Chapter 3. A very difficult week starts

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Alcune settimane dopo
Ore 11.34 casa Sangiacomo-Roberti, Milano
Mi svegliai, cercai Alessio nel letto ma non lo trovai. Sentì delle voci provenire dal piano inferiore, ne riconobbi subito due: Alessio e Piero. Ciò significava che la mia terribile settimana stava per avere inizio, corsi in bagno e mi sciacquai più volte il viso per poi darmi una spazzolata ai capelli e scendere sotto dal mio ragazzo ed i suoi amici.
Scesi gli ultimi scalini a rallentatore, con la calma e la velocità di un bradipo in coma irreversibile e raggiunsi Alessio "Amore, oh ciao a tutti" mi finsi sorpresa di vederli lì "Baby, buongiorno! Non ti volevo svegliare quando sono uscito" mi lasciò un bacio veloce, che io approfondì senza nemmeno dargli il tempo di staccarsi "Non ti preoccupare, amore. Piacere io sono Giada, tu devi essere il famoso Gianluca" dissi porgendo la mano al ragazzo con un ciuffo ben pettinato "Sì, sono io. Finalmente conosco la ragazza che ha fatto mettere la testa a posto al nostro Alessio" rispose stringendomela per poi dare una pacca all'altro Rosetano e dirgli "Non mi avevi detto che fosse così bella, disgrazijàte" (disgraziato, l'ho cercato perchè non conosco il dialetto abruzzese Gianluca perdonami) "Perchè tu me lo dici delle tue fidanzate? No, quindi statti zitto" rispose Alessio facendomi sedere sulle sue gambe "Ale, dovrei salutare ancora due persone e presentarmi, sai?" gli ricordai mentre mi allungavo per dare la mano al più alto del gruppo "Giada, piacere" "Ignazio, il piacere è tutto mio" gli sorrisi per farne uno falso e girarmi verso di lui "Giada, tu dovresti essere Piero" "Lo sai chi sono, benissimo anche" mi rispose stringendo la mia mano "Ti sbagli, conoscevo il Piero di sei anni fa, non questo" sfilai la mia mano dalla sua velocemente e mi sedetti sulle gambe di Alessio giocando con le sue dita "Allora ragazzi, avrete diversi instore?" chiese quest'ultimo all'amico Abruzzese "Si, Ale... Due a Milano e poi a Bologna, Napoli, altri due a Roma, a Castrofilippo" elencò Gianluca incuriosendo il mio ragazzo che disse "Dov'è Castrofilippo?" "Vicino Naro" dissi all'unisono con Piero "Siti agghiaccianti, matruzza" (siete aggiaccianti, mamma mia) affermò Ignazio in dialetto "Ookay, forse è meglio se vado a cambiarmi. Ale puoi venire un attimo con me?" chiesi mentre lui annuiva e mi raggiungeva al piano superiore.

Al piano inferiore
"Era questo che intendevi per 'mi odia a morte'?" mi chiese Ignazio "Sì, perchè a voi che sembra?" risposi io "Una ragazza a cui hai spezzato il cuore e che nonostante tutto tenga ancora a te" affermò Gianluca "Sarà stata la mia partenza" tentai io "Non credo sia stato quello" ribattè Gianluca "Pirchì? Sintemu u scattru" (Perchè? Sentiamo lo scaltro) chiese Ignazio "Dopo cinque anni di liceo classico so leggere le lettere greche antiche ed un po' anche quelle moderne" "Gianlù arriva al punto" gli chiesi non capendo nulla del suo discorso "Piero si è tatuata la scritta 'Σ'αγαπώ' significa 'Ti amo' in greco moderno... Credi ancora che sia stata la tua partenza?" rispose lui con aria ovvia. In quel momento, tutte le tessere del mio puzzle che non riuscivo a mettere apposto, come per magia, dopo le parole di Mr. MiSonoDiplomatoAlLiceoClassicoCon100*, si incastrarono alla perfezione. Il problema non ero mai stato la mia partenza, ma Anna; beh ora Anna era anche un mio, grosso, problema.

Al piano superiore
"Amore, non buttarlo fuori dopo averlo visto per soli cinque minuti" mi disse dolcemente Alessio dandomi un bacio a fior di labbra "Ci proverò, m non ti assicuro niente" gli dissi accarezzandogli la nuca. Ero ancora scossa da quel sogno e la sua presenza in casa mia non faceva altro che farmi agitare ancora di più, a tal punto che anche il mio ragazzo se ne accorse "Ehi, cos'hai? Stai male?" "No, no, niente tranquillo" risposi cercando di essere convincente "Va bene, piccola, ci vediamo la settimana prossima okay? Ti chiamo appena ho un momento libero. Ti amo" "Va bene, ti amo anch'io" ci baciammo poi lui scese e si fece accompagnare in stazione da Ignazio e Gianluca. Mi chiusi in bagno, avevo urgente bisogno di una doccia gelata per liberare la mia mente; mille brividi di freddo percorrevano la mia pelle, ma non mi importava più di tanto, stavo svuotando la mia mente da ogni singola cosa anche dal fatto di essere da sola in casa con Piero. Ero talmente immersa nel mio mondo che i spaventai quando lui bussò alla porta del bagno "Giada, ci sei?" chiese "Sì, non sono morta rompicoglioni" risposi fredda "Sempre gentile tu, eh?" ironizzò lui mentre io avvolgevo un asciugamano intorno al mio corpo "Non possiamo essere tutti carini come te, sai?" risposi acidamente aprendo la porta e ritrovamdomelo davanti mentre deglutiva rumorosamente "Non hai mai visto una ragazza con un asciugamano addosso? Cazzo, credevo che Anna ti avesse abituato a certe visioni..." affermai ridendo di gusto sorpassandolo per entrare nella mia camera a cambiarmi, notando che lui mi seguì "Non ti farò uno spogliarello per poi scoparti, a quello ci pensa la tua Anna, perciò evapora devo vestirmi" li sbattei la porta in faccia chiudendola a chiave per poi togliermi l'asciugamano di dosso ed indossare l'intimo.

S'agapo' || Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora