6 anni prima
24 giugno
Ore 19.30 casa Roberti, Naro
"Giada cos'hai tesoro?" mi chiese mia madre "Niente, mamma le solite cose" risposi io stanca di quella situazione "Avete litigato di nuovo?" insistette lei "Sì, mamma come sempre ormai... Lui e la sua paura di non piacere ad Laura" affermai io scocciata "Vedrai che farete pace, siete troppo uniti" mi rassicurò lei lasciandomi da sola nella mia stanza.
Non ero molto convinta delle sue parole, questa volta Francesco aveva proprio esagerato; in questi ultimi mesi si è invaghito di una mia amica, Laura, e non fa altro che deprimersi dicendo che è brutto e che lei non lo amerà mai facendomi una testa gigantesca. Per qualsiasi cosa gli dico per tirarlo su di morale ottengo in risposta un "Sei come una sorella per me, è ovvio che dici così". Lo picchierei a sangue a questo demente ed oggi, dopo averci litigato, devo pure rivederlo alla festa dei sedici anni di suo fratello Piero, con lui avevo sempre avuto un rapporto... Strano, eravamo molto amici e spesso in paese si vociferava che avessimo una storia ma, purtroppo per me, lui era felicemente fidanzato con Anna, una ragazza carina quanto antipatica che ci fece allontanare molto. E come se non bastasse lui sarebbe partito per l'America; forse è questa, o per meglio dire, forse è lui l'unica cosa semi-positiva di questa festa: l'avrei potuto stringere tra le mie braccia un'ultima volta prima che Anna e l'America ci allontanino. Indossai degli abiti semplici e andai alla festa; ad aprirmi fu proprio il festeggiato "Ehi Giada, ciao!" "Ciao Piero, auguri" gli diedi due baci sulle guance ed entrai in casa, salutai i suoi genitori e sua sorella Mariagrazia "Ciao tesoro" mi disse quest'ultima con un mega sorriso stampato sulla faccia "Ciao piccola, tutto bene?" "Sì, ma hai litigato di nuovo con Franz?" "Esatto, ma non ti preoccupare risolveremo" le lasciai una carezza ed alzando lo sguardo vidi una scena che mi spense il sorriso: Anna avvinghiata a Piero, mentre si scambiavano un bacio, oserei dire, troppo passionale; poi lei si girò e mi guardò con una faccia da prendere a schiaffi. Calai lo sguardo ed uscì in giardino, mi sedetti sull'altalena dand sfogo alle mie lacrime; restai sola per un bel po', poi mi si avvicinò qualcuno ma io non volli alzare lo sguardo per vedere chi fosse. "Giada, perchè piangi? Francesco è un coglione, lo sai. Ha sempre ottomila complessi e tu non puoi sempre farglieli passare. Me lo fai un sorriso? È il mio compleanno" disse Piero accarezzandomi la guancia e poi mi alzò lo sguardo "Sei più bella quando sorridi" istintivamente posai la mia mano sulla sua guancia sfiorandolo appena "Dovresti stare dentro a festeggiare il tuo compleanno, non qui a consolare una povera illusa" gli dissi con sincerità, perchè sì tutte quelle voci che giravano per tutta Naro mi avevano illusa che gli piacessi almeno un po' ed invece a fare breccia nel suo cuore era stata Anna. "Non sei una povera illusa, Giada. E poi non mi va di festeggiare il mio compleanno senza di te, la mia migliore amica" mi disse senza neanche rendersi conto di quanto mi avessero ferito le ultime quattro parole che pronunciò 'la mia migliore amica'; ero solo questo per lui, invece perme, lui era molto ma molto di più. "Va bene, andiamo" risposi alzandomi dall'altalena "Cos'hai al polso?" mi chiese mentre io mi maledissi mentalmente per non averlo coperto bene "Un tatuaggio, me l'ha fatto mio fratello" risposi evitando il suo sguardo, fallendo miseramente visto che lui mi prese il volto con entrambe le mani "Cazzo, hai sedici anni! Ma i tuoi lo sanno oppure è un'altra delle tue pazzie? Lo sai come la penso sui tatuaggi e cosa penso delle tue fottute pazzie" diede di matto "Lo sanno, non preoccuarti. Se non fossero stati d'accordo Marco non l'avrebbe mai fatto e lo sai bene. Non c'è bisogno di sclerare come la tua ragazza quando le si rompe un'unghia o quando è ciclata" mi liberai io stanca di essere trattata come una bambina, cazzo avevamo la stessa età e mi voleva farmi da papà. Me ne andai a casa e non lo vidi mai più.6 anni dopo
11 febbraio
Ore 21.00 casa Roberti, Naro
Mi svegliai a causa delle urla di mia madre che mi invitavano a scendere al piano di sotto per guardare tutti insieme Sanremo. Ci sedemmo sul divano e papà sintonizzò la TV su Rai1, seguimmo tranquillamente la serata fino a quando Carlo Conti non annunciò 'Il Volo' ed i miei genitori si emozionarono tutti, io li guardai confusa per poi ritornare a guardare lo schermo del televisore e avrei preferito non farlo. C'era lui, vestito di nero con un giacchetto di pelle ed i suoi occhiali, che erano neri, rimpiazzati da un paio rosso fiammante; "Giada guarda c'è Piero" mi disse mio padre allegro "Uhm, non me ne può fregare di meno" dissi acida spegnendo l'entusiasmo nel salotto di casa "Tesoro, dovresti essere felice per lui, ha realizzato il suo sogno" cercò di addolcirmi mia madre "Non me ne frega niente nè di lui nè della sua vita" dissi fredda guardandolo in TV e stringendo i pugni "Giadina, cucciola di papà" lo interruppi subito "Giadina il cazzo, papà. Non voglio sentirlo più nominare okay? Ed ora scusatemi ma torno in camera mia" salì al piano superiore e chiusi a chiave la porta buttandomi a peso morto sul letto ed incominciando a piangere. Mi era bastato vederlo pochi minuti per distruggere tutto ciò che avevo costruito in questi sei lunghi anni, il mio muro di protezione e freddezza era crollato sotto il suo sorriso caloroso, la sua voce aveva risvegliato il mio cuore, il quale prese a battere furioso; lo odiavo con tutta me stessa per ciò che era capace di causarmi, lo odiavo da morire.
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S'agapo' || Piero Barone
Fanfic"Σ'αγαπώ" (s'agapó): Giada lo aveva tatuato sul polso sinistro, per lui, per non dimenticarlo mai. Lui che non l'aveva mai dimenticata nonostante tutto e nonostante tutti.