CAPITOLO 11

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P:"Hanna come stai?" vidi mio padre correre nella mia direzione

"sto bene papà, tranquillo"

Dott:"finalmente si è svegliatala signorina, allora, come stai?"

"mi fa solo male il braccio"

Dott:"è normale, ma sta già guarendo, vedrai che tra qualche giorno non sentirai più dolore, tra poco ti faremo le analisi per vedere se si è normalizzato e se andranno bene, potrai essere dimessa entro sta sera, ma dovrai stare a riposo per qualche settimana.

"grazie dottore"

Lo vidi uscire dalla stanza, mentre un'infermiera entrò con una siringa in mano, mi voltai impaurita verso mio padre che capì all'istante, venne al mio fianco, prese lamia mano tra la sua "Hanna, andrà tutto bene, guarda  me o  Daniel se preferisci, pensa a cose belle e vedrai che non sentirai niente" feci come mi venne detto e guardai dalla parte opposta dell'ago, inserì la siringa facendomi scendere una lacrima solitaria, almeno avevo ereditato le vene di mia madre e non quelle sottili di mio padre.

"papà? Sono stanca, mi riposo un po, Daniel non devi restare tutto questo tempo qui, hai delle occhiaie spaventose, vai a riposarti a casa dai, sto meglio ora"

D:"va bene Hanna, tutto quello che vuoi, ma tornerò presto" disse il mio migliore amico avvicinandosi al mio letto e poggiando le sue labbra sulla mia fronte.

"grazie di tutto Dany..ti voglio bene!"

D:"Farei di tutto per te" e se ne andò, mi rivolsi quindi a mio padre "anche tu puoi andare, se ho bisogno di qualcosa chiamo l'infermiera, avrai sicuramente tantissimo lavoro che ti aspetta per colpa mia"

"resterei con te anche a costo di essere licenziato, sei la mia bambina e lo resterai sempre, a stasera piccola"

"ciao papà"

Non ero stanca, avevo solo bisogno di restare da sola, mi sono stati appiccicate da quando sono in questa stanza, ho bisogno di pensare tranquillamente. Allora sono qui da..ma quanti giorni sono passati dal mio arrivo? Ho perso la cognizione del tempo, vabbe, non sarà più di una settimana, da quando sono qui sono successe tante, troppe cose per i miei gusti, sono stata buttata a terra, procurandomi una bella ferita, ho visto la stanza delle bambole dove dovrei dormire, ma presto cambierò tutto, ho trovato una nuova amica..cavolo Miley, mi aveva invitata a uscire e io non ho dato nessun segno di vita, si sarà dimenticata di me ormai, le mando un messaggio appena uscirò da questo stupido ospedale. Chissà cosa starà facendo quello stronzo che mi ha messo in questo casino, mi sentirà appena ne avrò l'occasione, maledirà il giorno in cui mi ha incontrata, gliela farò pagare.

Chi si gli occhi per rilassarmi e per togliere dalla testa questi stupidi pensieri, mi addormentai senza accorgermene.

Sognai di esser tornata nella mia bella fattoria, con Luky venirmi incontro felice di vedermi, mi manca tanto il mio piccolo cucciolo e anche Scherry, il mio adorato cavallo, galoppavo ogni giorno per tutta la fattoria e la pianura vicina, mi sentivo tanto libera in quei momenti, ora invece abito in una casa enorme in città, di verde c'è solo il piccolo giardino e un parco nelle vicinanze, non si respira aria fresca come a casa, qui è tutto chiuso, non c'è il silenzio tranquillizzante della campagna, c'è il rumore delle odiose macchine che per ogni fesseria suonano il clacson. Di notte andavo sempre a coricarmi sull'erba per ammirare le stelle, per parlare con mia madre quando ne avevo bisogno, ora non sarà più possibile, da qui non si vedono le stelle per la troppa luce dei lampioni. Mi sento tanto sola qui, mi manca la mamma.


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