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Stash pov

Non appena Megan se ne andò iniziai a cercare qualcosa da fare per lei. L'appartamento era immacolato. Doveva averlo già pulito per me. Che ragazza dolce.

Mi piaceva già tanto quella ragazza. Era timida, bella, e fin troppo studiosa. Questo doveva tenere i ragazzi alla larga, molti uomini si sentono intimoriti dalle ragazze timide e intelligenti. Non io. Una parte di me si sentiva in colpa per aver accettato questo lavoro. Non volevo viziarla o corromperla con me stesso. Ma la volevo rendere libera, volevo che si aprisse...piano...delicatamente... attentamente.

Lei era totalmente diversa da tutte le ragazze che conosco.
La mia ex era come lei. Tutta libri e scuola. Ed erano più o meno simili caratterialmente. Me la ricordava davvero tanto.

Megan mi aveva chiesto il suo nome ma non ero riuscito a dirglielo. Volevo ma la mia voce non voleva collaborare. Non ne avevo parlato con nessuno, mai. Quanto era strano che una ragazza mi volesse comprare per due settimane per parlare dei miei problemi o del mio passato? Magari non è una coincidenza.

Controllai l'orario. L'una e mezza. Dovevo fare la mia chiamata alle tre quindi avevo un po' di tempo. Avevo anche già chiamato Carmen per dirle che non sarei andato a lavorare questa sera.

Stasera ero solo per Megan, la nostra prima notte insieme.

Sembrava così imbarazzata stamattina quando mi sono tolto la maglietta. Dovevo improvvisare un po' meno con lei. E non mi dispiaceva. Sarebbe stato bello prendermi tempo, sedurla, senza metterle fretta. Non riuscivo a ricordare l'ultima volta che ci ero andato piano con una ragazza.

C'è un sacco da dire sull'andarci piano. Molte ragazze per cui ho lavorato non lo vedevano, ma se fatto bene, se costruita l'anticipazione, il mistero, la sensualità dell'esplorare e il prendere dei piccoli morsi prima del grande piatto, rendeva il tutto molto più eccitante.

Megan mi aveva detto di non essere  vergine ma che lo aveva fatto prima e per... 33 secondi? Era uno scherzo? Sembrava seria quando lo aveva detto. Se era vero, allora non aveva mai davvero fatto l'amore, o sesso, per quello che vale. Non del buon sesso, comunque. Quindi l'avrei trattata come se fosse ancora una vergine, avevo deciso. Meritava di rincominciare. Potevo essere la sue vera prima volta.

Ero già stato pagato da madri per dare alle proprie figlie la loro prima volta. La cosa era parecchio strana anche per me, ma molte di queste volte, avevo già servito le madri soddisfacendole così tanto che volevano darmi in regalo le loro figlie. Niente ragazze sotto i 18. Ho ancora regole per me stesso che non ho mai violato.

Le ragazze non vennero mai a sapere che ero stato pagato per stare con loro. Dovevo recitare la parte di un ragazzo con cui si erano scontrate per caso, o con cui avevano un appuntamento al buio, un figlio dei loro colleghi, storie che facessero in modo che io entrassi nelle loro vite in qualche modo.

Comprarmi per le loro figlie era il loro modo per assicurarsi del sesso sicuro, che pratico sempre, e qualche volta per distrarle da qualche amore finito male o fidanzati che non le stavano trattando nel modo adeguato. E anche per dare loro una magnifica e sensuale prima volta.

Subito dopo, avrei avuto una delicata conversazione con la ragazza e mi sarei dovuto inventare qualche scusa sul perché non l'avrei mai più rivista. Dicevo sempre cose come partire per lavoro ecc. Avevo mille ragioni per non ferirle e uscire dalle loro vite velocemente. Ma mi dava sempre dispiacere anche per giorni o settimane dopo, mi sentivo sempre come se le avessi ferite.

Ma il punto è che, so come essere gentile e delicato, e so come andarci piano. Mi rendeva più felice farlo così che in qualche altro modo più rude come piaceva ad alcune ragazze.

Quindi era così che avrei iniziato con Megan. E dopo, se voleva esplorare alcune fantasie più oscure , potevo fare anche quelle. Posso essere angelo... e posso essere demone.

Andai in banca per fare il deposito con i soldi che Megan mi aveva dato, andai anche al supermercato per prendere qualcosa per cena, e qualche cosa dal mio appartamento che mi serviva per la notte.

Tornai a casa di Megan giusto in tempo per fare la mia chiamata giornaliera, tutto andò bene anche con quella.

Guardai il mio programma per il giorno dopo e vidi che avevo una festa di addio al nubilato, solo per due in una casa privata. Avrei chiesto a Megan se voleva venire con me.

Girai la pagina per controllare Mercoledì, vidi, 12.00 – Consegna Pizza – Paige.

Megan non può venire con me. Magari aveva lezione quel giorno. Lo speravo.

Niente Giovedì – bene.

Venerdì sera dovevo andare al Fire. I venerdì erano sempre pieni e Megan poteva venire con le sue amiche se voleva.

Girai pagina per controllare Sabato – 13.00, Raven.

Cazzo. Raven non era il suo vero nome, non lo sapevo neanche il suo vero nome ma sabato sarebbe stato un giorno duro per me. Dovevo inventarmi qualcosa con Megan per evitare che mi seguisse.

Domenica diceva – Film – 16.00. Da Jackie.

Questa era dura. Non ero sicuro che Megan volesse vedermi mentre giravo un film a basso budget a sfondo pornografico. Forse potevo riuscire a evitarlo o spostarlo a quando avrei finito con Megan.

Misi il mio programma via e iniziai a preparare la cena per quando Megan sarebbe tornata a casa.

Avevo optato per un arrosto con patate. Avevo anche pensato di comprare del vino ma poi decisi che era meglio di no. Guardando il frigorifero di Megan si notava subito che non era una bevitrice di vino. C'erano solo lattine di coca e succhi di frutta. E soprattutto non volevo farle pensare che la stavo imbrogliando per sedurla più facilmente.

Volevo questa sera solo per toccarci...parlare...e imparare a conoscerci meglio, giusto per rompere il ghiaccio. Non avevo intenzione di fare l'amore con lei, non ancora. Avevamo tempo.

Avevo dell'olio per massaggi a casa e li avevo presi e posati in una bacinella di acqua calda, lasciandoli lì a riscaldare. Avevo anche trovato degli asciugamani di Megan e li avevo messi in un cesto vicino al letto. E sì, lo avevo ricoperto di petali di rose, c'erano anche alcune delle mie candele intorno alla stanza.

Avevo anche sostituito la lampada della luce della stanza con una con luce soffusa per creare atmosfera. E avevo posizionato il mio iPod nella stanza, un'intera mia playlist sensuale perfetta per rilassarsi. Avevo preparato una piccola stanza relax  ed ero particolarmente fiero di me stesso quando avevo finito.

Il sole era ancora alto ma per quando avemmo finito di mangiare sarebbe iniziato a diventare buio. A quel punto mi sarei concentrato nel rendere Megan felice. Quando la sentii salire le scale. Speravo fosse sola.
Mi guardai nello specchio del bagno di Megan per la decima volta. Capelli a posto. Ben rasato, la barba era fatta,  e denti belli e puliti. Tutto ero apposto. Desideravo solo che quel dannato livido sul mio sedere scomparisse. Era ancora lì. Ma non potevo preoccuparmene in quel momento.

Andai a controllare l'arrosto dentro il forno e lo girai ancora un po', sperando che potesse sentirne l'odore dal corridoio.

Aprì la porta prima che Megan la raggiungesse, sorprendendola. Era da sola.

Le sorrisi caldamente, non volevo renderla ancora più nervosa.

"Ciao." salutai, volevo vedere il suo sorriso. Mi abbassai e le lasciai un piccolo e delicato bacio.

Mi sorrise e ridacchiò mentre mi spostavo per farla entrare. Sembrava ancora più nervosa di questa mattina. Avrei messo fine alla sua sofferenza in pochi minuti, non subito. Mi piaceva vederla imbarazzata.

Chiusi la porta gentilmente e lei entrò in cucina.

"Che buon odore! Lo avevo sentito dalle scale ma non pensavo che... Provenisse dal mio appartamento."

"Mi sento insultato." dissi con voce bassa, "Te l'ho detto che sono un bravo giocattolo. Ne dubitavi?"

Le diedi un altro bacio, prendendo la borsa dalle sue spalle, posandola in un angolo della sala.


Arrossì di nuovo e io scoppiai a ridere, poi sistemai la tovaglia per terra.
"Mangeremo qui stasera." la informai, "Sistemo io la tavola, non preoccuparti."

Iniziai mettendo il cibo nei nostri piatti, presi le posate. Posai tutto sulla tovaglia per terra. Sarebbe stato più carino, guardare il sole che tramontava invece che stare seduti su un paio di sgabelli attorno a un bancone.

Sembrava apprezzare la mia idea, la feci sedere di fronte a me mentre io mi sedetti sul pavimento con la schiena contro il divano.

Si sentiva la musica di sottofondo in modo che potessimo parlare.

Aprii due lattine di coca cola  e le versai nei due bicchieri che posai sulla nostra tovaglia da picnic.

Megan si sedette a gambe incrociate io invece avevo steso le gambe e incrociato i piedi.

Iniziammo a mangiare e Megan confessò, "Adoro il pollo con le patate, è uno dei miei piatti preferiti. Grazie mille per tutto questo. Non dovevi, lo sai."

"Smettila." la stoppai, "Volevo. Ora mangia."

"Sì, signore." scherzò, mangiando.

"Mi piace. Ripetilo." la stuzzicai un po' e lei ridacchiò, coprendosi la bocca.

"Megan, posso dirti una cosa prima di andare avanti?" chiesi educatamente, volevo che si sentisse a suo agio.

"Certo." disse e sembrava più tesa.

"Dopo che abbiamo parlato oggi" iniziai, sorridendole teneramente, "ho realizzato che tutto questo è nuovo per te, come hai detto. Quindi voglio che tu sappia che per stasera ho delle cose già pianificate, ma non voglio fare sesso. Voglio che ci prendiamo il nostro tempo e ci conosciamo. Voglio toccarti e voglio che tu tocchi me. Voglio parlare con te e voglio baciarti. Voglio stringerti e voglio massaggiare ogni parte di te e voglio che tu mi massaggi. E voglio che ci addormentiamo assieme, vicini. Ma non ti spingerò a fare sesso con me. Voglio che tu mi dica che mi vuoi. E poi sarò felice di accontentarti. Non voglio che tu abbia paura di me o che tu sia nervosa. Ti suona bene?"

Mi guardò attentamente. Non mi mossi. Rimase in silenzio per un paio di secondi e fece un respiro profondo.

La sua voce era rotta ma disse, "Sembra perfetto."

E sorrise, quel bellissimo sorriso che non avevo mai visto prima. Le piaceva quello che avevo pianificato per stanotte! Ero sollevato e felice che l'avessi capita correttamente. Era difficile da leggere per me. Questa volta era importante e ce l'avevo fatta.

Sentii il mio petto allentarsi e rilassarsi.
Le sorrisi a trentadue denti, emozionato per quello che la serata riservava. Ero perfino troppo eccitato per finire di mangiare.

Stash pov

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