24.

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Stash pov

"Stash...sessione...otto?" Megan mi guardò, insicura.

"Credo sia la settima." Cercai di ricordare ma Megan fece spallucce e disse, "Comunque..."

"Ciao Stash." Mi salutò come ogni volta e mi faceva sorridere. Come se non l'avessi più vista dall'ultima seduta.

"Ciao Dr. Megan." sorrisi, sedendomi sul divano e lei,  come al solito, sulla sua sedia di fronte a me.

"Quindi..." Megan prese un piccolo respiro, guardando fuori dalla finestra alla sua sinistra, "Troppo per mio padre non lasciare che il nostro problema non lo disturbi."

Sorrise e lasciai che il mio viso fece lo stesso, sperando che non stesse nascondendo il suo dolore per via della visita di suo padre. Speravo che sapesse che non doveva nascondermelo. Potevo esserci anche io per lei.

"Lo so." Ricordai William dire che aveva ascoltato tante storie e anche la nostra non lo avrebbe fatto urlare o diventare violento, "Troppo per le tue regole."

Stava premendo la penna sul suo notebook che aveva in grembo, e la sua mascella era stretta per un secondo.

Sembrava fosse arrabbiata...e non parlava. I suoi occhi erano cementati sul notebook. È dispiaciuta per quello che abbiamo detto a suo padre? Sente che non valgo veramente la pena?

"Megan?" iniziai, "Mi dispiace così tanto. Non riesco ancora a credere che tu abbia fatto tutto questo per me."

"L'ho fatto per noi...farei qualsiasi cosa per te."

Sospirò e cambiò argomento.

"Quindi...ti è piaciuto mio padre?" chiese, cercando di sorridere di più.

"Mi è piaciuto." dissi senza esitazione, "Ma era troppo gentile con me. Mi avrebbe dovuto picchiare."

"Volevi che lo facesse, non è vero?" chiese, conoscendomi troppo bene.

"Sì." Avevo finito di nascondermi o mentire a Megan a questo punto, "So che è sbagliato da parte mia prendere i tuoi soldi così...per fare l'amore con te. Mi sono fatto così tante ragazze per soldi...quando William mi aveva sbattuto contro la parete, ero tipo...finalmente un papà mi ha messo le mani addosso...e ora forse avrei potuto pagare per quello che avevo fatto."

"So come mi ha fatta sentire..." disse Megan, "Quando mio padre ti ha chiamata puttana. È squallido, ma...come ti ha fatto sentire?"

Mi guardai la mano per un paio di secondi e stavo quasi per mentire dicendo che ormai ero abituato...ma ammisi la verità.

"L'ho odiato." confessai, guardandola di sfuggita, "Volevo piacere a William. Era veramente un grande durante il pranzo e sentivo di piacergli un po'. Poi...quando gli abbiamo detto...il modo in cui mi ha guardato...mi sono sentito disgustoso di nuovo...di solito mi sento così, ma ultimamente, con te...quando siamo da soli...non mi sento così sporco. Sono pulito. E non sto facendo niente di sbagliato, in qualche modo. Quasi mi dimentico che sono una prostituta quando ti bacio. E non ho usato la parola puttana, quindi non puoi arrabbiarti."

Sorrise e io ricambiai.

"Non credo mi piaccia anche la parola prostituta." disse.

"Cosa ne pensi di puttaniere?" stuzzicai.

"Mio padre di solito è così calmo." disse Megan, "Ha visto molto e di solito non è così...emotivo."

"Questo è diverso." puntai, "Si parla di te. Sei la sua unica figlia. So esattamente come si sente. Se fossi lui, e tu fossi Katie...mi sarei già fatto il culo senza pensarci due volte."

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