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Io e Jace passeggiamo per un po'
- Ehi,ma dove mi porti??- gli chiedo sorridendo.
- Eh...vedrai- mi risponde
- Mi stai portando al Taki?? QUELLA pizzeria??- gli chiedo io,con gli occhi spalancati. Il tako è la pizzeria preferita da tutti noi,nonché quella dove Jace ha rinunciato a una serata con i suoi amici, per stare con me.
- Ma come fai a saperlo?!?-
- Beh...conosco questa pizzeria da quando avevo 7 anni,e Dylan quando usciva con i suoi alici,mi portava con lui e facevamo tutte le strade possibili- gli dico ridendo.
Arriviamo al Taki e ordiniamo le nostre pizze: io una con prosciutto e grana con una sprite mentre Jace prende una diavola con una coca cola. Parliamo di tutto e di più, senza renderci conto che sono passate più di tre ore. Dopo aver pagato il conto,usciamo.
Prendiamo QUELLA stradina

- Flashback-
- Io voglio essere un tuo caro amico e farti ridere a crepapelle tutti giorni,rallegrandoti le giornate,e voglio esserti accanto nei momenti difficili. Quanto ci scommetti che ci riuscirò?- mi dice mentre fuori incomincia a piovere. Io gli sorrido e lui aggiunge
- Se vinco la scommessa che mi dai.?-
- Sopresa- gli rispondo io.

- Fine Flashback-

- Ti ricordi della scommessa??- diciamo contemporaneamente io e lui,per poi scoppiare a ridere.
- Certo che me la ricordo. È una delle poche che abbia mai vinto- mi risponde.
- Allora chiudi gli occhi che ti do il tuo premio- gli dico io.
Lui li chiude. Io mi avvicino a lui. Non so perché lo faccio,ma io faccio. Lo bacio. Non so il motivo,ma so che ora sono felice. Sento come se avessi un peso in meno. La cosa buffa è che mi devo alzare sulle punte dei piedi per arrivare alla sua altezza,e lui deve abbassare un po' la testa.
Jace ha ancora gli occhi chiusi,ma sorride. È felice anche lui.
- Li posso aprire?- mi dice aprendoli.
- Ora chiudili tu- aggiunge poi.
- Ma...- cerco di protestare,ma vengo interrotta da lui
- Ieri era Natale...e tutti hanno un regalo di Natale. Dai,chiudi-
- Uff...non dovevi!!!- gli dico io e chiudo gli occhi. Sento che fruga nelle sue tasche, e poi sento una cosa fredda sulla mia pelle. Non ci credo. Mi ha comprato una collana.
- Viene dall'Italia. È in argento- mi sussurra all'orecchio. Io apro gli occhi e la guardo sorridenti come una stupida. È bellissima. C'è un cuore in argento e su incisa una J di Jessica. Io abbraccio il mio amico e gli dico
- Non dovevi,ma grazie,è bellissima!-
- Tu meriti tutto mia dolce principessa- mi dice.
- Dai,ora torniamo a casa ti accompagno- aggiunge poi, e ci incamminiamo verso casa mia.

Siamo di fronte a casa mia
- Grazie della bella serata- gli dico sorridendo
- Beh...a domani principessa- mi risponde.
Io entro e sento che lui si allontana e va verso casa sua.
- SONO A CASAAAAAA!!- grido per farmi sentire da mio fratello.
Vado verso camera mia,per cambiarmi,ma,passando per la cucina,vedo Dylan seduto sul divano a singhiozzare a guardare il soffitto.
- Ehi...- gli dico avvicinandomi a lui,che sembra essersi accorto solol ora del mio arrivo. Si gira verso di me e mi fa un sorriso finto. Io mi siedo accanto a lui
- Come mai piangevi?-
- Ehm..no...non piangevo..c'era polvere e...- cerca di giustificarsi. Io lo interrompo
- Che è successo?-
Lui mi abbraccia e incomincia a piangete. Cavolo,non l'ho mai visto così triste.
- Kate...Irlanda...- mormora lui
- Spiegati meglio- lui respira e inizia a raccontare
- Ti ho detto che doveva venire Kate...ecco,doveva venire qua a parlarmi-
- E....?- lo invito a continuare
- Mi ha detto che ha trovato lavoro in Irlanda...e che parte fra un mese. Ne abbiamo parlato,e abbiamo capito che una relazione a distanza non potrebbe funzionare.-
Io resto in silenzio. Ho capito che non sta così male perché ha rotto con lei,ma perché Kate mancherà a tutti noi. Lui appoggia la testa sulla mia spalla,a rimaniamo a guardare il vuoto per un po'.
- Che avete fatto tu e Jace?- mi chiede senza distogliere lo sguardo dalla parete e sembrando ipnotizzato.
- Ci siamo baciati- rispondo,e credo che anche io ho quella faccia ipnotizzata e babbata.
- Cavolo...-
- Eh già... Cavolo...-
- State insieme?-
- Boooh,non ne ho la minima idea-
- Come booh?!?-
- Non ne abbiamo parlato!-
- Siete strani...-
- Eh già, mooolto strani- gli rispondo. Mi squilla il telefono. Lo ignoro. Non ho voglia di alzarmi per rispondere.
- Non rispondi?-
- Non mi va-
- Beh,la suoneria è carina-
- Eh già-
- Prima o poi dovremo alzarci.-
- A te va di alazarti?-
- No-
- Neanche a me-
E rimaniamo così, fino a quando non ci addormentiamo.

Sento uno sparo. Delle urla. Dov'è mio fratello? Sento che la mia mano è bagnata. È sangue. Cerco di gridare, ma non esce alcun suono dalla mia voce. Sento dei passi. Qualcuno si sta avvicinando. Qualcuno apre la porta della stanza in cui mi trovo e...

Mi sveglio gridando. Perfetto. Un altro incubo.
Jess,era solo un incubo. Solo un incubo. Era tutto un sogno. Allora perché sto piangendo??
Mio fratello mi abbraccia
- Scusa.- mormoro
- Di nuovo gli incubi??- mi chiede lui dolcemente. Io annuisco debolmente,e poi io e lui ci stendiamo sul divano uno accanto all'altro
-Ehi...non ti libererai così presto di me...io resterò sempre a romperti le scatole.- mi dice
- È...è che sono...STUFA. Sono stufa di essere quella debole,quella che fa sempre preoccupare gli altri,e quella da difendere!!! Sono stufa di essere sempre la piccola ragazzina indifesa,a cui accadono tutte le cose brutte che non riesce a sopportare!- dico quasi arrabbiata
- Prima o poi smetterai di avere gli incubi,non hai notato che sono sempre meno frequenti??-
- È che non ce la faccio più! Quasi ogni notte ti sveglio,e tu vieni subito da me. Non puoi dormire tranquillo che puntualmente devi venire in camera mia perché ho fatto un incubo...-
- Sei sicura che si questo il problema??- mi chiede lui,portandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
- No...ma mi piacerebbe che fosse questo.- DEVO. TRATTENERE. LE. LACRIME. NON. POSSO. CROLLARE.
- E qual'è??-
- È che ho...paura. Ho paura che un giorno non mi sveglierò più capendo che è un incubo,ma che la chiamata dell'ospedale sia reale,o la tua morte,o non so cosa! Questi cazzo di sogni sono così realistici che mi spaventano a morte,e non faccio che pensarci e ripensarci durante il giorno! E sono stufa di vivere con la costante paura di perdere qualcuno a cui tengo.-
- Sai...a scuola i tuoi prof mi hanno detto che sarebbe il caso di farti vedere da uno psicologo. Sai,potrebbe aiutart...-
- Mi credi una pazza?!??- lo interrompo
- Riuscirò a cavarmela anche da sola!! Non devo andare per forza
a raccontare i fatti miei a persone sconosciute!- gli rispondo acida
- Non c'è niente di male a farsi aiutare da uno specialista,ti aiuterebbe a sfogarti! Ti sarebbe utile!- cerca di dire
- Quindi pensi che abbia bisogno di uno psicologo?!? NON SONO PAZZA!- gli dico alzandomi e cercando le mie stampelle.
- Dove vai??- mi chiede
- A dormire. Buonanotte- gli rispondo acida.
- Ti aiu...-
- No Grazie,ce la faccio da sola.- lo interrompo e vado in camera mia,e sentendo uno sbuffo di Dylan.

POV'S DYLAN

Certo che quella ragazza e cocciuta. Che c'è di male ad andare da uno psicologo?!? Non ho detto niente di male,non capisco perché si è arrabbiata!! So come andrà a finire... mi terrà il muso per un paio di giorni,anche se in questo caso non ho fatto niente di male.
Sbuffo e mi butto sul divano,ormai non ho più sonno. Prendo il telecomando e giro i canali della tv. Trovo un film,ma non lo seguo neanche,perché ci sono due parole che mi rimbombano in testa: CHE PALLE.
Uff,non c'è motivo di prendersela tanto,era solo un consiglio.
CHE PALLE!
E ora come mi faccio perdonare?
Eh già, se c'è una cosa che so su Jessica,è che in questi casi è così orgogliosa che sarebbe in grado di non parlarmi per giorni,stando chiusa in camera sua. Sbuffo di nuovo e cerco di riaddormentarmi,perché non ho voglia di andare a letto.

Non andartene maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora