Il giorno dopo
Ore 8.14 casa Roberti, Naro
Mi rigirai nel letto, poi aprì gli occhi le lenzuola avevano un odore strano, molto forte e mascolino solo che non era quello usato nè da mio padre nè da mio fratello. Mi alzai ed aprì la porta-finestra del balcone uscendo fuori, guardandomi attorno e ritrovandomi davanti l'ultima persona che avrei voluto incontrare "Ciao Giada, come stai?" la sua voce roca mi fece tremare le gambe ma cercai di non scompormi più di tanto "Bene fino a quando non hai aperto la bocca" affermai glaciale rientrando in casa e raggiungendo la cucina "Buongiorno sorellina! Dormito bene?" disse pimpante Marco "Come al solito, caro fratello" risposi senza troppi entusiasmi sedendomi sullo sgabello dell'isola e bevendo la mia tazza di camomilla e menta. Suonarono alla porta "Vado io" disse Marco andando ad aprire "Ciao! Vieni entra, mamma sarà felice di vederti" continuò allegro mio fratello chiamando nostra madre, la quale raggiunse mio fratello strillando "Oh, ma che piacere! Sei passato a trovarci, sei proprio un caro ragazzo" "E se ti levi dal cazzo fai un favore" urlai io dalla cucina, immaginando chi potesse essere il soggetto umano ad aver premuto il camapanello di casa mia "Giada smettila! Piero non merita questi trattamenti, potresti offenderlo gravemente" mi rimproverò mia madre "Non sia mai che mi denunci per chissa quale reato e con i suoi super avvocati vinca la causa sbattendomi in cella" ironizzai io salendo nella mia camera a preparare la valigia. "Anche tu prepari valige?" domandò quella voce odiosa "Non vedi? Se hai problemi di vista, sistemati le lenti dei tuoi occhiali, quattrocchi" risposi acidamente sistemando tutto nella valigia "E dove vai?" rispose con nonchalance "Lontano da te e dalla tua voce rompicoglioni" l'aggredì innervosita "Ce l'hai ancora con me per Anna, vero?" mi chiese dolce "Ce l'ho con te, punto." chiarì fredda chiudendo la valigia "Allora è per il mio sogno di cantare?" ritentò, ma io in risposta mi tolsi la maglietta che usavo per dormire, indossando una maglietta a maniche corte "Non c'è un motivo, cazzone, sono tanti e scusa ma non ho tempo da perdere con te, devo prendere un aereo" dissi prendendo una felpa dall'armadio "Credevo che restassi un po' qui a Naro" mi disse dispiaciuto "Beh no. Odio questo posto, ci vengo il meno possibile e se potessi essere veramente libera, non ci torneri proprio" spiegai irritata dalla sua sola presenza "Mi ha fatto piacere rivederti" mi disse sorridendo "Piacere tutto tuo, a me ha fatto venirenil voltastomaco" risposi acidamente sistemando la mia tracolla dell'Eastpack a righe mentre lui scendeva al piano inferiore; mi sedetti sulla scrivania e ripensai al suo sorriso che mi fregava ogni singola volta, alla sua voce calda e potente e a ciò che mi faceva provare.poi mi rialzai e finì di preparare le mie valige.Ore 8.35 casa Barone, Naro
"Mamma, sono tornato" dissi chiudendo la porta d'ingresso "Già di ritorno? Sei stato veloce" mi rispose dandomi un bacio sulla guancia "Diciamo che mi ha gentilmente mandato a fanculo, ecco" ridacchiai io, mentre mia madre mi guardava dispiaciuta "Dai, ora vado da nonno" le dissi cercando di farla sorridere un po' ed abbracciandola "Ti voglio bene mamma" "Te ne voglio anch'io bambino mio" le diedi un grosso bacio sulla guancia ed andai a casa di nonno.Ore 9.58 aeroporto Fontanarossa, Catania
"Giada, mi raccomando stai attenta a Milano!" mi raccomandò mia madre "E chiamaci, mi raccomando!" si aggiunse mio padre "Sì, va bene. Non ho cinque anni so benissimo badare a ms stessa" risposi abbracciando mio fratello, il quale mi sussurrò "Ora partono con chi sai tu..." e detto fatto, mia madre da perfetta rompicoglioni affermò "Beh, certo se ci fosse stato Piero tutto sarebbe stato diverso" "Ma non c'è quindi, fattene una ragione anzi fatevela tutti. Tanto a quello lì non gliene frega niente di nessuno, è un egoista e basta" sputai io afferrando il mio trolley e raggiungendo il check-in. Una volta fatto l'imbarco, passai alla zona controlli superati questi arrivai alla sala d'attesa davanti ai gate; mi sedetti su una sedia ed in lontananza sentì due ragazzine dire "Oh mio Dio! Piero è a casa sua a Naro! Finalmente potremmo incontrarlo!" sclerando come due menomate, l'unico pensiero che mi venne in mente fu 'poracce' non avevano la più pallida idea di quanto fosse stronzo ed egoista quell'essere viscido. Chiamarono il mio... Aereo e mi incamminai verso il gate, salì sul mezzo e mi sedetti al mio posto mettendo in modalità aerea il telefonino, inserendo le mie amate cuffiette ed ascoltando il mio amatissimo Michael Bublé.
Qualche ora dopo atterrammo a Milano, la mia vera casa; uscì dall'aeroporto e ad aspettarmi trovai lui, Alessio "Ciao piccola" "Amore mio, mi sei mancato da morire" gli saltai addosso abbracciandolo, mi diede un lungo bellissimo bacio "Andiamo?" mi chiese poi afferrando il mio trolley e stringendo un suo braccio attorno ai miei fianchi "Andiamo" gli risposi felice di rivederlo. Andammo a casa nostra ed io iniziai a disfare la mia valigia "Com'è andata a Naro, tesoro?" mi chiese appoggiandosi allo stipite della porta "Al solito... Pensa che ha avuto anche il coraggio di venire a salutarmi" risposi non facendo nomi, Alessio lo conosceva come il 'mio ex migliore amico' non gli avevo mai detto nient'altro su quel verme "Tu a Roseto?" domandai allora "Bene, ho rivisto il mio migliore amico! Sono super orgoglioso di lui, sai? Ha vinto Sanremo!" mi disse allegro, io mi pietrificai "Il tuo migliore amico è uno di quei tre?" lui annuì "Sì, quello che ha festeggiato il compleanno l'11 sul palco, Gianluca" "Ah... Sono felice per te amore" cercai di sembrare normale, come se la notizia non mi avesse sconvolta neanche un po' "Poi ho detto di noi ai miei e non vedono l'ora di poterti conoscere, anche Gianluca vuole che ti presenti. Dice che andresti molto d'accordo con il suo amico e collega Piero" eccolì, quel nome maledetto "Anche a me piacerebbe conoscere i tuoi genitori e questo tuo migliore amico" risposi ignorando volutamente le sue ultime parole "Ed i tuoi che dicono?" mi chiese accarezzandomi i capelli "Non gliel'ho detto. Loro sono ancora fissati con quello lì, sperano che un giorno diventi sua moglie e cazzate varie. Preferisco non dire niente per ora, quando sarà il momento giusto verrai con me" lo baciai a stampo per poi sorridergli, lui mi prese le mani stringendole tra le sue "Ringrazio chiunque sia il destinatario del tuo tatuaggio, perchè la sua rinuncia te, è stata la mia fortuna" mi disse baciando quella scritta sul mio polso, mi sentì un groppo in gola. Gli stavo nascondendo parte della mia vita e lui non meritava tutte queste menzogne, così presi un respiro profondo e decisi di raccontargli tutto "Amore, devo dirti alcune cose. Spero che tutto ciò non comprometta la nostra storia perchè io ti amo da impazzire e" poggiò l'indice sulle mie labbra sussurrando "Niente ci potrà separare, ricordatelo. Sfogati, ti farà bene" "Il mio ex migliore amico è Piero. Quel Piero. Quando è partito inizialmente mi scriveva, ogni giorno alla stessa ora, poi nel corso dei mesi scriveva a tutti, tranne che a me. Mi ignorava, per lui ero come morta e sepolta. Ogni volta che torna a Naro però magicamente si ricorda anche di me e allora fa tutto il carino e cose varie. Lo odio da morire, perchè l'ho amato così tanto e lui non se ne è mai reso conto; ha sempre preferito la sua attuale ragazza, Anna, a me che praticamente ci ero cresciuta assieme" scoppiai a piangere, Alessio mi strinse al suo petto e mi sussurrò delle semplici parole "Lo sapevo, me l'ha raccontato Gian. Aspettavo solo che tu ti sentissi pronta per liberarti da questo macigno. E se credi che ti lascerò per questo, mi dispiace ma no, non lo farò" mi accarezzava i capelli dolcemente dandomi piccoli baci sulla guancia. Solo con Alessio capì l'importanza delle piccole cose e cos'è veramente l'amore, e tutto questo era ben diverso da ciò che provavo per Piero. Quella sera Alessio mi portò a cena fuori, passeggiammo per le vie mano nella mano scambiandoci dolci baci, alcuni brevi altri lunghi ed umidi; il tempo passava veloce senza nemmeno rendercene conto, tornammo a casa verso mezzanotte, ci cambiammo e ci infilammo sotto le coperte "Ti sei divertita, piccola?" "A me basta stare con te, il resto non mi interessa" lo baciai "So che mi lincerai, ma Gian e i suoi colleghi hanno un instore qui a Milano ed io in quei giorni sarò ad AbuDhabi da Marco..." "Lo faccio solo per te e perchè Gianluca ci tiene tanto a conoscermi, ma se quello lì mi rompe le palle lo butto fuori di casa a calci in culo" acconsentì io mettendo subito in chiaro le cose "Piccola sei eccezionale!" mi baciò con dolcezza per poi avvolgermi tra le sue braccia ed addormentarci. Feci un sogno assurdo: ero a New York nel mezzo di Central Park, ero da sola ed era molto buio; controllai l'ora era mezzanotte e mezza ed io girovagavo senza una meta. Ad un tratto vidi Alessio, stretto ad una ragazza mentre si baciavano con molta, forse troppa, passione ed io ero lì immobile a pochi metri da loro a piangere; sentì due braccia alzarmi e stringermi forte, mentre un profumo mascolino mi invadeva i sensi, appoggiai la faccia sul petto di questo ragazzo provando una sensazione di pace e tranquillità, come se di Alessio e di quella ragazza non me ne fregasse nulla. Alzai lo sguardo ma questo misterioso ragazzo mi chiuse gli occhi per poi poggiare le sue labbra sulle mie dando vita ad un bacio passionale e dolce, mi mordeva e leccava le labbra, facendo poi congiungere le nostre lingue e facendole scorrere l'una sull'altra. Mi teneva stretta dai fianchi, con le sue grandi mani mentre le mie veniva punzecchiate dalla sua barbetta, ci staccammo dal bacio mi afferrò la mano e mi condusse su un ponte solo allora potei riaprire gli occhi e vidi tanto piccole luci; mi affacciai dal ponte e questo ragazzo mi abbracciò da dietro, ci specchiammo sul laghetto: eravamo io e Piero, con due sorrisi luminosi in viso. Piero si girò sussurrandomi all'orecchio "Ti amo anch'io piciridda" il sogno finì ed io mi svegliai di soprassalto, Alessio al mio fianco continuava a dormire tranquillo ma io non lo ero per niente; il mio cuore batteva furioso nel mio petto ed io speravo con tutto il cuore che quello fosse stato soltanto un sogno e che Piero non facesse stronzate del genere.Note personali:
Vi è piaciuto? Spero di sìDitemi cosa ne pensate con un commentino ed aspetto con ansia gli scleri di GiuliettaEverdeen,IlariaGiordano6 e Ribbonland!
Vi adoro
Al prossimo capitolo!
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S'agapo' || Piero Barone
Fanfiction"Σ'αγαπώ" (s'agapó): Giada lo aveva tatuato sul polso sinistro, per lui, per non dimenticarlo mai. Lui che non l'aveva mai dimenticata nonostante tutto e nonostante tutti.