Capitolo 34

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Ero diretta alla festa di Tracy Jhons, era una troietta che ogni tanto si divertiva con qualcuno dei ragazzi e io la odiavo a morte, ma avevo bisogno di distrarmi un po'.
Non vedevo e sentivo Niall da cinque giorni, la forza che ci avevo messo nel non chiamarlo era incredibile ma dovevo resistere.
Forse sarebbe stato alla festa o forse no, ormai cercavo di non pensare più a come e dove avrei potuto incontrarlo.
Entrai nella grande casa di Tracy, era una bambinetta ricca e viziata, e la sua casa diceva tutto sullo stile di vita che conduceva.
Vidi gli altri ragazzi seduti sul divano con i bicchieri in mano, la musica era forte e molte persone erano già ubriache.
"Ciao a tutti" dissi urlando e mantenendo il mio finto sorriso
Ognuno di loro ricambiò il saluto, compreso Harry. In quei giorni non avevamo parlato e probabilmente non l'avremmo fatto perché io ero troppo nervosa per reggere quella conversazione, però attraverso gli sguardi c'eravamo praticamente detti che tutto era stato dimenticato e che le cose, con il tempo, sarebbero tornate come prima.
Avevo la voglia di chiedere dove fosse Niall, ma non dovevo.
Ma la mia domanda trovò risposta non appena vidi una testolina bionda fare capolinea, sentii l'ansia crescere, perché adesso mi sentivo così nervosa?
Niall si avvicinò a noi, e salutò tutti, ma io non volevo stare lì a guardarlo mentre ci ignoravamo, così mi indirizzai in cucina e mi appoggiai al piano in marmo, dove, disposte in modo disordinato, si trovavano almeno venti bottiglie di alcool, né afferrai una qualunque e mi versai da bere, ingurgitando velocemente il liquido.
"Ehi" sentii qualcuno alle mie spalle, era Niall, con la sua perfetta voce, capace di farmi pensare a mille cose sconce tutte insieme.
Mi voltai verso il biondo e cercai di apparire tranquilla, ma dentro di me tutto faceva a pugni.
"Come stai?" Davvero me lo stava chiedendo? Come potevo stare secondo lui?
"Non fingiamo di poter sostenere una tranquilla conversazione nel quale tu mi chiedi come sto e poi lo faccio anch'io, perché ci mentiremmo entrambi e lo sai"
Mia mamma si lamentava sempre del mio modo diretto di dire le cose e molte volte questo mi aveva solo portato guai, ma nonostante ciò l'ho sempre ritenuto un pregio.
Presi un altro bicchiere e lo riempii di alcool, ingurgitandolo velocemente.
"Quando bevi così poi perdi il controllo velocemente, lo sai" disse
"Magari è quello che voglio" lo guardai stizzita perché quella conversazione mi sembrava assurda
Fece finta di non ascoltarmi e continuò con quello che doveva dirmi
"Non parto più" disse diretto
"Come mai?"
"Ho pensato a noi"
"Non c'è nessun noi, ora come ora"
"Adesso non fare la stronza con me, Lexi"
Il suo sguardo era serio e potevo notare, dal modo in cui aveva stretto la mano, che si stava innervosendo, ed era quello che volevo in quel momento.
Mi avvicinai a lui e mi misi a un centimetro dal suo viso e sorrisi soddisfatta
"Faccio la stronza quando voglio e con chi voglio, Niall!"
"Mi stai facendo incazzare"
"Sai che mi importa?"
Mi afferrò per il polso e mi trascinò al piano di sopra, non mi ribellai per due motivi: non avevo la forza per oppormi e poi volevo davvero salire con lui per parlare.
Ci chiuse in una stanza e mi fissò a lungo, senza parlare.
"Che stiamo facendo?" Chiese
"Non lo so" risposi sincera
"Non volevo finisse così"
"Invece era quello che volevi, perché io ho provato e riprovato cento volte ad aggiustare le cose e a chiederti scusa"
"Ero arrabbiato"
"E questo è un buon motivo per decidere di andare via e mollarmi?"
"No"
"E ora?"
"Ora cosa?"
"Sei ancora arrabbiato?"
Lo guardai bene, le sue pozze azzurre erano luccicanti e bellissime e io sentivo un calore crescere dentro di me.
"Sono deluso da noi, perché non riusciamo a trovare un equilibrio e qualcosa sembra sempre voler rovinare le cose"
Aveva ragione, io e lui non avevamo ancora trovato un equilibrio.
"Lo so"
"Perché non ci riusciamo? Perché tutto deve essere complicato?" Era frustato e lo potevo capire dal modo in cui si era accarezzato nervosamente i capelli.
Mi avvicinai ancora di più a lui e gli afferrai la mano, lui osservò il mio gesto e poi tornò a guardarmi negli occhi. Le sue mani mi erano mancate, così grandi rispetto alle mie, piccole e minute. La sua presenza, accanto a me, mi era mancata come l'aria e mi rendevo conto di quanto mi fosse necessario e di quanto mi facesse bene all'anima.
"L'importante era stare insieme, le cose si sarebbero superate"
"Perché parli passato?"
"Cosa siamo ora?"
"Ti amo" disse semplicemente
Non dissi nulla e mi avvicinai lentamente alle sue labbra, mi godevo il momento, e lo baciai piano, un bacio che diceva tutto perché io ero davvero stanca di parlare. Le parole a volte sono così superflue.
Io e Niall eravamo un casino ma lontani non sapevamo stare e così non ci restava che cercare di sopravvivere insieme nel nostro casino di vita.

Scammers (Niall Horan)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora