Da quel giorno fu un susseguirsi di emozioni mai provate né tanto meno mai immaginate.
Mi aveva già lasciata 20 giorni prima in un cumulo di frammenti, non so cosa riuscì a distruggere ulteriormente, ma ce la fece. Mi rifugiai al bar di famiglia convinta di trovare mia mamma e l'affetto delle sue braccia, ma trovai mia sorella Chiara che si dimostrò un'alleata preziosa..lei e la sua amica Debby che, nonostante non l'avessi mai vista, mi spiegò la sua teoria della "gente che a settembre, dopo le ferie, dà di matto".Fu di sicuro il pomeriggio che piansi di più nella mia vita.
Ricordo di aver chiamato Eleonora, un'amica, avevo bisogno di un'altra persona che mi confermasse che Pietro fosse uno stronzo..non perché lo pensasse veramente, fu proprio una questione di solidarietà e in seguito la ringraziai decine di volte per il suo supporto, mi trascinò ad un concerto quella stessa sera, un gruppo di amici che suonarono alternative metal in una location piuttosto suggestiva.
Per quanto volessi ascoltarli scoprì le bottiglie di vino a 5€, un disastro annunciato. Non ne bevvi abbastanza da affogare i miei problemi, ma a sufficienza per passare la serata senza ulteriori pensieri, pizza insieme e partita del Milan.Calcio d'inizio 20.45..21.30 letto.
Non riuscì a sopportare oltre. Quella sera, come molte altre successive, avvertì il mio corpo come un estraneo, camminavo e le gambe andavano senza una destinazione..troppe sere la mia macchina "guidò da sola" verso casa perché non ero in grado.
L'ennesimo tsunami di tristezza mi aveva invasa e solo Marco riuscì a farmi riscoprire qualche lato positivo della vita, mi obbligò ad uscire quando si accorse che le tenebre stavano prendendo il sopravvento su di me, mi portò a mangiare quando si accorse dei miei zigomi troppo pronunciati e mi tenne la mente occupata quando si accorse che cercava di divagare.Perché mai avrei dovuto rinunciare a lui? Perché fu "malsano"? Non fu lui a farmi soffrire. Lui mi aiutò a capire che ero perfettamente in grado di gestire le mie cose in totale autonomia, senza l'aiuto di Pietro né di nessun altro e che avevo fatto affidamento sugli altri per troppo tempo.
Ho pian piano cominciato a stare meglio, a dormire la notte, a divertirmi con gli amici veramente senza la dannata maschera "io sono forte e sto bene".In seguito Pietro uscì con amici comuni, so che si divertì, non mi sentii neanche più in colpa per aver tenuto con me tutta la compagnia..temevo fosse a casa a piangersi addosso.
Finalmente stavo meglio!
Con Marco tutto bene, soliti battibecchi, serviva una revisione degli spazi comuni ma fu superata senza problemi..ho probabilmente capito troppo tardi che Pietro aveva sofferto molto per il rapporto che avevo con lui.
Ricordo come fosse ieri la litigata per l'ancoretta..facemmo un tatuaggio insieme, uguale, un'ancora..avrebbe dovuto farlo anche Pietro ma si tirò indietro all'ultimo. Mi vietò severamente di tatuarmi qualsiasi cosa riguardo qualcun'altro che non fosse lui..ragionamento più o meno giusto se non fosse che io ho una piccola fenice con la data del nostro fidanzamento sulla schiena e lui solo dragoni e demoni.Aveva per troppo tempo utilizzato due pesi e due misure nel nostro rapporto; a me non era concesso uscire un paio d'ore con Marco alla settimana ma per il suo hobby fui costretta più di una volta a rinunciare ai sabati sera e a gran parte delle domeniche, senza contare i turni infrasettimanali di calcetto..
Più di una volta mi disse che il nostro rapporto era morboso, ma non riuscivo a farne a meno e quando ci provai era palese a tutti la mia tristezza.
Mi dispiace terribilmente per la sofferenza che gli causai ma dal mio punto di vista trovai assurdo che dovesse decidere per me chi poter frequentare e chi no..se la prese moltissimo per un'assurda considerazione che feci sui soldi di Marco, semplicemente dopo molti anni di lavoro decise di cambiarlo per cui gli spettò un'ingente liquidazione, apriti cielo. Ebbe anche il coraggio di accusarmi di frequentarlo perché "aveva più soldi"..commento a dir poco offensivo.Non riuscì mai a capire fino in fondo il problema che nacque tra loro, io amai profondamente Pietro e le attenzioni che decisi di dedicare a Marco non gliele tolsi di proposito, l'amicizia con Marco fu profonda e basata su delle splendide basi, mi fu sempre naturale rifugiarmi da lui per risolvere una mia preoccupazione..non per questo non cosiderai più importante l'opinione di Pietro.
Cercavo consigli sul nostro acciaccato rapporto, da chi altro sarei dovuta andare?
Marco a differenza di Giulia, che allora consideravo ancora come la mia migliore amica, non mi raccontò mai favole, fu sempre sincero al limite della perfidia.
È vero, l'amicizia tra uomo e donna è difficile ma non impossibile..noi riuscimmo sempre a mantenere i limiti nonostante fossimo strettamente dipendenti uno con l'altra..perché allora Pietro cadde vittima della gelosia?
STAI LEGGENDO
Naivety [IN REVISIONE]
Short Story"Anna puoi venire un attimo?" "Agli ordini". "Giulia mi ha raccontato tutto; Tommaso, Luca, Stefano, Simone..siamo insieme da 7 anni, come hai potuto?" mi disse Pietro in un misto di rabbia e paura. La vita fa schifo, gli amici fanno schifo, i rappo...