Capitolo 17

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E' ormai arrivato il grande giorno, quel giorno che mi mette tanta ansia e paura, non ho mai avuto paura di qualcosa, ma questo mi agita tantissimo, Dany è tornato ieri e ha già riordinato la sua camera, non come me che ancora ha i barattoli di vernice in un angolo, non ho avuto ne voglia e ne il tempo per dipingere la mia stupida stanza 'barbie', sinceramente non ci sono stata tanto in quella cameretta, anzi, ci dormo soltanto ultimamente e mi va più che bene, le vacanze estive sono volate come niente, è strano, mi sono divertita tanto, anche se era iniziata malissimo, ma a quell'avvenimento non voglio più pensare, odio quel ragazzo, ho dovuto sopportare tante di quelle punture e sapete benissimo cosa ne penso degli aghi era una tortura.

"Hanna, dai, muoviti, non vorrai arrivare tardi proprio il primo giorno?! ti aspetto in macchina, datti una mossa" gridò Dany dal piano di sotto, aveva portato con se anche il suo rottame di macchina, mi vestì velocemente , le mie solite cose, gonna in jeans, camicia a quadri azzurra annodata davanti e stivaletti,presi la mia borsa abbinata con tutto l'occorrente per la scuola e corsi giù per le scale prendendo velocemente qualcosa da mangiare, non posso certo uscire senza aver mangiato qualcosa, andai verso la macchina ed entrai "ecco, ora devo andare di fretta solo perché la signorina deve sempre mangiare!" disse il mio amico sbuffando rumorosamente "te l'avevo detto di prendere la mia macchina e poi lo sai che senza mangiare non vado da nessuna parte!" gli feci la linguaccia mentre sentì il mio cellulare vibrare per avvisarmi dell'arrivo di un messaggio, presi il telefono

messaggio da Miley:

<<buongiorno, ti aspetto davanti al cancello, non fare tardi eh!"

sorrisi, nessuno mi mandava mai messaggi, senza contare Dany naturalmente che spostò il suo sguardo su di me "chi è e perché ridi?" mi chiese per poi guardare di nuovo la strada "Miley" dissi senza aggiungere altro sentì solo un leggero "oh" dalla sua bocca.

dopo 10 minuti di macchina finalmente arrivammo davanti scuola "ci vediamo sta sera Dany, buon inizio" gli lasciai un bacio sulla guancia e uscì dalla vettura, non gli lasciai nemmeno il tempo di rispondere. corsi fino al cancello dove mi aspettava la mia amica "buongiorno amica mia" l'abbracciai forte "buongiorno anche a te Hanna, almeno sei arrivata in orario, dai entriamo, tra poco suona" mi disse lei staccandosi, mi guardai intorno, il cortile era pieno di alunni, tutti sorridenti e felici che sparlavano con i compagni, solo io ero ansiosa "veramente dovrei andare in segreteria a prendere gli orari, ma tu vai, ti raggiungo più tardi" mi fece cenno di si con la testa per poi incamminarsi verso l'entrata, io invece andai dall'altra parte per raggiungere la segreteria, iniziai a salire la scalinata, ma grazie alla mia sbadataggine, inciampai, misi velocemente le mani davanti per bloccare la caduta, ma prima di toccare terra fui afferrata dalla vita bloccando la caduta. "dovresti stare più attenta" mi disse una voce maschile "scusa, non ho visto il grazino e sono inciampata" risposi senza guardarlo, pensai prima ad aggiustarmi "comunque gra..." alzai lo sguardo per vedere chi mi aveva salvata da una disastrosa caduta, la rabbia iniziò a salire riscaldando tutto il mio corpo, gli puntai un dito contro "tu, brutto bastardo, mi hai fatto passare settimane orrende" lo feci indietreggiare, aveva uno sguardo sorpreso e leggermente spaventato dalla mia rabbia "non ti avvicinare mai più a me e soprattutto, non azzardarti a toccarmi un'altra volta, mi hai capita?" dissi spostando il mio sguardo pronta ad andare ma fui trattenuta al polso "Hanna, aspetta, fammi spiegare" come faceva a sapere il mio nome? e non gli ho appena detto di non toccarmi più? "non capisci la mia lingua? non toccarmi e poi come fai a sapere il mio nome? io non ti conosco!" gli ringhiai contro infuriata al massimo "beh..ecco..ho sentito tuo padre chiamarti quando ti ha visto per terra" si ricorda il mio nome dopo tutto questo tempo? non volevo più ascoltare una sola parola, poteva finire male per lui se mi fossi trattenuta solo un altro minuto in più, corsi via, verso la segreteria senza guardarmi indietro.


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