Capitolo 13

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No, l'amore non rende felici..o meglio, non rendeva me felice.

Non dissi ciò perché nella mia vita, in quel momento, non ci fosse, lo dissi perché fu un sentimento che, più volte nella vita, mi rese allo stesso tempo sia felice che triste..il tuo innamorato dovrebbe essere la tua guida, il tuo aiuto nella vita, la mano che cerchi quando da sola non riesci a trovare una soluzione..
Io ho sempre saputo ciò che era meglio per me stessa, fu solo più semplice però spostare e affidare il peso delle decisioni e le eventuali conseguenze su Pietro..

Rimasi però sola, in compagnia delle mie responsabilità, a pensare e ripensare a cosa fosse meglio o fosse giusto fare e non fare. Non riuscii a definirmi del tutto "riflessiva" né tanto meno del tutto "impulsiva".. l'amore riusciva a confondermi più di tutto.

Pietro era un capitolo chiuso, l'unica espressione dei suoi occhi che riuscivo a ricordare li rendeva distanti, lontani e tristi ma, nonostante i mesi trascorsi, ancora il pensiero mi rattristava.
Avevo tanto amato quel verde chiaro..ma gli occhi che riuscivano a farmi sorridere ormai erano di un colore diverso.

Mi persi più di una volta in quei suoi occhi e le attenzioni che, ogni tanto, mi dava..mi lusingavano, la ricerca del suo sguardo mi faceva sorridere, soprattutto quando li beccavo su di me.

Avevo di fronte diverse forme di amore, dalla famiglia agli amici, li osservavo e cercavo di capire il loro modo di viverlo..c'era chi preferiva rifugiarsi nel porto sicuro di un ex fidanzato ma con un occhio sempre aperto, vigile e costantemente rivolto a chi davvero le faceva battere il cuore, chi invece, cercando di scacciare il pensiero del ex, si buttava in situazioni altrettanto sbagliate, chi desiderava talmente tanto l'amore da considerare sia le neo maggiorenni sia le -anta e quello che, "pur di stare con lei", ricorreva l'amore a distanza. E come non ricordare chi aveva problemi in famiglia ma non si sentiva abbastanza sereno da condividerlo con gli amici?

Erano pensieri, situazioni e problemi reali..l'amore era complicato e confuso, ma soprattutto difficile tra tutti noi.

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Agosto 2008
17 anni compiuti da poco, l'amore folle adolescenziale..le giornate passate con il cellulare in mano aspettando un suo messaggio. Da una relazione cominciata un mese prima, quasi per gioco, una sfida, non mi sarei mai aspettata che sarebbe durata 7 anni.
Pietro aveva 23 anni, avrebbe trascorso con gli amici le sue vacanze estive a Porto Cervo in Sardegna.
Due settimane. Un tempo che all'epoca sembrava lunghissimo, considerando poi che anche io sarei dovuta partire con la mia famiglia..le settimane sarebbero diventare tre.
Chiamate, videochiamate, messaggi a tutte le ore. La telefonata più bella che ricevetti arrivò però il 14 di agosto, esattamente il giorno che rincasò dopo le ferie. D'impulso decise che avrebbe trascorso il ferragosto in famiglia ma che la mattina seguente sarebbe ripartito in macchina con Giovanni, un amico che doveva raggiungere la famiglia in Puglia, si sarebbe fatto lasciare ad Ancona, dove avrebbe poi aspettato 5 ore la partenza di un traghetto per Zadar. Tutto ciò per trascorrere 12 lunghissime ore su uno scomodissimo traghetto, solo per trovarmi saltellante sulla banchina del porto croato.

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La mia vita amorosa con Pietro fu assurda, da come lo conobbi fino a come ci lasciammo.

Quando mi trovai nella situazione di desiderare altri occhi su di me, mi dovetti ridimensionare su tutta la questione "piccoli gesti"..l'unica dichiarazione d'amore che conoscevo era il viaggio in Croazia, con baci a bordo di cascate e fughe silenziose in tenda per dimostrarci reciprocamente quanto ci fossimo mancati.

L'amore non è solo questi gesti eclatanti però, in quel momento decisi quindi di godermi quegli occhi, il resto lo avrei eventualmente affrontato.

Anche se già in partenza non ci contai molto.

Naivety [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora