Non so da quante ore cammino in mezzo agli alberi, so solo che la notte sta lentamente scendendo. È il terzo giorno di una ricerca invana. Da quando ho capito cosa Alec aveva fatto a Cat mi sono messa a cercarla in tutti i modi possibili. Ho fatto incantesimi di localizzazione, mi sono messa in contatto con mia madre, ho perfino guardato incessantemente tutti i video del centro di controllo. È protetta da un incantesimo molto forte e sicuramente legato a qualche elemento o a qualche posto, forse all'acqua del ruscello a venti chilometri dalla città, o forse alle montagne a sud. Non ci sono state più vittime e Alec non si è fatto vivo.
Cammino nel bosco da sola gridando il nome di Cat invano. Per fortuna sto riuscendo a tenere tutto questo nascosto a Marcus, se sapesse che è Cat l'assassina andrebbe di matto. Io non so più come cercarla, adesso conosco ogni centimetro del bosco tutto attorno alla città. Mi sento malissimo.
Mi convinco del fatto che prima o poi dovrà uscire fuori. Ho fatto delle ricerche, se lei è abituata a bere sangue umano e angelico direttamente dalle vene delle persone le sacche non le bastano. Lei adesso è in continua caccia. Immagino come sta e so che solo io posso aiutarla. Ma come? Immagino il suo tormento. Non è lei in questo momento, la sua nuova parte vampira le offusca la mente, non riesce a controllarsi.
Mi guardo intorno, gli alberi iniziano ad affittirsi ancora di più, sono molto lontana dalla città e ormai c'è buio. Sto iniziando a sentirmi stanca, cammino dall'alba di stamattina e non ho bevuto nemmeno una goccia d'acqua in tutta la giornata, ho bevuto solamente tre sacche di sangue per fare in modo che tutti i miei cinque sensi fossero amplificati al massimo. Però, come io sono agile e silenziosa, adesso lo è anche lei. Con tutta la forza che ho do un calcio al tronco di un albero caduto e lo faccio volare all'aria come se avessi calciato un pallone. La rabbia e lo sconforto stanno prendendo il sopravvento su di me.
Il mio cellulare squilla. Lo prendo e vedo che è Ariel.
<< Pronto. >> dico sedendomi per terra.
<< Torna a casa, riprenderai le ricerche domani quando ci sarà luce. >>
<< No. >> dico piangendo << Devo trovarla. Non posso fermarmi. Se la trovo io posso aiutarla, sono come lei. >>
<< Anche io voglio ritrovarli, ma non puoi massacrarti in questo modo. >> dice con il tono triste che ultimamente ha molto spesso << Devi tornare qui. Mangi, dormi un po' e domani mattina ti accompagno io. >>
<< No, tu devi tenere d'occhio ad Eliah, questo è quello che devi fare. >>
<< Ruben e Marcus potranno benissimo difenderlo, tu hai bisogno di una mano. È anche una mia amica, e se troviamo lei troviamo anche mio marito e mia figlia. Io devo aiutarti. Adesso torna subito a casa. Se non ti vedo arrivare apro con la forza la stanza d'atterraggio e ti vengo a prendere.>>
Non mi lascia dire una parola perchè ha già chiuso la chiamata. Dopo che siamo arrivati noi ho dato ordine di chiudere a chiave la stanza d'atterraggio per non far uscire più nessun angelo. Dopo un secolo stiamo riutilizzando la stanza del portale, dove gli angeli possono entrare se hanno un mio permesso scritto. Tutti sono agitati, tutti sono in ansia. Non c'era questa allerta nemmeno quando i vampiri erano vivi. Adesso tutti hanno paura dell'ignoto. È obbligatorio portare sempre una cintura da protettore addosso ed essere pronti ad un attacco improvviso. Ci sono ex protettori di guardia davanti al centro di controllo, al mio ufficio, alla mensa e all'armeria, tutti con un fucile tra le mani. Ho fatto in modo che fortificassero le difese della nuvola, ma Alec riuscirà comunque ad attaccare.
Mi stupisce che non si sia fatto ancora vivo. L'ho offesso, mi aspettavo un suo attacco, e invece niente. È come se fosse sparito nel nulla e questo mi fa preoccupare ancora di più.
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Luce
FantasyAria ha fatto quello per cui è nata, è morta e poi è tornata in vita grazie a Lilia. Adesso che i vampiri sono stati eliminati, tutti gli angeli possono tornare ad avere una vita normale in mezzo agli umani, ma il male presto ritornerà. Gli umani co...