Chapter 11. Love

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Due mesi dopo
Ore 8.45 casa Boschetto, Bologna
Erano le nove meno un quarto ed ero stranamente sveglio, di solito non mi svegliavo prima delle undici e mezza; toccai la parte di letto accanto a me, trovandola occupata, voltai lo sguardo e la trovai lì, affianco a me. La guardai mentre dormiva, era un bellissimo angioletto, sebbene i suoi capelli fossero scuri "Amore" le sussurrai, lei mugugnò qualcosa per poi girarsi verso di me continuando a dormire "Picciridda, buongiorno" le dissi baciandola "Buongiorno Orso" mi rispose sorridendo mostrandomi i suoi occhioni azzurri "Dormito bene?" le chiesi spostandole una ciocca dietro l'orecchio "Con te, sempre. Tu?" mi accarezzò la guancia "Anch'io, a che ora sei arrivata? Potevo venirti a prendere" le risposi baciandole la mano che aveva appoggiato sul mio viso "Volevo farti una sorpresa e devo dire che ci sono riuscita a giudicare dalla tua espressione" sorrise dolcemente lasciandomi un bacio a stampo "Ti amo" mi sussurrò "Ti amo anch'io" sussurrai a mia volta abbracciandola forte "Hai due occhiaie da far paura, sai Ignà? Aspetta un attimo" disse liberandosi dalla mia presa e scappando in bagno "Giuli ma che me ne fotte delle occhiaie, dai vieni qua" la richiamai alzandomi anch'io raggiungendola in bagno per poi afferrarla e sollevarla di peso "No, dai amore mettimi giù" mi supplicò "No, perché tu piccola torneresti a prendere quelle robe lì ed io ora voglio stare con la mia fidanzata e non con la  mia truccatrice" le risposi appoggiandola sul letto "E poi oggi sono due mesi che stiamo insieme, quindi niente lavoro per oggi" la baciai dolcemente "Ma Michele" riprovò lei "Michele niente, ci ho già fatto due chiacchiere io. Ci vediamo domani mattina per incominciare il tour a Roma" le dissi sorridendo "Oggi non ci siamo per nessuno" la guardai maliziosamente, facendola sorridere leggermente per poi baciarla.

Ore 7.34 casa Ginoble, Montepagano (Roseto degli Abruzzi)
"Gianluca" mi richiamò mio fratello "Ernesto, dimmi" gli dissi guardandolo "Dobbiamo parlare di una cosa seria" mi guardò attentamente "Va bene, ti ascolto. È qualcosa di cui devo preoccuparmi?" gli dissi un po' agitato, non era solito usare quel tono di voce "No, ho solo bisogno del tuo aiuto fratellone" mi disse sorridendo ed allora capì che aveva qualche piccolo problemino con la sua fidanzata Maria "C'entra Maria, vero?" gli chiesi sedendomi accanto a lui sul suo letto "Già... Dice che vuole farlo, ma io non so... Non me la sento ancora, forse perché ci sono cresciuto assieme e quindi sono un po' condizionato da questo" disse triste "Di solito è il contrario, ma io e te siamo tutti strani... Credo che, in questo caso, sia meglio farti aiutare da lei perché qualsiasi cosa io ti possa consigliare non sarà mai adeguata quanto quello di Maria. Infondo devi farlo con lei, non con me" risi contagiando anche lui "Grazie per il tuo consiglio, sei il migliore. Ti voglio bene Gian" mi abbracciò "Te ne voglio anche io Ern" poi scappò a casa di Maria per parlarle "Siete carini assieme" disse una voce familiare alle mie spalle, mi voltai e la ritrovai lì davanti alla porta con la mia maglietta della Roma addosso "Gli voglio un bene immenso, nonostante il lavoro e gli impegni cerco di esserci sempre per lui" le risposi mentre lei si avvicinava a me "Buongiono amore" la baciai "Giorno cucciolo" mi sorrise mostrandomi le sue piccoli dolci fossette "Hai fatto colazione?" le chiesi facendola sedere sulle mie gambe "Poco fa, tua mamma non faceva altro che sorridere facendomi morire di imbarazzo " mi disse arrossendo "Mamma lo fa anche quando Ernesto si mette le mie magliette, quindi non preoccuparti piccola" la rassicurai dandole un bacio sulla guancia "Mi ha fatto tenerezza Ernesto, prima" ridacchiò "Per il fatto di Maria? Purtroppo sta avendo le mie stesse paure ed insicurezze... Anch'io ero terrorizzato all'idea di non farcela con Jessica" raccontai "Jessica... Aspetta... Ah sì, quella che si scoglionava appena ti si avvicinava una fan" commentò lei "Esatto, lei... Mah, ero proprio rincoglionito" risi "Menomale che te ne sei accorto eh!" mi diede un pugno sul petto "Ti piace la Roma, a quanto vedo" "Squadra preferita da tutta una vita, ciccio" mi baciò a stampo alzandosi "Devo uscire con tua madre, ci vediamo dopo" mi salutò andando in camera mia (per ora nostra) per prendere i vestiti puliti.

S'agapo' || Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora