Capitolo 54

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Le ore passarono lentamente prima di arrivare il grande giorno, finalmente potevo uscire da questa specie di carcere in cui ho vissuto nelle ultime settimane, le ore di terapia aiutarono molto il mio corpo, riuscivo di nuovo a muovere le mani e le braccia, almeno qualcosa, per l'inizio.

Mio padre sarebbe venuto a mezzogiorno per riportarmi a casa, ma invece di venire lui, mi trovai davanti il mio bellissimo ragazzo, mi venne incontro con un sorriso a trentadue denti, sembrava un angelo alla mia vista, colui che mi avrebbe portato alla libertà, il mio salvatore.

"pronta per riprendere in mano la tua vita?" mi chiese felicissimo andando dietro di me per spingere la sedia a rotelle.

"si, voglio uscire di qui al più presto" mi affrettai a dire mentre iniziò ad indirizzarmi verso l'ascensore, ho sempre avuto paura di quest'ultimi, potrei rimanere bloccata e non uscirne più.

"dobbiamo scendere con quello? " chiesi impaurita indicando l'entrata

"beh..si, non c'è altro modo per scendere, sono con te, non avere paura" mi baciò i capelli per poi premere il bottone, le porte si aprirono dopo pochi secondi e fui spinta all'interno, il mio cuore batteva a mille rendendomi ancora più agitata, Christian mi prese la mano stringendola nella sua per farmi calmare, ma non serviva a molto, chiusi con forza gli occhi, la mia agitazione durò fin quanto non sentì il suono che serve per avvisare le persone di esser arrivati al piano richiesto e il rumore fastidioso che emisero le pesanti porte.

Buttai fuori l'aria che avevo trattenuto e finalmente uscimmo dall'edificio che ho sempre disprezzato, non vorrei mai più tornarci, ma non mi resta poi tanta scelta, solo tornando potrò tornare a camminare come feci solo qualche settimana fa.

Appena uscimmo dalle grandi porte di vetro chiusi gli occhi respirando per la prima volta, dopo tantissimo tempo, l'aria della libertà, strano come una semplice cosa come questa può mancare tanto non potendola avere, eppure mi è mancato poter respirare l'aria fresca, sentire il vento che lievemente ti carezza i capelli, il calore del sole che ti riscalda il corpo e l'anima.

"che bello" dissi respirando come non avevo mai fatto prima

"cosa piccola?" chiese osservando la strada trafficata davanti a noi

"la libertà" si, per me era libertà uscire da quell'infernale stanza, mi sentivo tanto sola e non potevo far altro che pensare, solo pensare, niente di più, finché non mi venne a trovare qualcuno naturalmente, facendomi distrarre dai miei demoni interiori.

Christian mi sorrise lasciandomi un dolce bacio sui capelli, per poi spingere la mia sedia fino al grande portone di casa, finalmente potevo tornare nel mio bellissimo letto, il mio morbido e comodo letto, anche se si trova in quella odiosa stanza rosa, da giugno avevo in programma di modificarla, ma in un modo o in un altro, ho sempre trovato altro da fare, siamo quasi a dicembre , sono già passati sette mesi dal mio arrivo in questa città, sono cambiate mote cose da quel giorno, ho trovato degli amici fantastici, faccio parte di una band, ho il mio migliore amico sempre vicino, vivo con mio padre che per troppo tempo è stato lontano da me e la cosa più importante, ho incontrato un ragazzo che mi apprezza così come sono, non per i soldi di mio padre, no, lui guarda solo me, solo il mio essere imbranato che spesso combina guai, lo adoro e credo che anche lui prova lo stesso per me, mi dimostra ogni secondo di tenerci e vuol dire davvero tanto, mi viene difficile fidarmi di qualcuno, ma lui è diverso, lui è il mio ragazzo.

"perché non mi è venuto a prendere mio padre?" chiesi spezzando il silenzio che si era creato durante il tragitto.

"gli ho chiesto se potevo venire a prenderti io, aveva ancora qualcosa da fare quindi mi fece venire al posto sui" mi disse guardando avanti

"e Dany, perché non è venuto lui?" continuai con le mie domande

"piccola, quante domande, non sei felice che sono venuto io?" s'imbronciò guardandomi da sopra

"si, certo che sono felice che sei venuto tu a prendermi, ma mi sembra strano che gli altri non volevano venire" di solito Dany è sempre il primo a volermi vedere, non mi quadra che proprio oggi ha scelto di non venire, sa com'è importante questo giorno e decide di restare a casa?

"certo che volevano venire, ma hanno avuto altri impegni che non potevano mollare"

Altri impegni? cosa potrebbe essere più importante del venir a prendere l'unica figlia e migliore amica dall'ospedale? qualcosa non torna.

"lo trovo comunque strano, cosa mi stai nascondendo?" alzai lo sguardo su di lui assottigliando gli occhi per agitarlo, lo conosco ormai troppo bene per non accorgermi di una sua menzogna.

"io? non ti sto nascondendo niente piccola, non posso farci niente se avevano altro da fare" come intuivo, mente, ora lo so con certezza, dice tutto troppo velocemente e cerca di non incrociare il mio sguardo.

"so che stai mentendo!"

"piccola, si sto mentendo, ma ti spiego tutto a casa, non farmi altre domande, ti prego" si inginocchiò davanti a me con lo sguardo da cucciolo, come potevo non addolcirmi ad un viso tanto dolce?

"va bene scemo, portami a casa" mi avvicinai a lui dandogli un dolce bacio sulla punta del naso.


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