Capitolo 51

281 37 0
                                    

Parlammo per altri dieci minuti prima del ritorno di Daniel e un medico, anzi, il medico, colui che mi fece tante di quelle punture per quella stupida ferita al braccio.
"Oh, signorina Style, come si sente? " mi chiese gentilmente venendomi vicino.

"Non tanto bene, mi fa male la testa e non riesco a muovere nessuna parte del mio corpo" dissi con una smorfia.

" ragazzi potreste uscire dalla stanza? Devo visitare la paziente" si voltò verso i miei amici che acconsentirono uscendo lasciandomi un ultimo sguardo per rassicurarmi.

"Allora..le farò pressione su vari punti per corpo per vedere se reagisce" acconsentì timidamente.
Iniziò a stringermi un braccio chiedendomi se sentivo qualcosa, sentivo una leggera pressione ma nessun dolore, successivamente prese una siringa facendomi spaventare a morte
"a-a che le serve quella? " chiesi impaurita.

Voglio solo vedere se sente la siringa, sentirà al massimo un leggero dolore, non si preoccupi" mi sorrise leggermente cercando di rilassarmi, ma riuscì a terrorizzarmi ancora di più, cercai di dimenarmi senza ottenere nessun risultato,
- dannato stupido corpo- gridai senza emettere nessun rumore.

Avvicinò l'ago sempre di più alla mia coscia facendomi spalancare gli occhi, inserì la siringa facendomi chiudere con forza gli occhi, passò qualche secondo prima di riaprire lentamente gli occhi, vidi la siringa nella mia coscia.

"Lo sente?" Mi chiese il medico guardando attentamente la mia espressione.

"Si, cioè lo sento poco, quasi per niente, cosa vuol dire? " mi tremava la voce, la paura iniziò a crescere in me, potrò camminare o muovere di nuovo le braccia, le dita? Non voglio pensarci..non voglio crederci.

" non lo so, dovrà fare delle terapie e forse tornerà come prima, ma non posso assicurarglielo, ha buone possibilità, il suo corpo reagisce, anche se in minima parte" mi rivelò con una leggera preoccupazione in voce.

Avevo qualche possibilità di guarire, di tornare la Hanna di sempre, avrei fatto qualsiasi cosa pur di guarire, non sopporterei restare in un letto per tutto il tempo, è una tortura che voglio evitare a tutti i costi.

"Grazie" sussurrai con una voce a malapena udibile, le sue parole mi hanno spaventata.

" Hanna" mio padre irruppe in camera abbracciandomi forte

"Papà" iniziai a piangere sulla sua spalla bagnandogli la giacca.

"Come ti senti piccola mia?" Mi chiese allontanandosi da me, Christian e Daniel si erano intanto posti in un angolo.

"Ho paura, tanta paura papà. .il medico ha detto che dovrò fare una serie di terapie e non è nemmeno sicuro che tornerò a camminare o semplicemente a muovere le dita, mi terrorizza questa situazione" iniziai a singhiozzare buttando fuori tutto il mio dolore.

"Andrà tutto bene figlia mia, non perdere le speranze, hai dei buoni amici al tuo fianco e hai me, non sei sola, noi tutti ti sosteniamo e ti aiuteremo sempre" mi carezzò la mia umida guancia arrossata asciugandomela con il pollice. Guardai verso i miei amici facendogli segni di venire più vicini.

"Voglio sapere cos'è successo" dissi con voce tremante guardando Daniel che abbassò lo sguardo per non incrociare il mio.

"Vi lasciamo soli" disse mio padre portando con se il mio ragazzo, Daniel si avvicinò a me sedendosi sull'angolo del letto

"mi dispiace tanto Hanna, è. .è colpa mia se ti trovi qui, stavamo discutendo e ti ho trattenuta, ma ti sei divincolata e sei scivolata sull'acqua che avevi fatto cadere poco prima, non volevo succedesse una cosa del genere, davvero, non volevo tutto questo, sei troppo importante per me, non avrei mai dovuto comportarmi in questo modo, ti prego perdonami" poggiò la sua testa sulla mia pancia, piangeva, piangeva talmente tanto da mandarmi delle scosse per tutto il corpo, ora ricordo, quando andò via appena gli dissi di Christian, la sua indifferenza nei miei confronti, l'evitare del mio sguardo, iniziò a singhiozzare rumorosamente, non potrei mai essere arrabbiata con lui.

"Daniel" non mi rispose

"Daniel ascoltami" continuò a piangere senza alzare il capo

"Daniel alza quella tua stupida testa" gridai facendolo alzare di scatto

"scusa Hanna, mi dispiace tanto" iniziò ad alzarsi dal suo posto per andare via

"aspetta, non puoi andartene ora, dopo quello che mi hai detto, senza farmi nemmeno parlare" cercai di apparire tranquilla, senza alzare la voce

"non ti biasimo se ora mi odi, cercherò un altro posto in cui vivere, non dovrai più veder.." lo interruppi bruscamente, non volevo sentire altro

"chiudi quella bocca e fammi parlare, siediti e ascoltami, mamma che testa dura che hai!" mi lamentai

"allora, prima cosa, si hai sbagliato nell'evitarmi tutto questo tempo e nel comportarti da perfetto stronzo.." continuai senza dargli il tempo di dire stupidaggini, abbasso tristemente il capo sedendosi sulla sedia "..e seconda cosa, non è stata colpa tua, almeno in parte, ho fatto cadere io l'acqua e dovevo stare attenta, siamo stati tutti e due stupidi, ma non potrei mai odiarti, sei il mio migliore amico, fai parte della mia vita e resterà tale, non voglio perderti."

Ammiccai un sorriso mente involontariamente mi scese qualche lacrima salata. Vidi il viso del mio amico rilassarsi leggermente, si avvicinò lentamente a me attirandomi in un abbraccio.

"farò il possibile per rimetterti in forma, non ti abbandonerò" mi sussurrò all'orecchio

"nemmeno io ti abbandonerò" bisbigliai.


L'amore ti salveràDove le storie prendono vita. Scoprilo ora