Vendetta- Parte 7

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E' incredibile con quanta facilità un minuto di apparente serenità possa svanire in un istante. Io dopo giorni in cui non ho fatto altro che muovermi, piangere e fare magie, mi ero seduta sulla sedia della mia scrivania e stavo cercando uno stregone al computer e ad un tratto appare lui, quello stregone bastardo. Ha messo in allarme tutti, grazie al mio super udito sento le parole degli angeli che passeggiano in questo corridoio. Mi sento esausta.

Qualcuno bussa alla porta. Io mi alzo dalla mia poltrona e vado ad aprire. È Rachel, come immaginavo.

<< So cosa vuoi dirmi. >> mi affretto a dire << Per favore, cerca di calmare tutti a mio nome. Non me la sento in questo momento di fare un discorso o una cosa del genere. >>

<< Sta calma. >> dice sorridendomi << A questo ci sto già pensando io. Ero venuta a dirmi che mi dispiace tanto e che io ci sono per qualcunque cosa le serva. >>

<< Ti prego Rachel. Almeno questa volta dammi del tu, non me la sento di essere formare adesso.>>

<< Va bene. >> risponde << Se hai bisogno di qualunque cosa sai il mio numero. >>

<< Grazie. >> dico richiudendo la porta dell'ufficio.

Mi volto e vedo Ariel accarezzare i capelli ad Eliah. Emma si è svegliata qualche minuto fa ed è andata da sua madre, mentre il piccoletto sta ancora dormendo.

Ariel non riesce a trattenere le lacrime, e nemmeno io. Ho sempre davanti agli occhi le immagini del video che Alec ci ha mostrato. Ho le parole che hanno detto impresse nella mente. Ruben che mi dice di perdonarlo perchè non può sopportare tutta quella situazione, Marcus che non dice una parola e che trattiene le lacrime, Jago che dice solamente di proteggere suo figlio e Lilia... mi ha detto che io so dove sono rinchiusi, che probabilmente ci sono già stata, ma quel posto non mi ricorda niente di niente.

<< Abbiamo solo cinque giorni. >> dice Ariel ad un tratto continuando a fissare Eliah << Se non risolviamo quel dannato rebus tutte le persone che amiamo diventeranno i cagnolini ammaestrati di quello stregone fuori di testa. Dobbiamo farci aiutare. >>

<< E da chi? >> dico sedendomi vicino a lei << Mia madre non può parlare perchè ha quel blocco che non so precisamente in cosa consista. >>

<< Può comunque provarci. >> dice girandosi verso di me.

<< David mi ha detto quello che voleva attraverso una storiella e per poco non perdeva un polmone. Sono morti, non possono parlare. È già tanto che riescano a connettersi con le persone ancora vive, figuriamoci se possono darci delle informazioni molto utili. >>

<< Natalie non si ricorda nient'altro? >>

<< Mi ha detto tutto quello che ricorda. >> dico continuando a piangere in silenzio << Si tratta di Ruben, non mi terrebbe nascosto niente di importante. >>

Ariel sospira e dice: << Dobbiamo risolverlo adesso il rebus allora. Se Natalie ha detto che ci ha messo molto tempo per arrivarci in nave vuol dire che questo stregone misterioso abita molto lontano da qui, e di conseguenza non possiamo andarci volando con le nostre ali e che dovremmo prendere un aereo o una nave. Cinque giorni sono molto pochi. Questo stregone dovrà darti qualche dritta per sconfiggerlo, non potrà insegnarti qualcosa di utile in pochi minuti. >>

<< Cinque giorni sono troppo pochi anche se risolviamo il rebus in questo momento. >> dico sconsolata.

<< Chiediamogli di darci più tempo. >> dice dopo qualche minuto di silenzio.

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