Capitolo 32

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"Ehi, piccola" sentii la mano forte di Liam poggiarsi sulla mia schiena. Osservai la macchina di Niall sfrecciare via, lontana da me e da tutto quel casino.
Vidi il castano pararsi davanti a me e osservarmi con guardo tenero.
"Non chiedermi come sto" dissi semplicemente
"Ok. Ti porto a casa?"
Annuii, senza proferire parola, ogni sillaba sarebbe stata vana e inutile, niente poteva descrivere il dolore che mi attanagliava.
Mi aiutò ad alzarmi e ci indirizzammo verso la mia auto, gli diedi le chiavi e lasciai che guidasse. Gli altri ci fissarono attenti ed io lasciai che mi guardassero, che notassero il mio dolore, ormai non aveva più importanza, stavo soffrendo e non avevo intenzione di nasconderlo.
Quando Liam mi riportò a casa mi infilai sotto la doccia e lasciai che il getto dell'acqua mi rilassasse ma nulla sembrava potermi calmare.

Erano passati nove giorni e non avevo ne visto né sentito Niall, sentivo forte la sua assenza, era in ogni cosa che facevo, in ogni cosa che mi circondava.
Non ero più andata al ripostiglio e l'unica cosa che mi limitavo a fare era chiedere agli altri come stesse il biondo.
Camminavo lungo la strada verso casa mia, ma i piedi a un certo punto mi portarono davanti casa di Niall.
Ero davanti il suo portone, indecisa se suonare o meno, cosa avrei fatto o detto? Volevo solo perdermi nuovamente in quelle pozze azzurre.
Suonai indecisa il campanello, e aspettai quei secondi che mi parvero ore.
Quando venne ad aprirmi alzai gli occhi verso i suoi, lasciando che la mia vista godesse di quello spettacolo che tanto mi era mancato.
Indossava una maglia nera e un paio di pantaloni di tuta grigi, era bello anche tutto trasandato. I suoi capelli biondi erano scombinati e le sue labbra mi tentavano dal baciarlo.
La sua espressione era sorpresa.
"Lexi?" era come se si fosse appena posto da sola quella domanda, come se non fosse certo che fossi davvero io quella davanti a lui.
"Ciao" dissi abbassando lo sguardo sulle mie scarpe che mi parvero più interessanti del solito.
"Che fai qui?" Potevo notare dell'indifferenza nel suo tono di voce, e la cosa mi ferii.
"Mi manchi" dissi di botto, senza mezzi termini.
Era la verità, ero lì perché mi mancava, e mentire non aveva senso.
"Lexi.." Stava per iniziare a parlare ma lo bloccai
"No.. Aspetta!" Dissi
"Niall so che quello che ho fatto fa schifo e so che è stato sbagliato, e non sai quanto me ne vergogno.
Ma ti ho chiesto scusa mille e mille volte e non so più che fare, o che dire!"
"Non devi fare e dire nulla"
"E invece no.." Entrai in casa sua, ero nervosa.
"Ti ho perdonato cose per cui nessuna ti avrebbe mai perdonato! Mi hai fatta piangere e stare male mille e mille volte ma ti amo così tanto Niall che non me ne frega un cazzo!
Voglio stare con te! E se tu vuoi stare con me mi perdonerai"
"Con il mio migliore amico Lexi!" Urlai
"Mi spiace!" Dissi superando la sua voce
"Ma che faccio? Che posso fare?"
"Nulla!"
Mi voltai e tentai di trattenere le lacrime, non dovevo piangere, non davanti a lui.
Respirai a fondo e mi voltai nuovamente avvicinandomi a lui.
"Ok" dissi vicinissima a lui e guardandolo dritto negli occhi
"Dimmi che non mi ami così tanto da passare sopra a questa cosa, dimmi che ti faccio schifo, che non mi vuoi più, che vuoi starmi lontano, che non vuoi più che io sia tua! Dimmi tutte queste guardandomi negli occhi ed io me ne andrò per sempre, non tornerò mai più da te, mai più!"
Mi guardò attentamente ed io pregai ogni santo che non mi dicesse quelle cose.
Non parlò e si avvicinò ancora di più a me, mi lasciò un bacio casto, delicato ed io sentii dei brividi percorrermi tutta.
"Non posso dirti queste cose, lo sai che non le penso"
"E allora basta Niall, basta. Diamoci tregua, ti prego"
Presi la sua mano e la portai sulla mia guancia, lui passò il suo pollice sulle mie labbra e mi baciò nuovamente, un bacio passionale, diverso dal primo.
Mi staccai e lo strinsi a me, appoggiando la mia testa sul suo collo, quella era casa mia, lui era casa mia.
"Devi andare Lexi" mi sussurrò, potevo sentire il tono della sua voce triste e quasi smorzato dal pianto.
"Perché?" Mi staccai e notai che una lacrima stava rigando il mio volto, lui prontamente l'asciugò e mi sorrise in modo malinconico.
"È complicato"
"E allora Spiegami"
"Va via"
"È ancora per Harry?"
"No"
"E allora cosa? Cosa?"
"Non rendermi le cose più difficili"
"Sei tu che le stai rendendo difficili"
Mi guardò immobile e abbassò lo sguardo.
Ero così stanca, così triste e così spazientita, non ne potevo più di quella situazione.
"Se vado via non torno più"
Non rispose.
Un colpo al cuore.
Mi voltai e andai via sbattendo forte la porta.
Avrei superato anche quella situazione, come tutte le altre volte.

Scammers (Niall Horan)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora