Pregiudizi

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JEM
Katie mormora un 'Devo andare' ed esce dalla stanza. Io chiudo gli occhi inspirando profondamente. Sapevo che sarebbe andata così. Naturalmente sapevo anche che fosse una dotata. So che lo Stato vuole solo persone di questo tipo. Eppure non ho reagito come mi aspettavo; credevo che il suo fosse un dono trascurabile invece quando ho visto il simbolo...il dono di Katie è estremamente raro. E pericoloso se usato come arma. Le persone con questi doni rari sono molto controllate dallo Stato. Nessuno si lascerebbe scappare i Rari.
Quindi è normale che abbia reagito così,è normale che ora voglia cacciarmi di casa,è normale. Eppure sono rimasto deluso. Pensavo fosse capace di non avere pregiudizi,pensavo fosse diversa.

*

KATIE
Sono distesa sul prato vicino casa,le mani dietro la nuca a guardare il cielo limpido. I pensieri mi si affollano nella testa.
Jem. Jem è umano. Quindi?,sussurra una vocina nella mia testa. Quindi non voglio un umano in casa mia!
Sono arrabbiata. Non voglio avere a che fare con uno come lui! D'un tratto vengo colpita da un bastoncino. Mi guardo intorno,confusa:sono sola. Questo significa solo una cosa:sono stata io. Sbuffo;chissà come saranno contenti i miei istruttori,come sarà contento lo Stato. Spalanco gli occhi mettendomi a sedere. Lo Stato! Ecco il problema,ecco il perché della mia reazione!
Per quanto in tutti questi anni mi sia sforzata di pensare con la mia testa sono stata educata dallo Stato.
Credevo di essere diversa invece mi ritrovo insieme a tutti gli altri cittadini:nella grande bolla d'ignoranza. E io sono ignorante e arrogante per aver creduto di essere migliore degli altri. Invece ho dei pregiudizi anch'io. Jem. Devo andare da lui!

Appena entro in casa mia madre mi fa segno di sedermi.
-Ho parlato con Jem.
-Aha.
-KATHERINE!
Sobbalzo visibilmente. È raro che mia madre mi chiami con il mio nome completo.
-Cosa hai fatto?
-Me ne sono semplicemente andata. -mi difendo alzando involontariamente la voce.
-Hai idea di quanto gli abbia fatto male la tua reazione?
-Me ne sono solo andata via!
Silenzio. È quando inizio a calmarmi che aggiungo,piano:
-E mi sono pentita di averlo fatto.
La voce di mia madre si addolcisce.
-Se avessi saputo che era umano quando l'hai trovato,lo avresti aiutato lo stesso?
A primo impatto direi no. Ma questa sarebbe stata una decisione dello Stato. La mia decisione è stata quella di aiutarlo. E,francamente,in quel momento non mi sono chiesta se fosse dotato o meno. Perciò rispondo sì.
-Lo Stato dice che gli umani sono pericolosi perché impulsivi e di un livello inferiore al nostro. Jem ti è sembrato pericoloso?
-Assolutamente no!
-Non c'è differenza a livello umano tra i dotati e gli umani. Ti dice niente il fatto che sia noi che Jem e quelli come lui siamo esseri umani?
Ammutolisco vergognandomi del mio comportamento,del mio pensiero crudele di non volerlo in casa mia. Come potrei cacciare Jem?
-Credo che tu debba chiedere delle scuse.
Annuisco alzandomi. All'improvviso una domanda affiora nella mia mente:
-Tu e papà siete sempre d'accordo su tutto ciò che lo Stato dice. Perché hai un'idea diversa sugli umani da quella dello Stato?
-Mia madre era umana. -dice semplicemente andando in cucina.
Io rimango di sasso. Non lo sapevo.

*

JEM
Sull'uscio della porta compare Katie. Mi chiede se può entrare. Io me ne resto seduto sul bordo del letto senza dire niente. Lei entra e si siede al mio fianco.
-Mi dispiace...
Mi giro a guardarla. Sta meglio,non ha più la febbre. Ma ciò che mi colpisce è il suo sguardo. Mi guarda come se fossi un cucciolo ferito.
-Risparmiati le scuse. Io non voglio la tua compassione. -ribatto con voce tagliente.
-Cosa? -è confusa.
-Hai sentito bene.
-Jem...io...
-Dì un po',credi che mi faccia piacere essere costretto a sottomettermi a voi? Credi che mi faccia piacere essere sempre guardato come un essere inferiore che è utile solo per costruire armi e per essere pronto a morire in battaglia,solo per salvare la vostra preziosa pelle o meglio,il vostro prezioso dono? Credi che mi faccia piacere avere sempre qualcuno che mi ricordi che per quanto possa sforzarmi non arriverò mai a essere considerato alla vostra altezza? Be' te lo dico io,non mi fa piacere affatto!
Respiro affannosamente,la gola che protesta furiosamente. Katie ha le lacrime agli occhi.
Mi sento in colpa. Non volevo farla stare male. Non volevo riversare la rabbia,la frustazione accumulata in due anni su di lei. So che non è colpa sua se lo Stato le ha inculcato questi pregiudizi e so anche che non è arrogante come gli altri dotati,altrimenti non sarebbe venuta a scusarsi. Ma sono comunque arrabbiato. Non con lei,con lo Stato. Ma non posso prendermela con quest'ultimo. Non ancora,almeno.
La cosa più inquietante è che mentre le urlavo contro provavo piacere nel vederla spaventata e in colpa. E mi rendo conto che,involontariamente,mi sono comportato come le guardie e il capo del centro si sono comportati con me.
Non voglio diventare come loro!,penso spaventato. Non voglio essere un mostro.
-Vattene,Katie. Ti prego.
-Mi stai cacciando? - domanda stupita.
-Scommetto che non ti saresti mai aspettata di essere mandata via da un umano.
-No Jem,io...
-Il mio non è un ordine. Io non comando come i dotati. Ti sto supplicando. Vattene prima che dica qualcos'altro di cattivo. Torna tra due giorni. -la mia voce roca e ancora più bassa per via dello sforzo fatto la implora disperata.
-Vattene,Katie. -dico ancora vedendo che non si è mossa.
Lentamente si alza ed esce,sforzandosi di trattenere le lacrime.
Io sprofondo la faccia nel cuscino.

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