Capitolo 50

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Daniel mi lasciò sola con il mio ragazzo per chiamare il medico di turno, per quanto tempo ho dormito? e soprattutto, perché mi trovo qui? non ricordo praticamente nulla, sicuramente mi sarà successa qualcosa come al solito, sono troppo imbranata per questo mondo.

"come ti senti piccola?" Christian si avvicinò a me sedendosi all'angolo del letto, è così dolce e adorabile con me, ma lo è sempre stato, da quando siamo diventati amici.

"mmmh..mi esplode la testa e non riesco a muovere nessun muscolo, ma cosa mi è successo? perché mi trovo qui?" chiesi cercando qualche risposta.

"non ricordi proprio niente vero? credo che dovrà spiegarti Daniel, arriverà tra poco, posso dirti solo che sei scivolata e hai sbattuto la testa, ti hanno operata d'urgenza e sei stata in coma quasi una settimana" mi rivelò con un'espressione preoccupata, non sto capendo niente, Daniel? perché non può spiegarmi lui, non capisco, aspetta! coma?!

"sono stata in coma? di nuovo? che che c'è in me di sbagliato? mi ritrovo sempre in questo stupido letto e sono sicurissima che mi hanno fatto delle punture, non è così? dimmi la verità Christian!" arricciai le sopracciglia guardandolo dritto negli occhi, vedendo la mia espressione cercò di trattenere in tutti i modi la sua risata, sbuffai rumorosamente.

"puoi ridere" gli diedi il consenso facendomi ridere in faccia, si piegò in due sul mio letto prendendosi gioco di me.

"hai finito?" chiesi seccata

"si..s-si ho finito, scusa, è troppo buffa la tua espressione, ma che hai contro le punture?" chiese asciugandosi gli angoli degli occhi

"non lo so, ho sempre avuto questo terrore, non le ho mai sopportate, pensa che a quattro anni sono corsa via vedendo la puntura e per farmela hanno dovuto tenermi quattro persone" (tratto da una storia vera xD) appena le parole lasciarono la mia bocca me ne pentì, scoppiò di nuovo a ridere di me.

"se potessi muovermi, non rideresti di me, te lo assicuro, ora smettila o ti mando via" dissi facendogli il broncio

"e dai piccola, sto scherzando, eri sicuramente una bimba vivace, immagino gli spettatori della scena" mi baciò dolcemente la fronte facendomi chiudere gli occhi

"grazie per essere qui, vuol dire tanto per me" mi scese una lacrima solitaria che raccolse prima di farla scendere sulla mia guancia

"non ringraziarmi piccola, sono qui solo per te, sei una delle persone più importanti nella mia vita, non potrei lasciarti in questi momenti disastrosi, ci tengo troppo alla mia piccola" prese la mia piccola mano nelle sue riscaldandola

"come sta mio padre?" chiesi, sarà stato devastante per lui rivivere un momento tanto brutto, mi rattrista pensare a lui e all'espressione che avrà avuto quando ha saputo dell'accaduto,

"sta bene, è preoccupato, ma gli siamo vicini, non è solo come non lo sei tu" mi sorrise

"come ha reagito? raccontami tutto" lo pregai con lo sguardo

"appena ti hanno portata via con l'ambulanza io e Daniel siamo corsi all'ufficio di tuo padre e Dany gli ha detto che eri in ospedale, ha lasciato tutto interrompendo una riunione e annullando tutti i suoi impegni, arrivati qui ci è stato riferito che eri in sala operatoria indirizzandoci a questo piano, aveva lo sguardo spento, disperato, aspettammo per molte ore e Daniel gli raccontò cos'era successo, quando finalmente uscì un medico si precipitò da lui chiedendogli qualche informazione e ci disse che stavi bene, ma che eri in coma e che ti saresti svegliata quando saresti stata pronta" ordinai mentalmente tutte le informazioni che mi aveva rivelato, mi sembra di tornare al passato, all'incidente di mia madre, anche lei è stata operata e anche li mio padre era disperato con lo sguardo spento, mi spezza il cuore pensarlo di nuovo in quello stato, non si merita tutto questo dolore, non lui.

"chiamalo, voglio vederlo" dissi con voce tremante, volevo rassicurarlo, dirgli che sono qui e che non mi perderà mai, non lo lascerò. Christian prese il telefono dalla tasca cliccando qualche tasto per poi portarlo all'orecchio.

"pronto?"

"si sono Christian"

"no, non è successo niente di grave, anzi, volevo dirle che sua figlia si è svegliata e vuole vederla"

"sisi, ok"

chiuse la chiamata incrociando il mio sguardo "è qui tra cinque minuti" disse sorridendomi

"grazie, mi dispiace per tutta questa situazione, ho causato un casino come il mio solito" abbassai lo sguardo sulle mie mani intravedendo qualcosa che non appartiene a me

"ma quello cos'è, alzami il braccio, voglio vederlo meglio" cercai di alzarlo io, ma non funzionò, dannato corpo. Mi avvicinò il polso al viso mostrandomi il bellissimo bracciale con le sfere stellate, i miei occhi diventarono lucidi vedendo quella meraviglia

"ma è bellissimo" riuscì a dire

"l'ho visto nel negozio qua vicino e ho pensato a te" sussurrò guardandomi attentamente

"grazie, è meraviglioso, adoro le stelle, ma come fai a saperlo, non te l'ho mai detto" alzai un sopracciglio sorpresa, non abbiamo mai parlato di questo le poche volte che abbiamo passato del tempo insieme.

"beh..diciamo che il tuo migliore amico parla molto" sorrise divertito, oddio, cosa gli ha raccontato quell'idiota!

"cosa ti ha detto di me? io lo uccido, non la passerà liscia, ha promesso di tenere i miei segreti sotto chiave e che non avrebbe mai rivelato niente a nessuno, brutto traditore, lo uccido" gridai non potendomi muovere.

"tranquilla Hanna, non mi ha detto nessuno dei tuoi segreti anche se, qualcuno me lo poteva dire, ma preferisco conoscere personalmente i tuoi segreti più oscuri" disse teatralmente con una strana voce facendomi ridere, adoro quando fa così, riesce sempre a farmi ridere.

L'amore ti salveràDove le storie prendono vita. Scoprilo ora