Capitolo 20

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La mia e la sua felicità.

Ok, fantastico, ma a quale prezzo?

Io fui chiara, molto chiara. Le cose dovevano cambiare.

Portando avanti la filosofia del la minestra riscaldata non è mai buona..non me la sentii di accettare la sua proposta senza almeno cercare di superare e risolvere i nostri vecchi problemi, ed erano tanti.

Non avrei più accettato la morbosità del nostro rapporto, la costante presenza dell'altro o l'impossibilità di uscire soli. La mancanza di amici propri..ho scoperto la bellezza della libertà e non so se riuscirò a rinunciarci. Mi sfogai per tutta la merdata di Enea, chiesi cosa lo portò a superare il delicato confine tra amicizia e amore..non volle neanche parlarne, ormai aveva capito il suo sbaglio. Chiesi perché non si fidò di me, cosa gli diede fastidio, cosa lo portò a lasciarmi..
Marco.

Il mio Marco, la mia ancoretta.

Si sentì il terzo incomodo in diverse occasioni, uscendo con la sua sua squadra di calcio si sentiva escluso. La colpa fu la mia, non ci sono scuse..ma glielo spiegai, cominciai a sentirmi stretta nella nostra relazione. Sentivo il bisogno di evadere, di avere nuovi stimoli, di confrontarmi con altre persone..e in Marco trovai tutto ciò.

Come si fa a ricostruire un rapporto?

Affidai tutto al tempo, inutile fare programmi o lasciarsi andare alla fantasia. Mi rese a dir poco felice ed entusiasta la serata passata con lui..ma, ormai aveva un precedente.

Mi avrebbe fatta nuovamente soffrire?

Se il cuore diceva di dargli una possibilità, la mente mi frenava. Sarebbe stato un lungo percorso ma il premio finale lo conoscevo bene e me sarebbe valsa la pena. Avrei dovuto metterci anche del mio..

A fine serata ci lasciammo con un abbraccio che nessuno dei due volle interrompere..e la promessa di sentirci presto.

La speranza c'era, la voglia anche.

Non si trattava di paura di rimanere sola ma il battito accelerato e la felicità che mi diede il nostro appuntamento è difficile da descrivere.

Il giorno dopo cosa avrei dovuto fare? Cosa sarebbe stato meglio fare?
Attendere un messaggio o scrivere per prima?
Con che assiduità?

Pensai di invitarlo per un aperitivo, una amica avrebbe festeggiato il suo compleanno a Milano..sarebbe stata un'occasione perfetta, non saremmo stati soli e così la tensione sarebbe diminuita. Forse.

In tutto ciò, occhibelli?!
E per quale assurdo motivo ora che c'è uno pseudo ritorno di fiamma piovono proposte da altri ragazzi?!

Bho. Confusione.

Perché tornò? Fu una soluzione di comodo per lui? Cosa lo spinse dal non salutarmi neanche al "vediamoci" fino al "la mia vita è piena solo se tu sei al mio fianco"?
Fu un tarlo che non riuscii a togliere..mi riempì di parole splendide e il discorso che mi fece Danika fu dannatamente giusto. Bisognava vedere qualche fatto..lei, l'incarnazione di San Tommaso.
Se non vedo, non credo.

Mi trovai ad aver bisogno di conferme.

Il tutto in conflitto con la mia voglia di lanciarmi tra le sue braccia.
Ma soprattutto, trovai a chiedermi se fossi disposta a portare avanti una relazione a distanza.
Pietro rimase fermo nella sua idea di trasferirsi in Inghilterra..io non ero disposta a lasciare un lavoro che amavo. Nella più rosea delle previsioni, saremmo di li a poco tornati insieme..con quale spirito tornare insieme per poi lasciarsi dopo otto mesi?

Passare da un estremo all'altro.

Sarei davvero stata in grado?

Tempo al tempo, ipotizzare servì poco a nulla. Decisi di continuare a fare la mia vita, andare a ballare e divertirmi con le persone che amo. Se lui avesse nuovamente deciso di far parte della mia vita..sarei stata la persona più felice del mondo, altrimenti..avrei continuato a fare ciò che nei sei mesi mi rese comunque felice. Una felicità diversa, ma che mi permise di andare avanti e continuare a vivere.

Naivety [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora