Chapter 8. Going back home

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Due giorni dopo
Ore 12.53 Aeroporto Fontanarossa, Catania
Mio fratello stava piuttosto bene, tranne per qualche costola incrinata ed il braccio fratturato; Piero insistette comunque a raggiurgermi a Naro, quindi come d'accordo, lo andai a prendere a Catania. Ero seduta all'aeroporto, leggendo il mio libro quando qualcuno mi chiuse gli occhi con le sue mani; riconobbi subito il suo profumo intenso che mi era mancato troppo in quei due lunghi interminabili giorni "Quattrocchi, lo sai che odio sti giochi del cazzo" gli dissi un po' acida "Proprio per questo te li faccio, nana" mi rispose altrettanto acidello facendomi l'occhiolino, poi mi abbracciò "Mi sei mancata" "Anche tu" gli baciai il collo "Provocarmi in un aeroporto è davvero pericoloso" mi sussurrò con voce sensuale e provocante "Tu e la tua fantasia di farlo sull'aereo... Non l'avevi già realizzata?" gli chiesi guardandolo storto "Sì, ma non sarebbe male realizzarla di nuovo... Magari con te" mi disse leccandosi il labbro inferiore "Che scusa inventiamo con le nostre famiglie?" domandai io mentre camminavamo verso la macchina "Cazzo, non ci avevo pensato!" si coprì il viso con entrambe le mani "Bene. Siamo fottuti" constatai io "Posso dire a Franz di coprirci... Ma poi gli dovrei dire tutto" pensò lui, "Chiamalo" dissi di getto, anche perchè era l'unica soluzione possibile "Dovrei dirgli di quello che facciamo, lo sai vero?" mi guardò incredulo "Preferisco che tuo fratello sappia tutta la storia, che le nostre madri. Quelle due inizierebbero ad organizzare matrimoni ed a pensare a nipotini, e indovina chi saranno le vittime di tutto ciò? Esatto, noi due" spiegai io "Giusto, vada per Francesco allora" disse salendo al posto guida "La macchina sarebbe la mia eh" affermai seccata sedendomi accanto a lui, lato passeggero "Lo sai cosa ne penso su certe cose" mi disse serio "Sì, lo so siculo tradizionalista che non sei altro" gli risposi seccata, mise in moto e tornammo a Naro.

Ore 11.24 Aeroporto Leonardo da Vinci, Fiumicino (Roma)
Uscita
Eravamo appena atterrati a Roma, Piero era rimasto attaccato al cellulare per tutto il viaggio, Ignazio e Giulia chiacchieravano, scambiandosi sguardi dolci, io ascoltavo un po' di musica insieme a Gianluca, il quale non aveva mollato la mia mano nemmeno per un secondo "Mi mancherai in queste settimane" mi disse quando raggiungemmo il ritiro bagagli "Anche tu, tanto" gli risposi dandogli un bacio sulla guancia, mi prese per mano ed uscimmo fuori, dove trovammo suo padre; d'impulso separai le nostre mani, mentre l'uomo si avvicinava al figlio "Gianluca! Come stai campione?" "Ciao papà, tutto bene. Voi?" sorrisero entrambi "Bene bene, non vedono l'ora di poterti riabbracciare... Soprattutto il nonno" il padre gli diede una pacca sulla spalla "Ah, papà lei è Ilaria la nostra nuova stylist e fotografa ufficiale" mi presentò ed io entrai in panico, allungai timida la mano sussurrando un 'Piacere signor Ginoble' ottenendo in risposta una stretta di mano gentile ed un sorriso rassicurante "Piacere mio! Chiamami Ercole, ti prego non sono così vecchio" mi disse poi guardando sia me che il figlio, dopo un po' disse "Va bene, Ilaria ti saluto è stato un piacere conoscerti. Gian, dammi la valigia, ti aspetto in macchina" facendo l'occhiolino al figlio. In quel momento diventai rossissima, cazzarola senza nemmeno parlare il padre aveva capito che tra me e Gianluca ci fosse qualcosa "La parte peggiore toccherà a me, da Roma fino a Montepagano a chiedermi cosa c'è tra di noi" rise il ragazzo al mio fianco accarezzandomi la guancia "È imbarazzante, ci ha fissato per mezz'ora e non stavamo facendo nulla" risposi io scioccata "I miei genitori sanno quello che devo dirgli, senza nemmeno che apra la bocca" affermò lui sorridendo "Dai, vai da lui. Tua mamma sarà ansiosa di rivederti" gli dissi abbracciandolo, ci staccammo e con un sorriso un po' forzato iniziai ad allontanarmi, poi mi richiamò e mi girai, si avvicinò velocemente a me e mi lasciò un dolcissimo, lunghissimo bacio "Ci vediamo tra due settimane, piccola" mi fece l'occhiolino andando in direzione opposta alla mia. Uscì dall'aeroporto e trovai il mio migliore amico, nonchè coinquilino"Nico, ciao" "Ila, sei tornata finalmente" mi abbracciò forte "Andiamo a casa, dai! Voglio vedere le tue ultime foto" strillò allegro "E poi mi devi presentare quel figone di Ginoble" mi guardò con uno sguardo malizioso "Stai lontano da Gianluca, ti dico solo questo per ora. A casa saprai tutto" lo avvisai io assottigliando gli occhi.

S'agapo' || Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora