Capitolo 43

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"dobbiamo parlare" gli dissi quando ormai ero a pochi passi da lui, continuava a guardarmi senza aprire bocca, dopo un breve periodo s'incamminò in cucina per prendere un bicchiere d'acqua, mi fece infuriare la sua mossa, gli presi il bicchiere dalle mani per poggiarlo sul tavolo ma mi scivolò dalle mani precipitando a terra, il pavimento si ricoprì di acqua mentre il bicchiere si frantumò in mille pezzi, Daniel spalancò gli occhi vedendo cosa avevo combinato 

"guarda che hai fatto!" mi ringhiò contro Daniel, non mi aveva mai trattata in questo modo, non mi ha mai nemmeno gridata, cosa stava succedendo? indietreggiai impaurita dal suo tono di voce, ma riuscì a riprendermi, la mia rabbia iniziò ad aumentare in me 

"ma che ti prende, non ti riconosco più!" gli gridai in faccia, il mio viso si accaldò all'improvviso, non ho mai provato tanta rabbia.

"tu non mi riconosci più? guardati Hanna, tu sei quella cambiata tra  noi" rise nervosamente di me, non ero cambiata per niente, mi comportavo sempre allo stesso modo con lui, il bene per lui non è mai diminuito, nemmeno quando ho conosciuto Christian

"io non sono cambiata per niente, mi comporto con te come ho sempre fatto, non posso credere alle tue parole, davvero le hai dette? è ridicolo e lo sai anche tu" continuai a ringhiare, Christian si avvicinò a noi ma lo bloccai all'istante fulminandolo con il mio sguardo, non doveva immischiarsi in cose che non gli riguardano, dovevo risolverla da sola, riguardava solo me e Daniel

"non è ridicolo, da quando ti sei trasferita qui non mi dai più tanta attenzione come facevi una volta, facevamo sempre tutto insieme, sempre e ora? ora non sono più niente per te" disse con un'evidente tristezza nella voce

"No, Daniel, no, sei solo invidioso per gli amici che ho trovato" alzai il tono della voce

"invidioso? ma che stai dicendo? non sono per niente invidioso per i tuoi amici, hai avuto fortuna a trovarne, prima non ti voleva nessuno" gridò tappandosi la bocca dopo aver capito cosa aveva realmente detto, le sue parole mi pugnalarono dritte nel cuore, mi ferirono come non mai, il mio amico di sempre è riuscito a spezzarmi in due, le lacrime iniziarono a scendere 

"Hanna..non volevo dirlo" cercò di scusarsi trattenendomi dal braccio "lasciami Daniel, lasciami, ti odio" gridai tra le lacrime cercando di allontanarmi da lui "Hanna, perdonami, non lo penso davvero" continuai a dimenarmi, era disperato lo vedevo dal suo sguardo "Hanna, io ti amo, ti ho sempre amata, non riesco a vederti con qualcun altro, non lo sopporto, io ti amo" buttò la, non volevo ascoltarlo, mi liberai dalla sua presa, ma dimenticai la pozzanghera che si era creata sul pavimento, scivolai all'indietro sbattendo la testa allo spigolo per poi precipitare a terra.

 Sentì le grida disperate del mio ragazzo correre al mio fianco e i singhiozzi rumorosi del mio amico che cadde a terra distrutto, non capivo cosa stava succedendo ero distesa a terra con un forte dolore alla testa, la mia vista si annebbiò in pochissimo tempo, non riuscivo più a vedere niente 

"Hanna, chiamo un'ambulanza, non lasciarmi, ti prego, non lasciarmi" la voce tremante di Christian si insinuò in me, stava piangendo anche lui, 

cosa avevo fatto? 

mi lasciai trasportare lontana, lontana delle loro voci disperate, lontana dal dolore, lontana da tutto.

L'amore ti salveràDove le storie prendono vita. Scoprilo ora