suono di un clacson capì che qualcuno di sotto, mi stava aspettando.

Me lo ritrovai davanti in pantalone sportivo blu e polo verde, appoggiato con un piede alla sua elegante bmw e con piacere notai che anche fuori dal suo completo, non perdeva il suo fascino.
« Buonasera Amanda» disse non appena fui abbastanza vicina a lui da permettergli di afferrare la mia mano per lasciargli un casto bacio con le labbra.
A quel contatto sentii una scia di brividi corrermi lungo la schiena ma cercai comunque di non cedere al suo effetto e risposi composta
«Buonasera Jack o preferisce signor Sallivan?»
Sorrise alla mia risposta
«sei d'accordo con me se lasciamo da parte le formalità e ci diamo semplicemente del tu?» annuì
«perfettamente d'accordo . Dove mi porti ?»
con una mano mi aprì la portiera dell'auto e mi fece accomodare al suo interno , prima di richiuderla mi rispose
«è una sorpresa Amanda, tra non molto vedrai con i tuoi stessi occhi cosa ho preparato per te»
diventai tesa alle sue parole, aveva usato di nuovo quel tono rude e dannatamente sexy, la serata era appena cominciata e già avevo mandato il mio stomaco sulle montagne russe .

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