Chapter 16. Shadows

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Il giorno dopo
Ore 04.43 Hotel, Taormina
Camera di Giada e Piero
Sentì Giada tirarmi dei calci nel sonno, aprì gli occhi e la trovai in preda ad un altro dei suoi peggiori incubi. Avrei tanto voluto sapere cosa le facesse così paura, ma lei non apriva mai bocca sui suoi incubi, mi chiedeva soltanto di non lasciarla. Strinsi le sue mani tra le mie, sussurrandole dolcemente "Amore, sono qui. Tranquilla, sono qui, non me ne vado te lo giuro", lei aprì i suoi occhioni verdi pieni di lacrime, mi guardò e poi si gettò tra le mie braccia piangendo "Va tutto bene, sei qui con me" le baciai la testa "Anche se so già la risposta te lo chiederò... Ne vuoi parlare, piccola?" le chiesi asciugandole le lacrime con i pollici, lei annuì "Dopo che saprai tutto, però, ti prego non mi lasciare" disse spaventata dalla mia possibile reazione "Non ti lascerò, l'ho fatto già una volta ed ho causato i tuoi incubi, non ripeterò lo stesso errore" le accarezzai il volto "Tutto è incominciato qualche mese prima che tu partissi per l'America. Ho incontrato questo ragazzo a Canicattì, ero andata a fare un giro con Daniela e suo cugino Salvo; lui si è avvicinato e si è presentato a me e Daniela, era il famoso migliore amico di Salvo e niente abbiamo chiacchierato per tutta la sera, anche io pensavo ad altro" mi guardò per poi tornare ad essere quasi assente "Ci sentivamo molto spesso, era molto curioso ed voleva sapere se avessi un fidanzato. Gli risposi che ero invaghita di un ragazzo, ma che non avrei avuto nessuna possibilità con lui ed allora mi invitò a cena, a casa sua" continuò mentre i suoi occhi tornavano ad essere umidi "Andai con Salvo, visto che lo aveva invitato e così cenammo" si bloccò ed entrò nuovamente in panico, stava rivivendo quell'incubo "Ehi, va tutto bene amore mio. Se non te la senti, non andare avanti" la mia voce la calmò e lei riprese il suo discorso "Dopo cena, restammo solo io, Salvo e lui. Mi disse 'Ti faccio vedere la mia stanza, ho qualcosa che ti piacerà' ed io come una stupida li seguì, Salvo chiuse la porta a chiave e mi... Mi hanno..." pianse disperata, non mi servirono altre parole per capire; ed io mi sentì uno schifo, se solo non fossi stato così stupido nel pensare che la mia era solo una cotta passeggera e ne avessi parlato con lei, Salvo e quello lì non si sarebbero approfittati della sua ingenuità facendole vivere questo incubo per sei lunghissimi anni, la strinsi forte "Ssh, va tutto bene. È tutto finito, ci sono io qua con te ora" le sussurrai accarezzandole la schiena "Ne hai mai parlato con qualcuno?" le chiesi mentre lei continuava a piangere "No, mi avevano minacciato di farti del male ed io non volevo, non volevo metterti in mezzo per un mio sbaglio" mi disse lei stringendosi a me "Jade, ti avrei potuto aiutare e avremmo potuto agire in maniera diversa nei loro confronti. Poi io ero sempre negli Stati Uniti, non avrebbero potuto farmi niente, hai portato dentro di te questa tempesta distruggendoti lentamente ed io non riuscirò a perdonarmelo, perchè so che la colpa è la mia" le risposi, lei era sempre stata così, preferiva salvare me che salvare sè stessa; per colpa mia non si è mai potuta sfogare con nessuno. "Non è colpa tua, amore mio, ho scelto io di fare così, non volevo metterti in mezzo perchè sapevo che avresti rinunciato anche al tuo sogno per aiutarmi ed io non volevo esserti d'intralcio nel realizzarlo. L'ho fatto perchè ti amavo e lo farei altre mille volte perchè ti amo" mi accarezzò la guancia "Sei un'irresponsabile, preferisci salvare me ogni volta, ma come puoi ben vedere io non ti ho mai salvata" mi disperai odiando me stesso dal profondo "L'hai fatto, mi hai salvato dai miei incubi ricordandomi che tutto è passato e che ora ci sei tu con me ogni singola notte; l'hai fatto quando abbiamo iniziato quello stupido gioco, mi hai salvato dalla sofferenza per un amore falso; lo stai facendo ora, ascoltandomi e stringendomi a te, amandomi e facendomi sentire amata, davvero" mi sussurrò contro le labbra "Posso sapere chi è questo lui?" le chiesi spostandole una ciocca dal viso "D-d-ario" sussurrò ed in quel preciso istante tutto mi fu chiaro: le sue battutine su Giada, i suoi doppi sensi quando si avvicinava a me, i commenti sgradevoli e volgari. Lo aveva fatto apposta, sapeva che ero innamorato di lei e lui da bravo migliore amico che fa? La costringe ad andare a letto con lui. Ora capisco la sua paura per me, ogni volta che tornavo a Naro ero sempre con Dario e Gaetano e quindi se lei avesse parlato sarei stato in pericolo "Mi dispiace, piccola mi dispiace da morire" la strinsi a me, ero disperato ed incazzato con me stesso, perchè in fondo, la colpa era davvero la mia. Era colpa mia se l'avevano violentata a soli sedici anni, era colpa mia se viveva nel terrore che Dario mi potesse fare qualcosa, era colpa mia la sua sofferenza ed i suoi incubi notturni "È stato solo una volta, vero?" le chiesi poi con un briciolo di speranza che avesse subito tutto ciò una volta sola, ma il mondo mi crollò addosso quando la vidi negare con la testa, poi alzò le mani e con le dita formò un '9', in quel preciso instante avrei voluto morire. Fu lei ad abbracciarmi "Non è colpa tua, amore mio" mi baciò a stampo "Guardami cucciolo" mi disse ed io l'accontentai "È passato, è successo, ma ora quello che importa è il presente, siamo tu ed io, insieme" mi sorrise ed io la baciai dolcemente "Ti amo piccola tempesta" "Ti amo anch'io grande uomo" mi baciò facendomi sdraiare sul letto "Come ti senti?" le chiesi "Più leggera" mi sorrise, i suoi occhi erano un filino più chiari, ma aveva ancora dentro altre tempeste "Ho ancora da lavorarci su, ma so che ci riusciremo" confermò la mia tesi "Io sono qui, ci sarò per te. Quando te la sentirai mi racconterai tutto il resto" le spostai i capelli dietro la schiena, si accoccolò al mio petto tracciandoci sopra dei segni strani con le dita "Ti dirò una cosa, ma tu devi giurare che non ti incazzerai e che non te la prenderai con te stesso" mi disse guardandomi negli occhi "Te lo giuro, cercherò di restare calmo e di non auto-insultarmi" le risposi sincero "Dopo la nona volta, fatta con te nell'altra stanza che dormivi con Anna, ero così triste, delusa, schifata da me stessa e mi sentivo così sola ed abbandonata che ero ad un passo dal togliermi la vita" mi disse abbassando lo sguardo "Piccola mia, perchè non hai mai cercato di farmelo capire? Avrei fatto qualsiasi cosa pur di aiutarti, anche portarti in America con me, se fosse stato necessario" le accarezzai il volto "Ma c'era Anna" mi rispose "Anna era solo un rimpiazzo, perchè non potevo avere te" le dissi sincero, mentre una sfumatura scura dei suoi occhi andava schiarendosi "Eravamo proprio due coglioni" rise lei per sdrammatizzare "Io sicuramente" mi unì anch'io alle risate "Sarai stanco morto, ti ho svegliato alle cinque meno un quarto e stamattina alle nove dobbiamo partire per Palermo e devi guidare" mi guardò dispiaciuta "Mi sveglierei ogni cinque minuti per te, amore mio. Berrò qualche caffè in più ed appena arriviamo a Palermo riposo un po' prima del sound-check" la baciai, poi ci riaddormentammo tranquilli.

S'agapo' || Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora