Guerriera- Parte 1

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Ho la testa in fiamme. Sento delle fiamme bruciare tutto il cuoio capelluto per poi entrare in profondità, fino al centro del cervello. Ho le palpebre incollate al mio viso, non riesco ad aprire gli occhi. Quel bastardo mi ha fatto entrare in un sonno profondo che solo lui può decidere di far smettere. Mia madre, nel suo libro, lo chiama "torpore infernale", perchè, quando si fa questo incantesimo a qualcuno, quel qualcuno entra nel suo inferno personale.

Ad un tratto apro gli occhi. Sono in una stanza e tutto il tetto è ricoperto di stelle che si illuminano al buio. Riconosco il posto, è la mia stanza di quando avevo dieci anni. Qualcuno apre la porta e io mi giro a guardare. È mio padre che viene a svegliarmi. Quando avevo dieci anni mio padre non era ancora morto e mi veniva a svegliare ogni mattina per andare a scuola.

Mi metto seduta e vedo che non sono nel corpo della me di dieci anni, sono io con le mie ali bianche, con i miei capelli corti e con le mie mille paure. Il mio cervello non comanda il mio corpo, mi muovo senza volerlo. Mi alzo dal letto sbuffando ed esco dalla mia stanza in direzione del bagno. Apro la porta del bagno e rivedo la scena che io ho sempre immaginato con orrore. John che morde mia madre, lei che si risveglia e che poi viene pugnalata. Il mio cervello ordina al mio corpo di chiudere quella porta, di correre via, ma il mio corpo non risponde. Rimango lì a guardare fino a quando capisco che è morta. Appare Finn davanti a me e io, questa volta, mi sento così piccola.

Si mette in ginocchio, mi accarezza una guancia e mi dice: << E' tutta colpa tua, piccola Aria. Tutta colpa tua. >>

Sento un forte dolore al petto. Abbasso lo sguardo e vedo che le cicatrici dovute alla mia trasformazione si sono riaperte e adesso sanguinano. Appena rialzo lo sguardo sono nella pianura, vampiri e angeli stanno lottando e gli angeli stanno perdendo. Ariel e Ruben sono appena arrivati e io sto cercando di trasformarmi, ma non ci riesco. Questa volta Ariel è disarmata, mentre John ha la pistola. Spara ad Ariel e poi a Ruben. Mi volto e vedo cadere a terra Marcus, Cat, Lilia, Jago, Set, e poi tutti gli altri angeli. I vampiri si dirigono verso di me, hanno delle armi in mano ed io non riesco a muovermi. Ad un tratto vanno a fuoco. Li guardo bruciare e diventare cenere. Sono sola adesso. Un silenzio insopportabile emerge nell'aria, sento il sangue scorrermi nelle vene. Nell'aria risuonano delle parole: "E' colpa tua, è colpa tua..." continuano e mi assillano.

Ad un tratto sono nella mia vecchia stanza nella nuvola, quella di quando ero un'iniziata. Sono alzata e mi guardo intorno. I libri, le penne, i cd, tutto è perfettamente in ordine. Guardo verso il letto e vedo me stessa addormentata tra le braccia di Ruben. Guardo l'orologio, è notte fonda.

Qualcuno dietro di me dice: << Guarda quanto eravate felici. >>

Non posso girarmi, ma riconosco la voce, è Finn.

<< Guarda. >> continua spostandomi i capelli << Stavate insieme da poco, era il tuo primo ragazzo. Stavate provando il famoso "amore angelico", l'amore puro tra due angeli appena conosciuti. Eri ancora così spaventata da questo sentimento, così confusa. Sapevi solo che lui era tutto quello che volevi. La tua vita era cambiata completamente, e tu eri così fragile e dolce e ingenua. Sarebbe bastato dirti qualcosa di sbagliato e tutto il mondo ti sarebbe crollato addosso. >>

<< No. >> dico con fatica << Ero più forte di quanto tutti credessero, di quanto io stessa credevo. Avrei sopportato di tutto, anche la morte. >>

<< Avresti sopportato la tua morte, ma non la sua. >> dice baciandomi delicatamente la spalla, sento la pelle bruciare ad ogni suo tocco << Tu volevi proteggerlo, tu volevi che avesse una vita lunga e felice anche dopo la tua morte. Hai pregato Lilia di cancellare ogni ricordo di te dalla sua mente e da quella di tutti gli altri dopo la tua morte, volevi che tutti ti dimenticassero. Un gesto molto egoista da parte tua. >>

<< Volevo che non soffrissero. >> dico piangendo << Non c'è niente di egoista in questo. La loro vita sarebbe stata migliore se non li avessi mai incontrati. >>

<< Lui ti ama. >> dice baciandomi il collo << Lui ti ama più della sua stessa vita. Hai mai pensato alle conseguenze del tuo gesto? >>

I nostri corpi addormentati sul letto si dissolvono nell'aria. Come i mobili e tutti gli oggetti. Rimane una stanza vuota, senza uscite e con le pareti grigie.

Mi bacia l'orecchio e sussurra: << Il vuoto. >>

Mi avvolge fra le sue braccia e mi stringe con forza. Ho un disperato bisogno di liberarmi, ma non ci riesco. Con tutte le forze mi giro, Finn mi conficca con forza un coltello nella pancia e poi sparisce. Inizio a sanguinare e scoppio in lacrime. Ha ucciso la mia bambina, ha ucciso una bambina che non è ancora nata. Cado per terra e aspetto che la ferita si riemargini grazie al mio sangue da vampiro, ma io continuo a sanguinare e sanguinare e sanguinare. Dopo non so quanto tempo tutto il pavimento attorno a me è pieno del mio sangue e le mie vene sono vuote. Ho la pelle trasparente come carta velina, vedo le mie vene verdi e senza sangue. Sono completamente dissanguata, ma io sono ancora viva e vigile. La ferita è ancora aperta ma non esce più sangue. Mi alzo all'impiedi e sbatto i pugni nei muri.

<< Fatemi uscire! >> urlo << Vi prego! >>

Nell'aria una voce risuona e dice: "Piccola Aria, paga la tua pena, l'ergastolo nel torpore infernale dovrai passare, nemmeno il suicidio ti potrà salvare. Fino al campo di grano ti verrò a cercare e poi a quel punto ti farò decapitare".

Smetto di battere i pugni nel muro e smetto di fare ogni cosa. Smetto di parlare e di pensare, smetto di fare tutto. Ad un tratto sento una strana sensazione, come se qualcuno mi stesse toccando le braccia. Qualcuno sta cercando di farmi risvegliare.

Mi viene in mente una frase che ho letto nel libro di incantesimi di mia madre. C'è un modo per uscire dal torpore, solo che ci vuole tanta fatica e si prova tanto dolore. Ma non mi importa, devo vedere dove sono finita.

Con tutta la forza che ho mi graffio in profondità ai lati delle labbra, dall'orecchio fino alle labbra. Poi sussurro: "Eventi strani mi sono capitati, dopo il torpore da me subito. La morte di mia madre, la morte di mio marito, la morte di mia figlia e poi la mia morte. Non ho altre paure, ne sono convita. La bocca mi taglio per non poter parlare, di sangue versato ce n'è abbastanza e adesso voglio uscire da questa stanza".

Continuo a ripeterlo con voce a mano a mano più alta, fino a quando, la quinta volta che lo ripeto, lo sto urlando con tutto il fiato che ho in gola. La sesta volta lo sto dicendo contorcendomi di dolore. La settima ho le lacrime agli occhi. L'ottava sono caduta in ginocchio. La nona non riesco più a parlare. La decima chiudo gli occhi e sento tutto il mio corpo andare in fiamme. Appena riapro gli occhi vedo il volto piangente di Lilia che mi urla di svegliarmi.


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