Capitolo 21

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Quando entrai in casa sbattei forte la porta e mi sembrò che il rumore fece tremare tutto dentro quella casa. Le mie guance erano bagnate da lacrime che ormai erano arrivate fino al collo, entrando gettai a terra una sedia che si trovava vicino al tavolo e mi buttai sul letto in preda al nervosismo.
Misi la mia testa tra le mani e tentai di respirare, dovevo calmarmi, dovevo ragionare.
Perché si comportava in quel modo? Perché non potevamo essere semplicemente felici?
Mi distesi sul divano e restai li a fissare il soffitto, lo feci per un tempo abbastanza lungo, finché non sentii bussare. Sapevo già che era Niall perciò non mi curai neanche di guardare dallo spioncino e aprii la porta di scatto. Lui era li, i suoi occhi puntati su di me come a volermi leggere dentro e i miei pugni serrati.
Entrò senza che mi desse il tempo di parlare e poi si voltò ad osservarvi nuovamente.
"Non volevo essere così irruento, ma non devi vedere quel ragazzo, è veramente pericoloso, devi credermi"
"Tu sei pazzo Niall, ed io sono stanca"
"Che vuoi dire?"
"Niall, forse noi due non funzioniamo, ci hai mai pensato?"
"Neanche per un secondo!"
"Io ci sto pensando invece! tu sei ingestibile, lo capisci? Pensi di potermi comandare come ti pare, di poter fare di me quello che vuoi. Niall noi non abbiamo equilibrio, non andremo mai bene insieme"
"Mi stai lasciando?"
"Siamo mai stati insieme? Non mi sono sentita la tua ragazza neanche per un secondo Niall. Mi sono sempre e solo sentita un giocattolo nelle tue fottutissime mani!" Urlai
"Ti ho detto cose che non ho mai detto a nessuno, Lexi! Mai" disse avvicinandosi e stringendo i pugni
"E lo sai quanto per me questo sia stato difficile!" Continuò
"Si, hai detto tante cose, appena saprai dimostrarmele ne riparleremo!"
"Non fare la saputella con me"
"E tu non fare lo stronzo con me!"
"Voglio solo proteggerti!" Disse urlando e facendo cadere un piatto dal tavolo, che si ruppe in mille pezzi.
"Non ho bisogno della tua protezione, so cavarmela da sola"
"Quel Peter ha stuprato una ragazza!" Urlò nuovamente
Spalancai gli occhi, incredula.
"Che c'è? Non parli? L'ha fatto, Lexi. L'ho visto con i miei occhi e l'ho preso a pugni io stesso, era la sorella di un mio amico"
"Non è possibile" dissi incredula
"Non mi credi?" Disse esasperato "pensi possa inventarmi qualcosa del genere?"
Scossi la testa, facendo segno di no.
Adesso sapevo che aveva i suoi motivi per essere preoccupato, ma il modo in cui si era comportato era comunque sbagliato, poteva evitare tutte quelle scenate.
Fece un grosso respiro e si passò la mano fra i suoi bellissimi e sempre perfetti capelli.
"Ma tu non ti fidi di me, tu non mi credi. Tu vuoi tutto semplice, Lexi. Ed io non sono semplice e lo sai. Stare con me ti spaventa e adesso stai scappando. Ma forse hai ragione, è meglio che prendiamo strade diverse"
Prese il suo giubbotto e se ne andò senza darmi il tempo di controbattere.
Crollai sul muro e piansi.

L'indomani mi alzai controvoglia, ancora scossa dalla notte precedente, avevo pianto tutto il tempo e avevo dormito pochissimo. Avevo guardato il numero di Niall, indecisa se chiamarlo o meno, ma forse avevo bisogno di pensare, di capire cosa volevo davvero.
Niall mi faceva paura, il suo carattere e il suo modo di vivere la sua vita mi terrorizzavano, avevo paura di non potercela fare, di uscirne distrutta e lui aveva ragione, stavo scappando.
A piccoli passi raggiunsi la cucina e mi versai del latte su una tazza, mi sentivo debole, come se il mio corpo fosse collegato con la mia mente e il mio cuore, e anche lui stesse soffrendo.
Mi sedetti e fissai un punto davanti a me, come se fosse la cosa più interessante del mondo. Gli occhi azzurri di Niall fecero capolinea nella mia mente, e piansi nuovamente, era come se avessi talmente tante lacrime da buttare fuori che gli occhi non ne erano capaci. Il mio telefono squillò, lo afferrai e osservai chi fosse, era Em, staccai la chiamata e non risposi, non avevo la forza per spiegarle ogni cosa, ma prima o poi dovevo parlarle e dirle che doveva stare lontana da Peter. Quel Peter che con noi era sempre stato dolce e gentile, in realtà era una persona diversa.
Mi indirizzai in bagno e mi osservai allo specchio, i capelli arruffati e gli occhi rossi dal pianto
"Che gran casino, Lexi" sussurrai tra me e me
Perché la mia vita non poteva essere tranquilla? Perché dovevo sempre combattere con qualcosa di troppo grosso per me? Era in quei momenti che avrei voluto tornare bambina, quando l'unico pensiero è quello di scegliere a che gioco giocare, quando è tutto fuori portata e qualcun altro fa le cose al tuo posto.
Avrei voluto scappare ma dovevo essere matura e parlare con Niall, dovevo guardare quegli occhi che tanto adoravo e dirgli tutto, dirgli che anch'io l'amavo e dirgli che non voglio scappare da lui, che lo voglio aiutare, che voglio colmare quel vuoto, che voglio renderlo felice. Ma avrei avuto mai la forza per farlo? Lui me l'avevo detto, aveva detto che mi amava, anche se era ubriaco e folle, e lo pensava davvero.
Mi infilai sotto la doccia e lasciai che i miei pensieri facessero il loro corso.

Quando raggiunsi il ripostiglio erano già tutti lì ma di Niall non c'era neanche l'ombra, mi chiesi dove fosse e mi preoccupai sapendolo li fuori a fare chissà cosa.
"Lexi, posso parlarti?" Disse Liam
"Si"
Uscimmo fuori e mi sedetti sul dondolo, osservando il castano che cercava di spiegarmi qualcosa.
"Niall stanotte è andato fuori di testa dopo che è stato da te"
"Che gli è successo?" Chiesi alzandomi preoccupata
"Si è ubriacato, è andato dal padre, ha distrutto la sua stanza e si è chiuso li dentro!"
"Dal padre?"
"Si"
"Mi aveva detto che era morto"
"È quello che dice, lui lo odia da quando ha iniziato a frequentare un'altra donna"
Riflettei, pensando che Niall mi aveva mentito su una cosa importante.
"Dove abita suo papà?"
"Ti accompagnano io, andiamo"
Prendemmo la sua macchina e camminammo veloci per le strada di Los Angeles.
"Solo tu puoi calmarlo, per questo ho chiesto il tuo aiuto" disse Liam
"Io non so calmarlo Liam, io non so gestirlo"
"Invece si, anche se pensi che non sia così"
Annuii, sperando che avesse ragione.
Non appena arrivammo davanti casa del padre di Niall mi stupii di quanto grande fosse quel posto.
Liam bussò forte alla porta e ad aprirci fu un uomo dall'aria stanca, i suoi occhi erano azzurri, e capii da chi aveva preso Niall.
"Salve ragazzi, per fortuna siete arrivati. Io sono Bob" disse porgendomi la mano e facendo un lieve sorriso
"Lexi" risposi sorridendogli
"Finalmente siete qui. Ciao ragazzi" disse una donna dai capelli castani spuntando da una porta
"Io sono Anne" disse porgendomi la mano
Sembrava una donna gentile, una persona tranquilla, mi chiesi perché Niall la odiasse così tanto.
"È bello conoscerti, anche se non è una bella occasione"continuò sorridendomi
"Piacere mio"
"Liam, accompagnala tu di sopra" disse Bob abbracciando la donna, come a volerla consolare.
Sorrisi e salii sopra con Liam, mi portò davanti alla stanza del biondo e poi svanì.
Feci un grosso respiro e bussai
"Papà, vattene!" Mi urlò
"Sono Lexi"
Non rispose e io appoggiai la testa alla porta, stavo così male per lui, avrei voluto vederlo felice.
"Ti prego, aprimi"
"A che scopo? Lexi, vattene! Perché sei qui?"
"Perché voglio aiutarti"
"Non ho bisogno del tuo fottutissimo aiuto!"
"Non me ne vado finché non mi apri"
"Sono un peso per te, perché non vai via?" Mi urlò
"Perché ti amo!" Urlai
"Ti amo come non ho mi amato nessuno" dissi sbattendo un pugno sulla porta
"E vorrei non amarti, Niall. Perché sei pazzo, sei scostante e scorbutico, e sei un fottuto casino! Ma ti amo, e quindi non posso andarmene, non voglio andarmene!"
Non sentii più nessun rumore, mi misi spalle al muro e caddi a terra. Avevo appena detto ad alta voce che l'amavo e lui mi aveva risposto con un silenzio assordante.
Dopo qualche minuto sentii aprire la porta, e la sua testa bionda spuntò dal buio della sua camera, i suoi occhi erano arrabbiati, ma il suo corpo sembrava quasi essersi rilassato, era bellissimo pure in quelle condizioni.
Mi alzai e mi misi difronte a lui, presi la sua mano e la strinsi alla mia.
"Ho bisogno di te, Lexi" disse guardandomi negli occhi, e quello era un "ti amo" camuffato ed io lo sapevo.
"Anch'io" dissi posando le mie labbra sulle sue che mi erano tanto mancate.
Quello stupido e arrabbiato uomo aveva bisogno di me, ed io sarei stata li per lui.

Scammers (Niall Horan)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora