Capitolo 2

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Mi vide alla penombra di un albero, accucciata su un marciapiedi intenta a fumare una sigaretta dietro l'altra.
Si sorprese anche di vedermi lì, come se non lo avessi avvisato.

Parlammo di tutto, mi chiese e io risposi sinceramente..parlammo serenamente senza urlare e far scenate. Mi chiese tempo per superare questo momento di difficoltà e glielo concessi..

Seduti su quel marciapiede faceva fatica a guardarmi ma parlava tenendomi per mano e giocando con l'anello che lui stesso mi aveva regalato per il mio 18esimo compleanno; sarà stato per abitudine ma mi chiamava "amore" non "Anna".

Andai a casa in lacrime quella sera.

Di istinto decisi di andare..stavo cenando con un paio di amici e, da masochista come sono, chiesi ad uno di loro di scrivergli per sapere come stesse. Fu la mia vita per troppo tempo, non sarei mai riuscita a mettertelo da parte come se nulla fosse mai successo.

La conversazione tra loro deviò presto verso la fidanzata di questo amico e Pietro scrisse "amala con tutto te stesso"..il mio più che precario equilibrio andò in frantumi e mi fiondai a casa sua.

L'avvisai prima di partire che sarei passata ma, come al solito, non ricevetti risposta e i 10km che ci dividevano li percosi in preda ad una crisi isterica.

Arrivai per le 21.15.
Aspettai per una buona mezz'ora prima che sua madre mi vedesse dalla finestra e decise di scendere per chiedermi spiegazioni sullo "strano comportamento del figlio", dopo un breve riassunto mi obbligò ad andarmene..feci banalmente il giro dell'isolato e aspettai il suo arrivo.

Sei un genio del crimine, Teresa!

Sua madre mi fece pure la ramanzina!
"Non ti azzardare a far soffrire mio figlio!" Ma dai..con che coraggio?!

Le lacrime che versai rientrando verso casa mi fecero crollare tra le coperte in meno di un minuto e per la prima volta in una settimana riuscii a dormire. Ovviamente la qualità del mio sonno lasciò a desiderare, ma la mattina mi svegliai con la speranza di poter risolvere il casino in cui mi avevano trascinata.
Non durò a lungo visto che per tutta la durata della giornata non mi parlò, perché allora mi illuse? Un po' di coerenza, no?

Riuscii a vederlo un paio di volte nella settimana che seguì quell'incontro ma era freddo e distaccato sia con me che con gli amici, seduto al tavolo non parlava con nessuno nonostante tutti cercassero di coinvolgerlo.
Cercavo comunque di star calma, in fondo mi aveva chiesto tempo e avevo promesso di darglielo per cui sopportavo nonostante mi sentissi intrappolata e frenata.

Mi aveva messo un guinzaglio davvero corto e faticavo a trovare il mio spazio per pensare.

Arrivato finalmente il week end mi chiese di vederci e acconsentii fiduciosa.
Mi disse che era da stupidi buttare via sette anni di storia per una stupidata successa sei anni prima ma ridusse ulteriormente il mio spazio di manovra, per farla andare bene avrei dovuto sottostare alle sue regole, e non sono mai stata brava a farlo.

Mi baciò, mi coccolò e cenammo insieme..nella mia testa pensavo solo "ma allora la situazione si sta davvero risolvendo!".

Sarei stata disposta a fare qualunque cosa per lui.

La serata proseguì tutto sommato bene e ne fui contenta. La situazione non era semplice però, dovetti misurare ogni parola e ogni gesto, atteggiamento, comportamento con chiunque; arrivò persino a dirmi che dovevo smetterla di dar così fiducia alle persone perché sono subito pronte a mettertelo in quel posto. Perché lui invece cosa fece di diverso?

Mi chiese di cambiare completamente il mio modo di vivere le relazioni sociali, sarò ingenua ma spero sempre di trovare belle persone con cui confrontarmi..trovare persone con cui uscire a bere e far serata è facile, il difficile è passare allo step successivo; è rischioso ma prima o poi con qualcuno dovrai pur aprirti e speri sempre che la persona sia realmente degna della tua fiducia.

È circa un anno che frequento persone nuove e con le quali mi sento finalmente tranquilla, ulteriore conferma della bontà della nostra amicizia l'ho avuta in questo ultimo mese, in cui sono stata un catorcio umano e tutti, a loro modo, mi sono stati vicino e si sono impegnati ai limiti del possibile per farmi stare meglio..per cui, ancora una volta mi trovo a chiedermi se non stesse sbagliando Pietro a impormi il suo punto di vista.
Mi chiedo se non sia lui a dover rivedere il suo modo di relazionarsi con le persone..è vero, io parlo anche con gli alberi, lui ha più difficoltà, è più timido e introverso ma è anche vero che a 30 anni non è normale averne così tante.

Mi rimase solo un argomento ostico da affrontare con lui, il più duro per entrambi: Marco.

Mi chiese una risposta se ipoteticamente mi avesse chiesto di rinunciare a lui..io e Marco ne avevamo già parlato in passato sapendo che prima o poi me l'avrebbe chiesto per cui la risposta fu facile: rinuncerei a lui per stare con te.
Non era vero e probabilmente lo sapeva anche lui.

Mi disse che avrebbe azzerato tutto e saremmo ripartiti con il piede giusto..in effetti la serata è, come ho già detto, andata bene.

Il fatto è che io non stavo bene con me stessa, troppi dubbi e troppe poche certezze.
Qualcosa di irreparabile si era rotto e nonostante non volessi crederci, nonostante tutta l'opera di autoconvincimento sapevo che niente sarebbe più stato uguale.

Naivety [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora