KATIE
Sono nel letto. Ripenso al notiziario che ho sentito oggi,con Jem. Perché ora è ancor più proibito andarci? Perché hanno detto che lì ci sono gli umani,se non è vero? Cosa c'è nel bosco? Dove porta? E ancora...da dove viene Jem? Come ha fatto a ridursi così? Cosa fa lo Stato agli umani? Mi fa male la testa,troppe domande. C'è solo una persona che mi può dare delle risposte;e si trova a due passi -letteralmente- da me. Mi alzo. Voglio delle risposte,ora.
Apro la porta cercando di fare il minimo rumore. La luce del corridoio si accende al mio passaggio. Dannata tecnologia. Guardo verso la camera dei miei,è silenziosa. Proseguo e afferro la maniglia della mia camera. Apro piano la porta e sbircio. Jem si agita nel sonno. Entro chiudendomi la porta alle spalle e cammino a tentoni fino al letto. Mi siedo e tocco lievemente la spalla ossuta di Jem. Si sveglia all'improvviso,mi afferra la mano allontanandomela bruscamente. Poi mi si butta addosso cercando di spingermi.
-Jem. -sussurro spaventata. -Sono io.
La sua sagoma si immobilizza,le mani ancora sulle mie spalle.
-Oddio...-mormora. -Oddio,oddio cos'ho fatto?
Le sue mani vanno a coprirgli la faccia.
-Stai bene?
-Ti ho fatto male.
-No,non è ve...
-Sì invece. Ti ho fatto male. Io.
-Sto bene. -dico scandendo le parole.
-Mi dispiace,Katie. Non...mi hai spaventato,nel cuore della notte,io stavo avendo un incubo...e ho reagito d'impulso...sono un mostro.
Mi rendo conto dal tono di voce che non è la prima volta che lo pensa. È davvero convinto di esserlo.
-È stata colpa mia,Jem.
-Non avresti dovuto toccarmi.
-Perché non ti lasci nemmeno sfiorare?
-Perché...-ha la testa abbassata ed emette un sospiro. Poi la alza e mi guarda e mentre parla i miei occhi,che si sono abituati all'oscurità,vedono un lieve bagliore nei suoi. -Sono abiuato a provare dolore quando vengo toccato. Mi costa...un certo sforzo anche adesso stare qui,così vicino a te.
-Ma io non ti faccio del male.-mormoro timidamente.
-Lo so,lo so è solo che...sono stato torturato e sfruttato per due anni,Katie,non è facile dimenticare.
-Cosa?- domando inorridita. Due anni?
-Non posso dimenticare la paura. Proprio non ci riesco. Faccio incubi di continuo,tremo come una foglia al minimo rumore esterno,aspetto il momento in cui verranno a prendermi e sono diventato anche violento. La mia non è vita. È sopravvivenza.
-Non ti prenderanno.
-Sì che lo faranno.
-No. Imparerò ad usare il mio dono e ti proteggerò. Lo farò.
-Perché?
-Perché sento di doverlo fare.
-Non servirà a niente.
-Vuoi scappare?- dico dopo un po' di tempo perché la verità è che non voglio che se ne vada,e forse questo significa che lo sto accettando sul serio.
-Per andare dove? Non so come si esce dalla città. O meglio,non so come superare il centro,per poterlo fare.
-Il...centro?
-Katie...
-Cos'è il centro?
-Katie,per favore
-Dimmelo,Jem. È il luogo dove vi tengono,vero? Cosa vi fanno? E perché? Jem,dimmelo.
-Katherine! Non è facile parlarne.
-Voglio delle risposte. -non so da dove provenga tutta questa sicurezza,è come se si stesse diffondendo in ogni cellula del mio corpo. Voglio saperlo. Un libro sulla scrivania inizia a muoversi nella mia direzione.
-No,ferma! Katie io...n-non ora. Un altro giorno. Ma non adesso.
-Perché?
-Perché mi faresti del male.
Cerco di calmarmi,non mi ero resa conto della gravità della situazione. Non avevo pensato che potessi fargli del male costringendolo a rispondermi.
-Sì,scusami.
-Capisco la tua curiosità ma credimi,non sono pronto a rivivere tutto. Mi dispia...
-Tutto okay. 'Notte.
Faccio per alzarmi ma la sua mano ossuta mi afferra il polso.
-Non te ne andare.-mi supplica.-Rimani con me.
Lo fisso. Poi mormoro 'Okay'. Mi alzo comunque per prendere dall'armadio una coperta e un cuscino.
-Che stai facendo?
L'anta dell'armadio si apre al mio tocco. -Prendo una coperta. Non penserai mica che mi metta a dormire nel letto con te.
-E perché?-fa con tono malizioso.
Mi accorgo di sorridere. -1.perché non vuoi essere toccato;e 2.-che è il motivo principale-perché potresti essere un maniaco o che so io.
-Addirittura. -ride piano. -Ora che mi ci fai pensare potrei esserlo.
-Ragazzi.- sbuffo ma la verità è che sto soffocando a forza un sorriso.
Jem ride di nuovo. È così bello stare a sentirlo! Ed è ancora più bello sapere di essere stata io a farlo ridere. È una cosa che mi fa stare bene.
Quando finisco di sistemare le coperte e il cuscino mi ci sdraio sopra e guardo verso di lui.
-Davvero hai intenzione di dormire lì?
-Certo.
Silenzio. Rimaniamo entrambi a fissare il soffitto. Infine Jem sussurra:
-Mi piacerebbe poter fare io qualcosa per te.
-In effetti c'è una cosa che potresti fare.
-E cioè?
-Rispondere alle mie domande.
Jem soffoca una piccola risata.
-Lo farò,Katie. Te lo prometto. -dice tornando serio.
Ad un certo punto si gira di fianco e fa penzolare la mano vicino a me. Ed io,senza neanche pensarci gliela afferro. Una scintilla si propaga dalla mia mano a tutto il corpo,una scintilla che diffonde calore e sicurezza.
-Stai già facendo molto per me. -gli sussurro piano.
-Jem?
Si è addormentato. Lo guardo sorridendo e poi mi addormento anch'io,la mia mano ancora nella sua.

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I Doni immortali
AdventureKatie Connor è tutto tranne che una docile marionetta nelle mani dello Stato. E il suo incontro con Jem non è affatto gradito dal governo. I due ragazzi saranno costretti a cavarsela da soli, ad affrontare un "Titano" moderno invincibile, ad assiste...