Chapter 10. Germany

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Due settimane dopo
Ore 6.25 Aeroporto Valerio Catullo, Villafranca di Verona (Verona)
La mamma di Giulia, ci accompagnò in aeroporto. Ci saremmo dovuti incontrare con gli altri a Roma, per poi partire tutti assieme per la Germania, dove avremmo partecipato ad un programma televisivo. Passammo il check-in entrando nella lounge dell'aroporto "Hai fame, piccola?" le chiesi accarezzandole la mano stretta nella mia "No, ma tu vai tranquillo. Ti aspetto qui" rispose dandomi un bacio sull'angolo della bocca, era d'accordo sul fatto di non rendere pubblica la nostra frequentazione, o almeno per ora, visto che non eravamo nemmeno noi sicuri dei nostri sentimenti. Entrai nel bar dove presi due cornetti alla nutella ed uno al cioccolato bianco, poi tornai da lei, che si era seduta vicino alle vetrate "Eccomi qua" esordì sedendomi accanto a lei "Ehi, cosa hai preso?" mi chiese aprendo il pacchetto "Due cornetti alla nutella ed uno al cioccolato bianco" risposi dando un morso al mio cornetto "Ma a te non piace il cioccolato bianco" disse lei stranita "Infatti é per te, tesoro" le sorrisi dolcemente "Grazie Orso Bosch" mi baciò la guancia per poi prendere il cornetto con il ripieno di cioccolato bianco.

Ore 6.15 Aeroporto Fontanarossa, Catania
C'erano i miei genitori e quelli di Piero, i quali avevano insistito tanto per accompagnarci "Ragazzi, ora che lavorate assieme dovreste cercare di andare d'accordo" disse calma Eleonora "Con lei? Mamma non ci provo nemmeno! È una battaglia persa in partenza" la bloccò il figlio "Ha un caratteraccio, lo so Piero" gli diede ragione mia madre "Non credere che lui sia meglio eh!" ribattè Eleonora, mi sedetti abbastanza stufa della loro discussione su una poltroncina accanto a Francesco, il quale mi chiese "Lo sapranno mai?" "No. Non lo sapranno mai. Nè ora, nè mai. E guai a te se apri bocca" lo minacciai "Giada, possiamo fare una chiacchierata tra donne?" spuntò poco dopo Mariagrazia sorridendomi "Certo, Franz evapora" lo liquidai "Me ne vado, tranquille" ci disse ridendo "Allora, cosa c'è piccolina?" le chiesi "Ecco... Mi piace un ragazzo, ma non dire niente ai miei fratelli per favore" disse timida "Sta tranquilla, non gli dirò niente... Ma, posso sapere chi è?" domandai curiosa "Ehm, è Niccolò il mio migliore amico" arrossì ancora di più "Un gran bel ragazzo, ottima scelta!" mi complimentai "È mio, ricordatelo!" chiarì lei "Tranquilla, ho un gran bel da fare con uno della mia età... E poi non voglio un toy-boy, preferisco quelli più grandi" la rassicurai per poi aggiungere "Cos'altro mi devi chiedere?" "Come posso farglielo capire?" bisbigliò al mio orecchio "Parlagli o scrivigli qualcosa che glielo faccia capire, e se ti chiedesse un appuntamento ricordati di presentarti così come sei, mi raccomando!" le feci l'occhiolino per poi alzarmi e prendere il mio trolley; salutammo tutti, successivamente io e Piero effettuammo il check-in e ci imbarcammo quasi subito.

Ore 7.00 Aeroporto Leonardo da Vinci, Fiumicino (Roma)
Appena entrato in earoporto trovai subito Barbara ma non Michele, "Buongiorno a tutti" salutai trascinando il mio trolley "Oh Gianluca, buongiorno. Notizie degli altri?" mi rispose Barbara "Sono partiti, l'aereo di Piero e Giada è partito in anticipo quindi arrivano un po' prima" affermai sedendomi a peso morto sulla poltroncina prendendo il mio telefono dalla tasca; qualcuno si sedette accanto a me, ma non ci feci molto caso, preferivo guardare la foto di Ilaria su whatsapp "Carina questa ragazza..." disse una voce che avrei riconosciuto anche tra ottomila voci "Quella davanti a me è più bella" le sorrisi baciandole una guancia "Tuo padre?" mi chiese "Aveva una visita con mamma, mi hanno lasciato qua e sono andati... Ah, ti salutano e già li ho salutato per te" le risposi "Aaw, sono dolcissimi" strofinò il mio naso con il suo facendomi ridere "Ilaria, sei arrivata" ci fece staccare Barbara, la quale rideva sotto i baffi "Sì... Gli altri?" domandò, mentre in lontanza potevamo vedere Giada e Piero litigare come al solito.

Ore 7.15 Aeroporto Leonardo da Vinci, Fiumicino (Roma)
"Piero sei una gran testa di cazzo! Te l'ho detto che era dall'altro lato" mi urlò contro "Giada sto più in questo cazzo di aeroporto che a casa mia a Naro, so dove minchia è l'uscita Dio Cristo!" le urlai incazzato, voleva avere ragione per forza lei e la mia pazienza stava per andare a farsi fottete accompagnata dal buonsenso e dalla calma. "Stai calmo, Gesù mio" mi disse alterata "Calmo un cazzo, mi ha rotto le palle quando alla fine avevo ragione io" affermai incazzato, lei mi afferrò dal braccio chiudendoci in un bagno. Un bagno femminile. "Giada, cazzo fai? È il bagno" mi baciò con foga, facendo scontrare le nostre lingue "Ti sei calmato ora?" mi chiese accarezzandomi la guancia "Sì, mi sono calmato. Ma ora come usciamo?" le domandai "Come siamo entrati: di corsa" mi fece l'occhiolino per poi ritrascinarmi fuori. Raggiungemmo Ilaria, Gianluca e Barbara "Siciliani, siete arrivati finalmente!" ci accolse quest'ultima "Già, dillo alla signorina che stava andando da tutt'altra parte" la punzecchiai "Minchia chi cagacazzu ca sì" (Minchia che cagacazzo che sei) mi rispose lei sedendosi accanto ad Ilaria.

S'agapo' || Piero BaroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora