Chapter 5. Dangerous games

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Il giorno dopo
Ore 7.00 casa Roberti, Milano
Camera degli ospiti
Mi svegliai presto quella mattina, guardai alla mia destra e vidi Ignazio dormire a sonno profondo, poi mi voltai a sinistra ed entrai in panico. Dove cazzo era finito Piero? Mi alzai a razzo dal letto inciampando nelle coperte, uscì dalla camera e lo cercai al piano inferiore; non trovandolo risalì e controllai tutte le stanze tranne una. No, no, no, non poteva essere successo davvero! Stavo per entrare quando Ignazio mi fece spaventare "Cuttighiaru, ti sta chiamannu Alessiu" (Pettegolo, ti sta chiamando Alessio) presi il mio iPhone e risposi "Ciao Ale, dimmi" "Gian, ho bisogno del mio migliore amico" mi disse sul punto di piangere "Alessio, sono qui parlami" lo rassicurai "Ho un'altra qua a Zurigo. È la fidanzata di Piero" si confidò aspettando le mie urla "Ma che cazzo ti dice il cervello? Lo sai meglio di me cosa le ha fatto passare quella lì e tu che fai? Ci vai a letto! Ed io che mi preoccupavo tanto per quell'altro povero cornuto!" gli strillai incazzato; se prima ero in procinto di fare una ramanzina coi fiocchi a quei due terremoti di Giada e Piero, ora erano il mio ultimo problema "Gian non sono tipo da relazione stabile, a differenza tua. E lei mi ha sedotto, porca miseria, ogni volta che sono a Zurigo ci incontriamo e" "E scopate vero? Bravo, ed io qua a farmi ottomila problemi a tenerli lontani! Pensi di dirglielo a quella poverina?" gli dissi alterato "Sì, certo, non voglio prenderla per il culo. Devo solo trovare il momento adatto" "Il momento adatto? Senti Alessio, sbrigatela tu. Ciao" "Ciao Gianlù" chiusi il telefono ed alzai gli occhi al cielo, Dio mio avevo due migliori amici cornuti e due ragazze che si odiavano a scopare il fidanzato dell'altra e come se non bastasse c'era Ignazio e la sua nonchalance a farmi imbestialire ancora di più.

Ore 7.19 casa Roberti, Milano
Camera di Giada
Sentì Gianluca fuori dalla porta mentre parlava con Alessio "E scopate vero? Bravo, ed io qua a farmi ottomila problemi a tenerli lontani! Pensi di dirglielo a quella poverina?" lo sentì dire e mille pensieri affollarono la mia mente. Mi voltai verso Giada, che dormiva tranquilla accanto a me; aspettai che Gianluca si levasse dal corridoio (prima che la svegliasse con le sue urla possibilmente), quando se ne andò mi voltai verso Giada le baciai dolcemente le labbra "Quattrocchi il fatto che abbiamo scopato, non vuol dire nulla" mi disse acida "Come se ti fosse dispiaciuto baciarmi, nanerottola malefica" le risposi io sfiorandole la spalla scoperta con i polpastrelli "Smettila, sennò ti salto addosso pezzo di merda" mi mise in guardia lei "Fallo grandissima stronza" la sfidai io con un sorriso da perfetto stronzo, lei si mise sopra di me sedendosi sul mio bacino "Senti lur-" le squillò il telefono; si sporse per prenderlo per poi ritornare a sedersi sul mio corpo "Pronto? Ehi amore" disse parlando ad Alessio, allora decisi di farla incazzare provocandola "Tutto bene, tu?" le baciai il collo "Con chi vuoi che abbia dormito?" rispose lei un po' alterata, mentre le torturavo un lembo di pelle alternando denti e lingua "C-certo che ho do-ormito d-da sola" affermò al telefono dandomi uno schiaffetto sulla spalla, ridacchai contro il suo collo soffiando sopra il succhiotto ancora fresco "P-piero ha dormito con Ignazio e Gianluca" mi fulminò con lo sguardo "Amore dai, non essere geloso! Non vado a letto con nessuno che non sia te, manco per dormire" disse Giada al fidanzato al telefono, mentre io la guardavo ridendo in silenzio "Va bene, ciao cucciolo. Ti amo anch'io" posò il telefono sul letto accanto a noi "Non vado a letto con nessuno che non sia te, manco per dormire" la presi in giro imitando la sua voce "Se vuoi lo richiamo e gli dico 'Sai amore, ieri sera io e Piero abbiamo scopato per tutta la notte', a tuo rischio e pericolo quattrocchi" mi minacciò lei "Adoro il pericolo, nanerottola" le risposi intrecciando le nostre dita "Non sfidarmi, potresti pentirtene veramente" mi disse dandomi un bacio dolce per poi alzarsi e mettersi la sua maglietta ed uscire dalla camera. Mi buttai di nuovo sul letto, pensando alla notte appena trascorsa sorridendo come un ebete; ripensai ai nostri corpi uniti, che si muovevano all'unisono, i nostri gemiti, i nostri ansimi, i nostri baci, i nostri succhiotti, le sue unghie che graffiavano la mia schiena graffiandola e lasciandoci dei segni rossi, non avevo mai provato delle sensazioni così forti ed intense.

S'agapo' || Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora